Sotto indagine anche le tessere degli sconfitti del Pdl
Martedi 14 Febbraio 2012 alle 15:04 | 0 commenti
Sono stati, come abbiamo scritto ieri, 2.933 i voti regolarmente espressi dagli iscritti al Pdl al primo congresso provinciale del Popolo della libertà . Tanti, per la mancanza di trilling competitivo dopo il patto romano, non abbastanza se gli aventi diritto erano 15.698, di cui, come ci ricorda oggi la stampa locale, 14 mila erano quelli con tessere ascrivibili al neo coordinatore provinciale Sergio Berlato. E qui nasce il problema del titolo per i sostenitori del suo neo vice Pierantonio Zanettin.
Che da buon avvocato difensore della sua linea pre congressuale continua a dire ai suoi fan «lo sono perché costretto dal nazionale», dimenticando da "vecchio" liberale (come ci siamo conosciuti e riconosciuti domenica) e da politico appassionato, ma navigato, che non può cancellare il suo esercizio del libero arbitrio nell'accettazione di oneri e onori della carica.
Ma, allora, tornando al nostro titolo premonitore e ai conteggi della stampa (amica di Zanettin per il malpensante Berlato, ci raccontava anche il GdV parlando del suo attacco allo stupidario) qual è il problema? Non solo il nostro collega sa far di conto, ma anche, se non di più, lo sanno fare gli inquirenti sul caso tessere farlocche che si sarebbero detti: «se è vero come è vero che "al teatro comunale, domenica, è giunto soltanto un ruscello: un iscritto su cinque, anzi meno, il 18,7%" e se tra le 14.000 richieste di tesseramento abbiamo ragionevoli dubbi su 7.907 (se il Gdv anche questa volta era ben informato, ndr), dove erano i circa 1.700 tesserati della parte avversa mai messi in discussione?» Anzi 3.300 suggeriiamo noi a Palazzo Negri a seguito della precisazione di Zanettin: «3.300 sono le tessere inviate dal provinciale (Vicenza, ndr), tutte corredate da documento identificatico, tra le quali non è presente nessuna di quelle farlocche (l'indicativo è suo, per diritto d'autore e per non essere ulteriormente indagati anche noi, ndr)».
E allora vi chiederete, voi lettori umani e voi componenti della minoranza consensualmente seduti nell'organo provinciale di governo del Pdl, allora che vuol dire questo esercizio di quesiti matematici e non solo?
Pazienza, ci siamo quasi arrivati.
Gli inquirenti, per ovvia correttezza, avrebbero deciso, usiamo doverosamente il condizionale per non esporre le nostre fonti che provano ad aiutarci nel soddisfare la vostra curiosità , che «se i votanti al di sopra di ogni ragionevole dubbio erano assenti pur non essendo cacciatori e, quindi, di sicuro impegnati in politica e ideologicamente "a caccia" di trasparenza nel Pdl, abbiamo il dovere di verificare anche le loro tessere per capire se fossero firmate o meno, direttamente o indirettamente, con bollettini pagati o no da loro stessi, da parenti dei candidati, cioè, da dipendenti, collaboratori, amici e vecchiette».
Noi ne citiamo, per par condicio e piccola concorrenza editoriale, una a caso come testimonial tipico della fede ideologica dei votanti pidiellini doc: la dolce ma sveglia ottantenne finita tempo fa sul Gdv per non aver pagato le bollette (graziata lei sì, tanti altri no, da un anonimo colpito da così tanta notorietà ) e che si aggirava domenica, dopo aver compiuto il suo dovere, tra le poltrone del teatro infastidita e non poco perché chi l'aveva accompagnata tardava da più di un'ora nel ricondurla nella sua casa ora con la luce, preso com'era, umanamente, dalle P.R. Quella signora non sappiamo se avrà firmato dopo aver superato i test di berlusconismo, di certo non avrà prelevato dalla sua esigua pensione i sia pur pochi euro necessari per la prossima bolletta.
Non è che questa volta Galan abbia avuto ragione quando si è lasciato scappare sui tesseramenti per amicizia un «così fan tutti»?
E la differenza etica non la farebbe la quantità dei cacciatori arruolati ma, bisogna riconoscerlo, fidelizzati, come, che so, Formigoni fidelizza (o è fidelizzato da) ciellini.
Quella maggior quantità farebbe solo definire più munifico (a fin di bene o no lo dimostreranno solo i fatti, questa è cosa su cui noi veramente indagheremo) chi avrebbe incoraggiato numeri più grandi per contrastare le posizioni di rendita storica. Speriamo solo politica anche se qui attendiamo con la giusta tempistica la mossa di chiarezza contro il malgoverno promessa ad inizio campagna dall'eurodeputato, ora coordinatore provinciale del Pdl.
Un p.s. ironico e dubitativo ce lo concediamo, prima che qualcuno, magari tra i sartoriani sull'altra sponda, non ce ne chieda la forzata rimozione: non è che organizzando più che la comunicazione detrattiva quella di promozione delle proprie idee verso i fidelizzabili o, magari, solo la logistica domenica potevano essere molti di più i votanti per la tesi oggi sconfitta?
Forse non solo il Pdl ma tutta l'Italia ha bisogno di chi inizi di nuovo a lavorare per costruire qualcosa e non solo e sempre per vincere contro qualcosa e qualcuno!
Altrimenti si fa, lo dico con personale amarezza, come il Pd: incentrata la propria attività contro Berlusconi oggi si trova ad appoggiare non un suo leader, ma i professori delle banche.
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