Sport e arte circense contro le mafie: il Tappeto di Iqbal fa tappa a Vicenza
Venerdi 6 Dicembre 2013 alle 20:48 | 0 commenti
LIBERA Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Coordinamento provinciale vicentino - In apertura dell'Assemblea annuale del Centro Sportivo Italiano che si terrà domenica 8 dicembre dalle ore 9:30 al Palazzo delle Opere sociali di Vicenza, il Coordinamento provinciale vicentino di “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie†proporrà ai rappresentanti delle società sportive vicentine la testimonianza della cooperativa sociale “Il tappeto di Iqbal†di Napoli, rappresentata per l'occasione dal suo presidente Giovanni Savino e da ben 12 giovani artisti circensi.
Una collaborazione, quella tra il CSI e Libera, che si è realizzata negli ultimi anni anche attraverso l'istituzione del premio “Per una società legale†intitolato alla memoria di Falcone e Borsellino, che sarà conferito quest'anno ad Alessandro Donati, autore del saggio “Lo sport del doping. Chi lo subisce, chi lo combatteâ€.
La tappa vicentina del Tappeto di Iqbal – che prevede nella mattinata anche un'estemporanea esibizione in piazza dei Signori – fa parte di un tour veneto che toccherà anche Rovigo, Belluno, Padova, Dolo e Piove di Sacco.
La cooperativa "Il tappeto di Iqbal" opera nel quartiere Barra di Napoli ovvero il quartiere con la maggior presenza di giovani di tutta Napoli e allo stesso tempo con livelli di dispersione scolastica tra i più elevati della Campania. Mezzi di trasporto al minimo, assenza di un cinema, di un teatro, di centri di aggregazione, spazi pubblici chiusi e i pochi aperti devastati e abbandonati.
Barra è, con San Giovanni e Ponticelli, il cosiddetto “triangolo della camorraâ€, dove le mafie si fanno Stato e famiglie potenti come gli Aprea e i Cuccaro controllano il mercato della droga, il racket delle estorsioni, l’edilizia e vengono acclamate nella tradizionale Festa dei Gigli.
In questo difficile contesto, il Tappeto di Iqbal si occupa di interventi sociali per minori e famiglie, di politiche contro la dispersione scolastica, usando la metodologia dell'arte e del circo sociale per recuperare i ragazzini di strada e strapparli alla delinquenza e alla camorra.
Per questi giovani artisti il circo rappresenta una speranza concreta per il futuro: le scuole circensi, infatti, spesso prevedono anche programmi di formazione avanzata per i ragazzi che, una volta apprese le basi dell’arte, aspirano al circo professionale.
«Siamo costretti a stare per strada malgrado il riconoscimento nazionale e internazionale nei nostri confronti - afferma Giovanni Savino, presidente della cooperativa, ricordando il sostegno di molte associazioni italiane, tra le quali Libera, Save the Children e Legambiente, e il recente premio della Commissione Europea come miglior progetto italiano di cittadinanza critica - Abbiamo chiesto di poter stare nella scuola Salvemini di Barra ma si preferisce, in un calcolato rimbalzo di responsabilità , lasciarla nelle mani di un'abusiva, mentre noi con oltre 30 bambini dobbiamo stare in strada».
Oggi la cooperativa – più volte minacciata dai clan – soffre anche del taglio dei finanziamenti che le hanno permesso di vivere in questi anni e rischia di riconsegnare alla strada i ragazzi che era riuscita a togliere alla camorra e ad avviare ad un lavoro onesto.
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