Successo per la conclusione di "Cittadini del mondo" realizzato con le Acli vicentine
Domenica 27 Maggio 2012 alle 10:39 | 0 commenti
Acli Vicenza - Grande emozione, ma anche una sana dose di divertimento per la conclusione del progetto "Cittadini del mondo", svoltasi sabato pomeriggio alla scuola elementare "Loschi" ai Ferrovieri alla presenza di oltre mille tra ragazzini e relativi familiari. La giornata ha chiuso una serie di attività incentrate sull'educazione alla legalità , alla pace ed alla cittadinanza promosse da tutti e tre gli ordini di scuola che compongono l'Istituto Comprensivo n. 8 di Vicenza, con una rappresentazione teatrale.
I primi a cimentarsi sono stati gli alunni della primaria "Loschi", che si sono esibiti in "Incontri di suoni, voci e danze per la pace". Subito dopo la rappresentazione dei bambini della scuola dell'infanzia "Marco Polo", con canti e coreografie sul tema "Io... noi... e il mondo da scoprire", quindi i ragazzi della Media che hanno messo in scena "Ma a Terezin non ho visto farfalle", una breve ma significativa interpretazione sui temi legati al nazismo ed al razzismo. Hanno chiuso la serata gli alunni della primaria "Arnaldi", che alle ore 21 hanno interpretato "Il ritmo del mondo" su coreografie di Thierry Parmentier.
"Si è trattato di un evento articolato e complesso - spiegano gli insegnanti coinvolti nel progetto: Isabella Cominato, Simona Cortonicchi, Anna Maria Palumbo e Domenico Zambito - che ha impegnato per alcuni mesi insegnanti ed alunni ed è stato reso possibile grazie al contributo delle Acli provinciali di Vicenza, che si sono dimostrate particolarmente sensibili al tema proposto". Entusiasta il dirigente scolastico Urbano Bonato: "c'è bisogno di recuperare identità ed appartenenza e tutti quei valori di rispetto delle regole e della democrazia. Grazie alle Acli è stato possibile intraprendere questo percorso importante di sensibilizzazione". Parole condivise anche dal presidente regionale Acli Andrea Luzi e dal presidente provinciale Serafino Zilio, che concludono: "è un nostro dovere pensare ai giovani ed offrire loro serie opportunità di formazione, anche educativa. Dobbiamo credere in loro e nel contempo coinvolgerli responsabilmente in un percorso di maturazione personale e comunitario".
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