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Telefono Amico Vicenza partecipa alla Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio

Di Comunicati Stampa Mercoledi 6 Settembre 2017 alle 18:31 | 0 commenti

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L'associazione Telefono Amico Vicenza aderisce alla Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio del prossimo 10 settembre con una campagna di sensibilizzazione sui falsi miti sul suicidio. Il tema della Giornata Mondiale di quest'anno, "Spendi un minuto, cambia una vita", ha infatti lo scopo di incoraggiare i cittadini di tutto il mondo a prestare maggiore attenzione ai segnali di allarme lanciati dai propri cari e dai membri delle propria comunità che stanno pensando a togliersi la vita. Il messaggio è chiaro: prevenire il suicidio è possibile, dipende anche da noi. Purtroppo il suicidio continua a registrare un'incidenza preoccupante in ogni comunità del mondo. Secondo i dati dell'OMS, oltre alle 800.000 persone che si tolgono la vita ogni anno, si calcola che i tentati suicidi raggiungano un numero 25 volte superiore a questa cifra. Anche nel nostro Paese le cifre sono allarmanti: secondo i più recenti dati ISTAT pubblicati lo scorso febbraio, dal 2011 al 2013 in Italia si sono suicidate 12.877 persone.

Secondo i dati diffusi l'anno scorso dal Dipartimento di Salute Mentale della ULSS 3 Serenissima, nella nostra regione ogni anno si registrano 7,6 suicidi ogni 100mila abitanti. Un dato ben più alto quindi della media nazionale che invece si aggira intorno ai 6,6 suicidi ogni 100mila abitanti. Ma il dato forse ancora più sconcertante è che in Italia e nel resto del mondo, tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni il suicidio è la seconda più frequente causa di morte.
Quello che le statistiche non dicono è che sempre più studi stanno dimostrando che la prevenzione risulta efficace quando l'intera comunità viene aiutata a superare il pregiudizio che allontana chi ha bisogno di aiuto da chi può dare sostegno.
Uno dei falsi miti sul suicidio più pericolosi e fuorvianti è che chi si è tolto la vita era determinato morire. In realtà, dalle testimonianze di chi è sopravvissuto a un tentato suicidio, emerge che molte delle persone che vogliono togliersi la vita non solo sono indecise sul vivere o sul morire, ma in qualche modo hanno "scommesso" sulla morte, lasciando agli altri il compito di salvarli. In questi casi, il supporto emozionale di qualcuno che "c'è al momento giusto" può essere la chiave per superare il momento crisi.
"La nostra esperienza come linea telefonica anti-suicidio conferma quanto questo mito sia ben lontano dalla realtà" dichiara Lucia Schiavo, Vice-Presidente di Telefono Amico e Responsabile della formazione dell'associazione di volontariato vicentina. "Ogni anno, il nostro servizio riceve centinaia di telefonate da parte di persone che stanno pensando seriamente di farla finita. Chi ci chiama in questi casi lo fa perché si sente profondamente solo e chiede di essere compreso nel profondo, non solo rispetto a ciò che lo spinge a pensare al suicidio ma anche rispetto a ciò che mette in dubbio il senso di questa eventualità e lo trattiene in vita".
Purtroppo molte persone hanno paura di parlare di suicidio perché convinte che questo possa innescare un comportamento suicidario in chi è a rischio. Altre invece si sentono inadeguate o incapaci di trovare le parole o i consigli utili per superare la crisi. In realtà, chi sta pensando di  togliersi la vita non ha bisogno di sentirsi dire cosa fare o di parole speciali, quanto piuttosto di essere ascoltato senza essere giudicato. Ma soprattutto, il non parlarne alimenta il pregiudizio che impedisce a chi ne ha bisogno di chiedere quell'aiuto necessario a salvarsi la vita.
La paura del giudizio degli altri è alimentata da un altro falso mito sul suicidio, secondo cui solo le persone con una malattia mentale arrivano ad uccidersi. In realtà ognuno di noi, a prescindere dallo stato di salute in cui si trova, può arrivare a vivere un momento di crisi esistenziale talmente devastante da desiderare la morte e mettere fine alle proprie sofferenze. Al contrario di quanto si possa pensare, molti suicidi sono infatti dovuti a un impulso che scaturisce da un'emergenza temporanea e non a un desiderio radicato e permanente che trasforma la persona in un "eterno aspirante suicida".
Ecco dunque il ruolo cruciale svolto delle help line anti-suicidio diffuse in tutto il mondo come Telefono Amico Italia che quest'anno festeggia 50 anni di attività: dare ascolto a chi si trova in uno stato di emergenza e creare quello spazio di dialogo necessario ad offrire i primi strumenti di aiuto.
È proprio coltivando la "cultura dell'ascolto empatico" ad ogni livello, intesa come fattore irrinunciabile del benessere sociale, che si abbattono i muri del pregiudizio e si coltivano relazioni più solidali e autentiche, fondate su una comunicazione vera e intima tra le persone.
"Il gruppo attivo a Vicenza dedica ogni anno quasi 2.200 ore di volontariato per rispondere a una media di 2.500 telefonate da parte di persone da tutta Italia che hanno il bisogno di esprimere la propria sofferenza, di recuperare la propria storia e il proprio senso all'interno di una società sempre più complessa e frammentata. Forte dei suoi 20 centri sparsi in tutto il Paese, a livello nazionale Telefono Amico Italia risponde ogni anno a circa 50mila telefonate. La maggior parte delle persone che ci chiamano però non parlano di suicidio ma di problemi legati alla loro solitudine, alla depressione, al sentirsi incompresi anche dalle persone più vicine. Queste sono tutte situazioni che possono far soffrire al punto da spingere al suicidio. La possibilità di parlarne per tempo con qualcuno che aiuta ad aprirti e a raccontarti può fare molta differenza."
"Gran parte delle telefonate che riceviamo però non riguardano direttamente il suicidio ma quanto
piuttosto situazioni di rischio - quali ad esempio solitudine, depressione, problemi relazionali - che, se trascurati o incompresi, possono portare una persona a pensare di togliersi la vita
".
"Da quando abbiamo fondato la nostra associazione a Vicenza nel 1973," conclude Lucia Schiavo, "abbiamo coinvolto circa 170 volontari che hanno dedicato il loro tempo e la loro umanità per stare vicino a chi si sente solo e ha bisogno di raccontare la propria tristezza, rabbia o malessere.
In realtà, i vicentini a cui abbiamo trasmesso i principi e i benefici dell'ascolto empatico sono molti di più poiché ogni anno il nostro corso per nuovi volontari è frequentato da almeno 18-20 persone. Anche questo per noi è fare prevenzione e combattere lo stigma del suicidio
."


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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