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Terremoti: la geologa recoarese Claudia Centomo spiega la situazione nel Vicentino

Di Marta Cardini Sabato 9 Giugno 2012 alle 16:54 | 0 commenti

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Le ripetute scosse di terremoto che hanno colpito duramente l'Emilia, minacciandone chissà ancora per quanto tempo il territorio già dilaniato fin dalla prima scossa del 20 maggio alle 4.05, si sono "sentite" più volte anche nel Vicentino e hanno generato qualche danno e molto spavento. Stanotte poi c'è stata una scossa di magnitudo 4,5 nelle Prealpi venete, con epicentro a Barcis, nel Friuli, ma indipendente dal fenomeno sismico emiliano, e la terra è tornata a tremare anche a Vicenza, svegliando le persone nel cuore della notte (nella foto Indirizzi e criteri di Microzonazione sismica Gruppo Lavoro 2004 Protezione Civile Nazionale).

Claudia Centomo, geologa recoareseQuesti fatti ci pongono di fronte a numerosi interrogativi che riguardano anche il territorio vicentino. Claudia Centomo, nota geologa del Dolomiti Studio di Recoaro che svolge l'attività da più di 16 anni e ha esperienza di studi di microzonazione sismica ci ha illustrato con grafici esclusivi cosa ci si può aspettare per il futuro.

Quanto è a rischio sismico il territorio vicentino?
Purtroppo tutta l'Italia è a rischio sismico come confermano i numerosi terremoti che hanno colpito il nostro paese provocando ingenti danni e numerose vittime. Il territorio nazionale è suddiviso in "zone sismogenetiche" alle quali è abbinato il massimo valore di magnitudo che ci si può aspettare. Come evidenziato nella figura a fianco, le zone emiliane, colpite dagli ultimi eventi sismici, ricadono all'interno della zona 912 alla quale è associata una magnitudo massima di 6.14 Mw. Il territorio vicentino ricade quasi interamente all'interno della "zona sismogenetica" 906 con una magnitudo massima di 6.6 Mw quindi, di fatto, maggiore di quella della zona 912.

In passato il vicentino è stato oggetto di terremoti?
Sicuramente sì. Noi siamo localizzati lungo la linea di unione tra la placca africana e quella euro-asiatica e di conseguenza il sottosuolo è caratterizzato da un sistema di faglie (rotture) che possono generare terremoti.

M. Locati, R. Camassi e M. Stucchi (a cura di), 2011. DBMI11, la versione 2011 del Database Macrosismico Italiano. Milano, BolognaLa storia sismica vicentina è molto ricca. Ricordiamo che il terremoto più violento registrato nel Nord Italia è stato localizzato nel veronese nel 1117 con una magnitudo di 6.7 e il secondo sisma per intensità è quello localizzato nelle zone asolane nel febbraio del 1695 con una magnitudo di 6.5. l grafico accanto rappresenta tutti gli eventi sismici registrati a Vicenza negli ultimi 1000 anni con relativa intensità.

Cosa ci si può aspettare per i prossimi anni, è possibile fare delle previsioni?
I terremoti non sono prevedibili, ma abbiamo tutte le conoscenze necessarie per progettare correttamente le costruzioni. Il punto di partenza è rappresentato da una corretta caratterizzazione sismica del sottosuolo, ossia sapere in anticipo come un ipotetico sisma si potrà presentare in superficie.
Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionaleQuindi, dal punto di vista sismico, in Italia ci sono zone più e/o meno pericolose?
Si, esattamente. La mappa della pericolosità sismica di base redatta dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia rappresenta proprio questo. Il grado di scuotimento atteso, cioè la violenza del terremoto, sarà maggiore nei luoghi dove è previsto un elevato valore di accelerazione orizzontale. Quindi, lungo la dorsale appenninica, ad esempio, la pericolosità sismica sarà maggiore rispetto a quella della regione Lombardia ed in parte del Veneto.
Le strutture crollate durante il terremoto in Emilia erano state progettate per resistere ai terremoti?
La promulgazione dell'Ordinanza P.C.M. n°3274 del 20/3/2003 ha determinato un grande rinnovamento sul fronte della normativa tecnica in zona sismica identificando tutto il territorio italiano come sismico. In particolare, le zone colpite dal terremoto emiliano prima di tale decreto non erano considerate sismiche quindi le strutture progettate non erano state pensate per resistere a sollecitazioni di questo tipo. Solamente dopo il terremoto dell'Aquila si è resa obbligatoria la progettazione sismica di tutte le strutture (Norme Tecniche sulle Costruzioni D.M. - 14 gennaio 2008) in tutti i comuni italiani.
Quali misure precauzionali si possono prendere per abbassare il rischio sismico?
Voglio ricordare una cosa molto importante. Non sono i terremoti a provocare vittime ma le strutture che collassano sotto la loro azione. Questo fatto ha un duplice risvolto in quanto coinvolge sia le strutture esistenti che quelle future. Per le prime si dovranno effettuare degli adeguamenti sismici tramite studi di vulnerabilità in modo da renderle sicure mentre per le seconde si dovrà progettare e costruire con la consapevolezza che in caso di evento sismico le strutture devono reagire positivamente all'azione destabilizzante del terremoto. Entrambe queste attività si basano su studi di microzonazione sismica sviluppati a partire dalla scala comunale; lo scopo di questi lavori è quello di ottenere una carta nella quale vengono distinte le zone simiche stabili (con o senza amplificazione) da quelle instabili e di conseguenza creare una mappatura delle zone più sicure sia per gli sviluppi urbanistici che per le ricostruzioni post sismiche. Devo dire che in questi ultimi anni il problema sismico è molto sentito tanto che la Regione Veneto ha stanziato dei finanziamenti per effettuare studi di microzonazione sismica.
Cosa si può fare in caso di emergenza? Un consiglio alla gente.

Se siamo all'interno delle abitazioni evitare le scale, che sono la parte più debole dell'edificio, l'ascensore, che può bloccarsi, e proteggersi nel vano di una porta inserita in un muro portante o sotto un tavolo. Stare lontani da mobili o da oggetti che possono cadere.
Se siamo all'aperto stare lontani da costruzioni o linee elettriche che potrebbero crollare e da scarpate di roccia che potrebbero franare. Il primo consiglio è, comunque, quello di non perdere il controllo, per quanto difficile sia.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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