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Team for Children: padre coraggio, contro la legge e contro la malattia

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 16 Marzo 2016 alle 17:11 | 0 commenti

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Team for Children

Anakin (nome di fantasia per tutelare il bambino) conosce un unico padre, Carlo, colui che sta dedicando la propria vita ad amarlo e curarlo da un terribile tumore, un neuroblastoma. Carlo è un padre solo, dopo aver perso la moglie Olga, morta di arresto cardiocircolatorio quando Anakin aveva solo sei anni, lasciandolo solo, padre di fatto ma non secondo la legge, da solo contro un tumore pediatrico scoperto poco dopo il terribile lutto.

Inizia così un’incredibile odissea: Anakin, nato in Russia da un precedente matrimonio di Olga, diventa un minore sul suolo Italiano senza genitori e il Tribunale di Vicenza provvede immediatamente alla nomina di un tutore legale.

Alla morte della madre, il padre naturale di nazionalità russa, dopo anni di lungo silenzio durante i quali aveva visto molto raramente il bambino, chiede subito di poter riportare immediatamente il figlio in patria. La scoperta della grave malattia fa repentinamente cambiare le cose, il padre naturale attraverso il Consolato russo in Italia, dà  l’autorizzazione alle necessarie cure mediche in Italia. Il bambino viene ricoverato a Padova, un centro di eccellenza per i tumori pediatrici.

Se avesse fatto ritorno in Russia, ad Oremburg ove il padre viveva, Anakin si sarebbe trovato a quasi 1000 kilometri di distanza dal più vicino ospedale attrezzato per assisterlo nelle cure oncologiche in quanto la situazione sanitaria del bambino è gravissima: neuroblastoma di stadio 4 con infiltrazione midollare e metastasi alle ossa. La mancanza di costante e competente assistenza medica non avrebbe dato speranza di guarigione. Dopo aver dato l'autorizzazione, il padre naturale torna in Russia con la promessa di ritornare al più presto per stare vicino al figlio, ma non lo ha più fatto.

Carlo resta da solo, solo con l’appoggio della madre, una presenza meravigliosa per il bambino. Per accudire Anakin nel migliore dei modi, Carlo decide di licenziarsi dal lavoro: le interminabili attese nei corridoi dell’ospedale, l’ansia, le giornate di immobilità dovute alla malattia, la paura prima degli interventi, l’impossibilità di correre, saltare e giocare come ogni altro bambino della sua età.

Dopo più di due anni di calvario medico, Anakin stava meglio e può tornare a scuola. Non era guarito ma la malattia è sotto controllo. Nel frattempo Carlo chiede di poter adottare legalmente Anakin, cioè chiede di potersi aggiungere al padre naturale, anche di fronte alla legge.

Al Tribunale dei Minorenni di Venezia, il padre del bambino, che durante la malattia mai lo ha visto né si è mai informato direttamente sulla sua salute, comunica che non acconsente all'adozione da parte di Carlo. Dopo un lunghissimo iter legale, fatto di numerosi colloqui, udienze, documenti e testimonianze, finalmente, nel dicembre 2015, il sogno di Carlo e di Anakin si realizza quando il Tribunale dei Minorenni di Venezia autorizza Carlo ad adottare legalmente Anakin, aggiungendosi al padre naturale russo.

Carlo e Anakin diventano una famiglia anche davanti alla legge: una gioia tanto grande da venir persino celebrata durante la messa domenicale nella parrocchia ove Carlo e Anakin vivono. Purtroppo la gioia dura poco. Inspiegabilmente, la Procura delle Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Venezia decide si impugnare il provvedimento che ha autorizzato l'adozione: legge italiana contro legge italiana, Stato italiano contro Stato italiano, quando il padre russo del minore non aveva preso alcuna iniziativa.

E’ inaccettabile che Anakin, dopo anni di incertezze sanitarie e di battaglie legali, ritorni nuovamente in balia di un giudizio che rischia di togliere quella serenità e tranquillità tanto faticosamente raggiunte e parimenti necessarie per affrontare al meglio la malattia che ancora è forte e aggressiva. A rischio c’è la sua serenità, la sua salute e la sua vita. Accanto a lui, ancora una volta, ad attendere c’è un padre, che malgrado i tanti grandi sacrifici e il tutto l’amore profuso, non sa ancora se può essere autorizzato ad esserlo.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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