Storie di ordinaria rivoluzione: nessuna notizia dall'Islanda?
Venerdi 8 Luglio 2011 alle 16:46 | 0 commenti
 
				
		
Riceviamo da Marco Pala e pubblichiamo, premettendo che, a memoria, sulla questione abbiamo letto e visto servizi, anche, se magari, non abbastanza. Ma questa è un'opinione.
di Marco Pala
Qualcuno crede ancora che non vi sia censura al giorno d'oggi? Allora perchè, se da un lato siamo stati informati su tutto quello che sta succedendo in Egitto, dall'altro i mass-media non hanno sprecato una sola parola su ciò che sta accadendo in Islanda?
Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al  completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i  cittadini hanno deciso all'unanimità di dichiarare l'insolvenza del  debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e  con l'Olanda, forti dell'inadeguatezza della loro politica finanziaria;  infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera  Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria  Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il  recente collasso economico.  
Sicuramente vi starete chiedendo perchè  questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due  anni. La risposta ci conduce verso un'altra domanda, ancora più  mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei  prendessero esempio dai "concittadini" islandesi?
Ecco brevemente la cronologia dei fatti: 
2008  - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca  dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende  tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta. 
2009 - A  Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le  dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il Governo - la  Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) - costringendo il Paese alle  elezioni anticipate. La situazione economica resta precaria. Il  Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei  confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5  MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese,  mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del  5,5%.
2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a  gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato.
2011  - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica  della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni  si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il  93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per  determinare
giuridicamente le responsabilità civili e penali della  crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e  membri dell'esecutivo. L'Interpol si incarica di ricercare e catturare i  condannati: tutti i
banchieri implicati abbandonano l'Islanda. In  questo contesto di crisi, viene eletta un'Assemblea per redigere una  Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la  crisi e che sostituisca l'attuale Costituzione (basata sul modello di  quella Danese). Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo  Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione  politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due  vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla  tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di  disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La nuova Assemblea  Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto  chiamato Magna Carta nel quale confluiscono la maggior parte delle  "linee guida" prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse  assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna  Carta dovrà essere sottoposta all'approvazione del Parlamento  immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si terranno.
Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Ri-evoluzione democratica islandese.
Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione
europei?
Abbiamo  ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi  salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche? 
Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?
SINCERAMENTE NO.
I  cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia  Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l'Europa,  opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della  cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo.
Siamo davvero sicuri che non ci sia "censura" o manipolazione nei mass-media?
Il  minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa romantica  storia di piazza e farla diventare leggenda, divulgandola tra i nostri  contatti.
Per farlo possiamo usare i mezzi che più ci aggradano: i  "nostalgici" potranno usare il telefono, gli "appassionati" potranno  parlarne davanti a una birra al Bar dello Sport o subito dopo un caffè  al Corso. I più
"tecnologicamente avanzati" potranno fare un  copia/incolla e spammare questo racconto via e-mail oppure, con un  semplice click sui pulsanti di condivisione dei Social Network in fondo  all'articolo, lanciare una salvifica catena di Sant'Antonio su Facebook,  Twitter, Digg o GoogleBuzz. I "guru del web" si sentiranno il dovere di  riportare, a modo loro, questa fantastica lezione di civiltà, montando  un video su YouTube, postando un articolo ad effetto sui loro blog  personali o iniziando un nuovo thread nei loro forum preferiti.
L'importante  è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione  mediatica  dell'informazione ed abbattere così il castello di carte di  questa politica bipartitica, sempre più servile agli interessi economici  delle banche d'affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più  lontana dal nostro Bene Comune.
In fede,
il cittadino sovrano Marco Pala
(alias "marcpoling")
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