Tassa sui servizi indivisibili, Confcommercio Vicenza: serve chiarezza
Venerdi 16 Maggio 2014 alle 14:46 | 0 commenti
Confcommercio Vicenza - Sulla TASI, la nuova tassa sui servizi indivisibili dei Comuni, che si dovrebbe versare in parte entro il 16 giugno, la maggioranza dei cittadini e delle imprese ad oggi non è in grado di sapere quanto e come pagare. Confcommercio Vicenza assieme alle altre Ascom del Veneto ha per questo incaricato la Confederazione nazionale di farsi promotrice di diverse proposte emendative al decreto legge del 6 marzo 2014, al fine di colmare le lacune della normativa e, soprattutto, per chiedere un rinvio della prossima scadenza di pagamento.
La proposta di Confcommercio è che, innanzitutto, venga prorogata a settembre la scadenza della prima rata 2014 della TASI o, alla peggio, che si inserisca una modalità di calcolo forfetaria della prima rata, senza quindi tener conto delle deliberazioni effettuate dai Comuni, consentendo di calcolare il tributo e conguagliare il pagamento in sede di versamento della rata di saldo.
“In tal senso abbiamo sollecitato un intervento urgente – spiega Ernesto Boschiero –. La formulazione che abbiamo proposto consente ai contribuenti di effettuare i calcoli con certezza, verificando aliquote e detrazioni definitive una sola volta, in sede di saldo. Ci sono infatti Comuni che hanno già deliberato le modalità della nuova imposta, altri che non l’hanno ancora fatto e il rischio che si creino difficoltà è altoâ€.
Tra l’altro, Confcommercio ha chiesto che gli Enti locali possano gestire le entrate tributarie con modalità chiare ed uniformi per tutto il territorio nazionale. Questo, in primo luogo, per evitare contenziosi e pratiche di controllo costose, che poi ricadono sui contribuenti, amplificando la pressione fiscale già a livelli altissimi. Inoltre, si eviterebbe il rischio di avere una tassa dai “mille voltiâ€.
Altra proposta di modifica alla normativa TASI è che si escludano gli immobili strumentali dal calcolo della tassa, in quanto i servizi indivisibili dei Comuni sono già finanziati dall’IMU corrisposta dalle imprese. “Dovrebbe essere così per il semplice principio di legittimità impositiva – spiega Boschiero-; non può essere che si finanzino gli stessi servizi con due imposte dalla stessa base imponibile. L’esempio da seguire è quello del Comune di Vicenza, che ha deliberato un’aliquota 0 per le unità immobiliari adibite a negozi, botteghe e laboratori artigianali dove si svolge l’attività â€.
“Noi ovviamente auspichiamo – conclude il direttore di Confcommercio Vicenza -  che le nostre proposte siano accolte dal legislatore e che si arrivi a dare qualche concreta risposta all’urgente necessità di definire adempimenti chiari per il  contribuente. Se le tasse si devono versare, almeno che le si paghino senza il peso di dover incorrere in errori e, quindi, in costosi contenziosiâ€.
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