Sviluppo commerciale, Zaia: norma su consumo suolo, Comuni procedono già in autonomia
Lunedi 19 Ottobre 2015 alle 16:51 | 0 commenti
Regione Veneto
“Le finalità della proposta avanzata dalla Giunta regionale non erano quelle di una norma blitz, come definita da qualcunoâ€. Lo dice il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in merito alle polemiche suscitate da una delibera contenente indirizzi per lo sviluppo del sistema commerciale.
“La dimostrazione che non si trattava di un blitz – prosegue Zaia - sta nel fatto che la proposta nr. 79 del 28 settembre scorso della Giunta regionale è attualmente al vaglio della competente Commissione del Consiglio per il parere obbligatorio, e che in tale ambito si sono sviluppate discussioni e critiche che noi tutti oggi conosciamoâ€.
“Lo spirito della norma evidentemente è questo – aggiunge il Governatore - Fare in modo che il territorio veneto venga in qualche modo ripulito da strutture dismesse e degradate, pericolanti e spesso inquinanti, che circondano i nostri centri urbani e che risultano confliggenti con il medesimo tessuto insediativo urbano. Occorre inoltre aggiungere che si tratta di interventi su aree che non hanno alcuna vocazione agricola o che tale vocazione hanno perso nel tempo. Fermo restando che la responsabilità rimane in capo ai proprietari, è di tutta evidenza che senza l’intervento del pubblico, in molti casi, una soluzione definitiva diventa difficile. Una soluzione che, sia chiaro, non soltanto non vogliamo produca nuovo consumo di suolo, ma addirittura determini un’inversione di tendenzaâ€.
“Visto comunque il dibattito e le speculazioni che ne sono derivate, ritengo più opportuno ritirare il provvedimento, ripresentandolo in modo più dettagliato e organico all’interno del progetto di legge a mia firma sul consumo di suolo, fermo restando il principio della necessità assoluta di risolvere e incentivare il recupero delle aree e delle infrastrutture degradate di cui si è detto nell’interesse dei cittadini e degli operatori i quali dovranno essere informati dettagliatamente e con serenità â€.
“Per quanto riguarda l’Agrivillage di Musile, che qualcuno ha voluto maliziosamente accostare al provvedimento definendolo un “provvedimento ad hoc†- prosegue Zaia – ricordo che:
Di questa opzione, che deriverebbe dal provvedimento, ho appreso dalla stampa.
- Da analisi tecniche, stando ai dati raccolti dagli uffici, per interventi del tipo Agrivillage (7 mila metri quadri di commerciale su 68 ettari di territorio) le leggi vigenti consentono di dare vita a nuove strutture commerciali, anche in aree agricole, fino a 1.500 metri quadri. Altresì, possono esservi anche più strutture nella stessa area, purchè totalmente indipendenti fra di loro al fine di non creare un “effetto parco commercialeâ€. Se dividessimo dunque 7 mila metri quadri per 1.500 metri quadri come previsto dalla legge, otterremmo indicativamente circa 5 strutture da 1.500 metri quadri, ovvero una struttura ogni 14 ettari circa. Tutto ciò, ripeto, è possibile con semplici scelte amministrative da parte dei Comuni. Ricordo inoltre che, sempre in base alle leggi attuali, per la vendita di prodotti agricoli direttamente da parte dei coltivatori (farmer market) non vi sono limiti alle superfici di vendita anche in area agricola.
- Ricordo infine che, sempre secondo le leggi vigenti, per la valorizzazione di strutture dismesse in aree agricole il Comune può procedere anche con un Accordo di Programma, avviando una valorizzazione generale dell’area, destinandone una parte minoritaria ad attività commerciali nei limiti sopra richiamati.
Come detto, questo è quanto prevedono leggi e regolamenti vigenti. A buon intenditor poche parole…â€
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