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Succede in Italia...

Di Giorgio Langella Lunedi 23 Febbraio 2015 alle 20:41 | 0 commenti

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La situazione disastrosa nella quale versa la politica italiana è ben descritta da alcuni fatti successi in questi ultimi giorni.

Matteo Renzi, durante i funerali dell'industriale Michele Ferrero ad Alba, ha ascoltato contrito le parole pronunciate da Giovanni Ferrero: "Per mio padre l'aspetto sociale è sempre venuto prima del profitto. Delocalizzare, razionalizzare, cassa integrazione non sono mai state pronunciate non per strategia nella contrapposizione sindacale: il patto tra le due forze ha reso quei termini per noi inconcepibili".

I giornali parlano di “capitalismo dal volto umano” ma è solo quanto scritto nella nostra Costituzione. Dovrebbe, quindi, essere la normalità ma così non è. Nella stessa giornata, sempre Renzi, ha fatto visita alla FCA (ex Fiat) e si è dichiarato “gasatissimo” per i progetti di Marchionne. Un capitalista vorace che sposta la direzione operativa all'estero. Che, per pagare meno tasse, trasferisce la direzione amministrativa a Londra, che chiude le fabbriche in Italia e sfrutta i lavoratori in Serbia e negli altri paesi dove ha delocalizzato il lavoro. Marchionne è paladino di un capitalismo arrogante e spietato. Evidentemente Renzi e il PD hanno scelto quale imprenditoria garantisce loro maggiori convenienze politiche ed economiche.

 

Giorgio Napolitano il “presidente emerito”, oggi senatore a vita, è intervenuto in Senato sulla situazione in Libia e ha dichiarato: “l'Italia non si tiri indietro, faccia come nel 2011” (cioè partecipi alla guerra). Non una parola su quella azione dissennata, su una politica estera fatta di prevaricazione, neo-colonialismo e imperialismo. Napolitano è diabolico nel perseverare nell'errore (che, a questo punto, non è più un errore ma una precisa scelta di campo) e si conferma come il peggior presidente della storia repubblicana.

 

Sull'onda della paura dell'ISIS e la situazione creata in Libia (soprattutto come conseguenza della guerra del 2011) il governo ha confermato l'acquisto di 90 cacciabombardieri F35. Una notizia, questa dello sperpero di miliardi di euro per un riarmo che serve ad arricchire i signori della guerra, che i grandi mezzi di informazione tendono a nascondere e a minimizzare.

 

Alla camera è passata una “riforma” che stravolge la costituzione con 308 voti a favore (di questi, quasi 130 sono di eletti – si fa per dire – grazie a un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale). È stata approvata di notte, quasi di nascosto (come fanno, generalmente, i ladri), in assenza di qualsiasi opposizione. Ma quale democrazia degna di questo nome può sopportare azioni così arroganti e autoritarie?

 

Sui decreti “Ilva” e “milleproroghe” il governo ha posto l'ennesima fiducia. Sono quasi 35 le fiducie richieste e ottenute in un anno. Questo è un modo di governare assolutamente poco democratico, con un parlamento ridotto a un insieme di personaggi che votano quello che decide il capo senza discutere. Le tante fiducie chieste sono un record che dimostra come, per Renzi e il suo governo, il parlamento conti meno di niente. La chiamano modernità, ma è solo un vecchio e logoro decisionismo autoritario.

 

Renzi ha “twittato”: “Il #JobsAct rottama i cococo cocopro vari e scrosta le rendite di posizione dei soliti noti #”. Ma le “rendite di posizione” sono i diritti del lavoro sanciti dalla Costituzione. I vari esponenti del governo (a partire da quel ministro Poletti del quale è bene ricordare la “vicinanza” con gli indagati dello scandalo “Mafia capitale”), appoggiati da una informazione compiacente, hanno affermato entusiasti che l'articolo 18 è rottamato e non esiste più; che (e mentono) il precariato è finito; che (e mentono) esisterà solo il contratto a tempo indeterminato. Esultano. Ma adesso si potrà licenziare senza giusta causa e senza reintegro. L'indeterminatezza del tempo di lavoro diventerà, quindi, il fatto che non si saprà quando si verrà licenziati. Si dovrà lavorare senza sicurezze, sotto continuo ricatto, senza garanzie di alcun genere. Ce ne dobbiamo rendere conto, con il “jobs act” viene stabilito per legge che il lavoro è solo una merce che ha un prezzo stabilito da “tutele crescenti” e da altrettanto crescenti forme di insicurezza. Con il “jobs act” si invertono i principi costituzionali. Il lavoro non è più il primo diritto e la Repubblica non ha più il dovere di garantirlo ai cittadini.

 

Tutti questi esempi ci confermano che è la Costituzione a essere rottamata. Diritti costituzionali e regole democratiche vengono cancellate da personaggi che mai hanno lavorato veramente e, quando lo hanno fatto, occupavano posizioni di privilegio. È un delirio di onnipotenza da parte di chi vuole comandare senza rendere conto a nessuno. Il governo, la maggioranza che lo sostiene e chi controlla i mezzi di informazione lo sanno bene ma tacciono, falsificano le notizie e continuano nella distruzione dello Stato. Possiamo ancora restare spettatori di questa progressiva deriva autoritaria?

Leggi tutti gli articoli su: Giorgio Napolitano, Matteo renzi, Giovanni Ferrero

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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