Spettacoli, sabato Crocevia: il sacro laico di Pasqua
Venerdi 30 Marzo 2012 alle 13:47 | 0 commenti
Antonio Gregolin - Il nuovo spettacolo diretto e scritto da Antonio Gregolin, sabato sera dentro la ghiacciaia di Montegaldella(Vi), esplorerà l'umanità del Cristo: dalla religione agli uomini di strada. Chiude il cerchio iniziato con "Il Natale rubato" e dedicato a David Maria Turoldo replicato nella storica ghiacciaia di Montegaldella, il nuovo spettacolo "Crocevia" del regista Antonio Gregolin, incentrato stavolta sui temi pasquali.
Un ritorno quello di sabato sera alle 20,30 nel ventre dello storico sito con "una rivisitazione laica del sacro" sugli ultimi giorni di Cristo, attualizzati qui al nostro tempo. Filo conduttore un testo poetico scritto di pugno da Gregolin: "Tutto è nato cinque anni fa, quando scrissi "Crocevia" con la prefazione del vescovo di Sarajevo, Pero Sudar. Da questo si sviluppò un embrione di spettacolo realizzato in questi anni in alcuni uliveti Berici, fino a proporlo oggi in forma completa dentro la ghiacciaia del mio stesso paese d'origine". "Un sacro - come si legge nella prefazione del libercolo - posto in chiave di dubbio, che permette di scavare nelle coscienze per trovare parvenze di certezze spirituali", per recuperare ciò che della Pasqua ci è stato rubato. "Del Natale stanno cercando di rubarci tutto -commenta il regista-, mentre sulla Pasqua col suo carico di significati ci è già stato rubato tutto. Con la gente che sta perdendo, il senso stesso del sacro. La nostra liturgia si sta desacralizzando, se paragonata alle funzioni ortodosse". Ecco allora spiegata la scelta della ghiacciaia: "Credo non vi sia è luogo più evocativo per una passione laica. Ha la forma del Santo Sepolcro di Gerusalemme". Quasi un obbligo il ritornare dunque sul luogo dove qualche mese fa venne trattato con graffiante lucidità , il tema sul "Natale rubato". "Sento quel crocifisso ansimare da una croce dorata. Un patibolo d'oro tra le navate è ciò che oggi gli offriamo, ma la vera croce è e resta questa terra: mio, tuo, nostro crocevia quotidiano" è uno dei passaggi poetici che verranno decantati qui dalla lettrice e danzatrice vicentina, Giulia Casalatina. Un giovane chitarrista come Giacomo Sarasin, 17 anni padovano, uno dei talenti della chitarra classica, offrirà l'anima ai testi. Mentre per la resurrezione Gregolin ha voluto la superba voce classica di Elena Dante, speranza del bel canto vicentino. "Difficile immaginare cosa significhi rifiorire dopo aver visto l'albero morire. Come una quercia sradicata appare tutta la morte: le radici tolte dalla terra respirano aria nuova, trovando la luce dopo tanta oscurità " è uno dei passaggi più alti che descrivono la resurrezione. In fondo, trovare l'identità laica del sacro è già un gesto di religiosità che può riscattarci dall'indifferenza, o quasi, verso la prossima Pasqua".Â
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