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Templari il mito sopravvive a Schio: VicenzaPiù n.209

Di Andrea Genito Domenica 13 Marzo 2011 alle 22:06 | 0 commenti

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Una loro cerimonia a Monte Magrè creò un vero e proprio caso diplomatico, sei anni fa, con tanto di intervento del Tribunale Ecclesiastico triveneto. Ventotto nuovi adepti templari vennero investiti ufficialmente in una piccola chiesetta a pochi chilometri da Schio, contravvenendo, secondo Monsignor Ezio Busato, tra l'altro cappellano militare di massimo grado, alla famosa bolla di Papa Clemente V, con la quale, sette secoli orsono (per la precisione il 22 maggio del 1312), veniva condannato ed abolito quell'Ordine che pure aveva servito la Chiesa durante la prima Crociata a Gerusalemme.

Poco importava che negli anni '90 alcuni studi, pubblicati anche sull'organo cattolico l'Avvenire, avessero poi riabilitato i templari, confutando le false accuse di un sommario processo che li aveva posti fuori legge e addirittura a minaccia di rogo. Però la bolla resta efficace e la parola Ordine è ancora bandita per i Templari. Eppure i seguaci delle loro regole medioevali, di quei rituali pomposi ma sicuramente suggestivi, sopravvivono ancora oggi e sono ben radicati anche a Schio. "Come è stato chiarito allora - spiega il Priore di Vicenza Giovanni La Face- la nostra è una Confraternita, in continuità ideale con il soppresso Ordine. In pratica si tratta di un'associazione privata che, come nel Medioevo, è cementata dal comune intento di servire ed aiutare chi è in difficoltà, secondo i precetti della fede cristiana. Non ci interessano titoli nobiliari, nè fare sfoggio di onoreficienze, ma solo essere utili con gesti tangibili, come abbiamo fatto ad esempio a Cresole, durante l'ultima drammatica alluvione. La solidarietà per noi è un impegno, anzi un dovere, e ci rendiamo disponibili dove ci venga richiesto: tutto alla luce del sole. Non siamo una setta segreta o una lobby, come paventa chi ci osteggia, abbiamo anche un nostro direttivo, eletto democraticamente ogni tre anni". Ha ancora un senso, quindi, essere Templari nel 21° secolo? "Assolutamente sì, quegli ideali dovrebbero reggere la nostra società ancora oggi: probabilmente ci si sentirebbe meno soli. Se i cavalieri medioevali proteggevano i pellegrini cristiani in Terra Santa, quelli moderni combattono guerre giuste contro povertà, emarginazione e abbandono, senza fare distinzioni o preferenze verso chi soffre. Restando nell'ombra, come predicava già il primo Gran Maestro Ugone dei Pagani, da cui prende il nome la nostra Confraternita. Questo impegno si traduce in raccolta di fondi, appunto, nella formazione alla profilassi medica ed igienica nel Terzo Mondo, anche attraverso una collaborazione coi medici del Cuamm, nella sensibilizzazione alla pace ed alla tolleranza. Inoltre non trascuriamo l'aspetto storico-divulgativo sulle nostre tradizioni e sull'origine dell'Ordine". D'altronde le tracce del passaggio dei templari sono ancora ben visibili lungo la Riviera Berica, nelle numerose "commende", cioè nuclei anticamente composti da una chiesetta ed un ostello per i pellegrini di passaggio. Il priorato berico, il più numeroso d'Italia coi suoi 70 adepti, ha una solida base nell'Alto Vicentino, tanto che nell'ultima cerimonia ufficiale dello scorso dicembre (a S.Giorgio di Perlena) una decina di nuovi "cavalieri" e "dame" provenivano da Schio e dintorni. Ad officiare è arrivato addirittura da Malta Mons. Lorenzo Bonnici e la presenza del vice-sindaco di Fara Vicentino, Fiorenzo Nicolli, è valsa quasi un riconoscimento ufficiale per la confraternita. "Facciamo del bene e fortunatamente dalle nostre parti c'è chi apprezza il nostro aiuto, senza preconcetti- sottolinea Silvano Miotello, cavaliere templare di Schio- Chi ci conosce si rende subito conto di quanto siamo uniti e concreti nel sociale, perché tra di noi c'è una perfetta sintonia. Tra i templari sono rappresentate un po' tutte le categorie professionali e lavorative, e non c'è alcuna preclusione verso le donne. Sotto il mantello siamo tutti uguali e ci impegniamo allo stesso modo per chi ha bisogno di aiuto".

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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