Pedofilo perchè ha un tumore? Anche se così fosse, nulla toglie al danno patito dalle vittime
Venerdi 28 Ottobre 2011 alle 00:55 | 0 commenti
 
				
		
Graziano Guerra, Presidente S.o.s. Infanzia Onlus - Sul caso del pediatra pedofilo si legge oggi anche questo titolo:Vicenza, il pediatra pedofilo ha un tumore al cervello: "Per questo abusava delle bimbe"
Dopo la sconfitta nazista le popolazioni tedesche attorno ai lager, prima di essere costrette con la forza dalle truppe americane a visitarli, pensavano che i forni crematori fossero un'invenzione.
E' arduo pensare cosa può fare un adulto ad una bambina che egli può controllare in ragione del suo potere o del suo legame, sia esso affettivo, professionale o istituzionale, usando diverse strategie. Vorremmo pensare che fosse un disadattato, un emarginato, magari un extracomunitario.
Quando però le statistiche ci dicono che nella stessa percentuale ci  sono laureati e analfabeti nella categoria degli abusanti per i primi si  cercano attenuanti di qualsiasi tipo, quasi a volere allontanare l'idea  che possa essere possibile una simile realtà.
Il caso del pediatra  presunto pedofilo ha creato una nuova attenzione dei media e  dell'opinione pubblica al fenomeno della pedofilia.
       Si  ripropongono vecchi e nuovi interrogativi. Chi sono i pedofili e che  cos'è la pedofilia?  E' possibile che persone ritenute stimate ed  ineccepibili sia moralmente che professionalmente siano dei mostri? Non è  facile affrontare e chiarire la complessità del problema in poche righe  o nella velocità che la comunicazione mediatica impone.
I pedofili  tendono ad essere percepiti e rappresentati dalla comunità in forme  deformanti e distorte. Ma il pedofilo non è un mostro, anche se fa cose  mostruose. Non è un orco, anche se aggredisce la speranza, la fiducia,  la capacità di amare di un bambino, anche se gli sporca l'anima, più  ancora del corpo.  Il pedofilo non è un soggetto diverso da noi, dal  comportamento strano, con la faccia da squilibrato.  Frequenta i  nostri  ambienti, ha un viso familiare. Dai nostri monitoraggi (2005 a Vicenza  2007 a Treviso), su 2000 studenti monitorati, è emerso che è un parente,  il vicino di casa, l'amico di famiglia, il professionista, l'educatore,  l'allenatore sportivo, che sa conquistarsi la fiducia della famiglia e  sa individuare il bambino da sedurre e da manipolare, lo sa, purtroppo,  con grande astuzia ed intelligenza criminale. 
Il dott. Claudio Foti, noto psicoterapeuta esperto in materia afferma: 
  Sul piano pratico, sgonfiato rapidamente il clamore massmediologico  sulla Pedofilia, transitata l'opinione pubblica dalla Grande  Indignazione al Grande Silenzio sul tema (cfr. U. Galimberti, "Il  pericolo del silenzio" in la Repubblica, 30 settembre 2000 pp. 1-15),  pedofili gentili e sadici, consumatori della pornografia su Internet,  genitori incestuosi, clienti di prostitute e prostituti minorenni sul  piano nazionale ed internazionale -  soprattutto se appartengono a ceti  economicamente garantiti e capaci di negoziazione sociale e politica -   tornano tranquillamente a disporre di solidarietà diffuse e di validi  alleati:  avvocati pronti a dimostrare che l'abuso non può essere  provato, psicologi pronti a sostenere che l'abuso è una fantasia  inconscia delle bambine, giudici pronti a concludere che un padre di  famiglia così perbene non può essere incriminato, insegnanti, educatori e  pediatri che rifiutano di segnalare indicatori evidenti di abuso  sessuale, intellettuali pronti a teorizzare che la pedofilia, se è  gentile ed altruistica, va depenalizzata, politici pronti ad affermare  che i clienti delle prostitute non si toccano, tour operator che  colludono con la promozione di avventure turistico-sessuali, ecc...
Siamo  certi che in ragione della gravità di questi orrendi delitti tutti gli  adulti vorranno essere più informati e correttamente educati su queste  tematiche. Oltre il clamore, la giusta rabbia ed il doveroso sdegno, ci  auguriamo che dal male possa nascere anche il bene, divulgando adeguate  conoscenze su un fenomeno ancora largamente sommerso e sconosciuto.  Conferenze, incontri aperti a tutta la cittadinanza, approfondimenti  nelle scuole di ogni ordine e grado, ascolto di testimonianze per capire  le dinamiche dell'abuso. Se tra coloro che raccolsero la segnalazione  su simili sospetti sullo stesso pediatra, già anni fa, ci fosse stato un  contesto di adeguato ascolto, possibile con idonea formazione, forse,  oggi non ci troveremo a discutere su simili interrogativi. 
La  solidarietà da parte nostra va sicuramente in primis alle vittime  innocenti e ai loro familiari, auspicando la sacrosanta necessità di  dare giustizia ed adeguato riconoscimento della verità a chi  ingiustamente ha patito la follia umana della perversione. Dimostrare  che sia causata o meno da una malattia al cervello forse può essere un  interesse degli adulti, alle piccole vittime immaginiamo non importi  assolutamente niente. E quest'ultimo, come cita la legge, si chiama  "interesse superiore del Bambino".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
 
  
		
		
	 
				     
				     
				     
				    