Sovranità popolare e gli stipendi d’oro dei consiglieri regionali veneti
Martedi 2 Febbraio 2016 alle 10:32 | 1 commenti
Gli stipendi d’oro dei consiglieri regionali sono bolle di sapone che si alzano all’improvviso alla vista dei cittadini e che subito dopo esplodono, rientrando nell’oblio. Tutto il contrario della trasparenza indispensabile per ricucire un rapporto tanto deteriorato qual è quello tra ceto politico ed elettori. Non basta contrapporre che gli eletti sono promossi o bocciati dagli elettori. Solo in teoria il politico eletto è l’agente che opera su mandato del suo principale, l’elettore.
Nella pratica quotidiana si dà il caso che l’elettore non è in grado di svolgere il compito di controllore dell’attività svolta dall’agente. Mancano agli elettori le informazioni che contano per essere dei bravi esaminatori. Mentre la Regione Veneto continua a reclamare più indipendenza dal governo centrale, ai cittadini elettori essa non concede l’autonomia necessaria per poterli giudicare al momento del voto. I consiglieri potrebbero obiettare che gli elettori hanno a disposizione i programmi elettorali presentati dai partiti, le leggi approvate e i resoconti di ciò che si è fatto. Purtroppo, i programmi sono elenchi di buone intenzioni per il futuro. Quando si vota lasciano l’elettore in balia di una sorta di «mercato dei bidoni». L’elettore non sa in anticipo se ciò che compra è buono o cattivo. La qualità della produzione legislativa lascia tanto a desiderare che le leggi sono spesso incomprensibili anche agli addetti ai lavori – figuriamoci ai cittadini. E lo stesso si può dire dei voluminosi resoconti scritti in linguaggio burocratico. Nell’età dell’informazione in cui pretendiamo, solo a parole però, di essere immersi, il popolo potrebbe essere davvero sovrano se digitalmente alfabetizzato per accedere a piattaforme digitali che permettano di porre domande, ricevere e discutere le risposte con gli amministratori pubblici e gli eletti. Internet offre molti modi per socializzare nelle piattaforme. La posta elettronica è il mezzo più semplice di comunicazione uno-a-uno. Programmi di messaggistica istantanea creano forme più immediate di colloquio, mentre le videochiamate consentono agli utenti di socializzare visivamente, non solo attraverso un testo. La tecnologia è in evoluzione, i modi di comunicare on-line sono in costante sviluppo. Colmando il divario tra gli eletti titolari dell’informazione e gli elettori che ne sono privi, si avrebbero sempre più cittadini attivi perché bene informati. Basterebbe compilare una lista di facile lettura della spesa pubblica e dei risultati conseguiti per ciascun euro speso. L’informazione è un bene primario per la salute sociale delle comunità amministrate. Una salute messa a repentaglio dalla rottura dei fili di comunicazione tra gli elettori che in misura crescente si astengono dal votare e gli eletti che presiedono all’amministrazione della cosa pubblica. Allo stato attuale delle cose la sovranità popolare è una foglia di fico che nasconde l’autoreferenzialità degli eletti asserragliati nella Fortezza Bastiani di cui narrava il bellunese Dino Buzzati nel suo romanzo «Il deserto dei Tartari».Â
di Piero Formica dal Corriere del Veneto
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