Sostegno pubblico regionale, Stefano Casali (CDV): "un ‘patentino di legalità' per poter accedere agli interventi"
Martedi 28 Novembre 2017 alle 21:20 | 0 commenti
Costituirà criterio generale per la concessione di provvidenze di competenza regionale il non aver riportato una o più condanne per delitti (e non per semplici contravvenzioni) non colposi puniti con sentenza passata in giudicato: è questo il contenuto della Proposta di legge illustrata dal Capogruppo di Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà Stefano Casali con i colleghi Andrea Bassi e Fabiano Barbisan nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi 28 novembre a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto.
La finalità perseguita è quella di fare in modo che, nel concedere contributi derivanti da risorse del bilancio regionale, si tenga conto anche dei principi di etica e giustizia; le condanne, nel caso, devono inoltre raggiungere un tempo superiore a due anni di reclusione oppure, se inferiore, non dev'essere stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena.
"I soldi pubblici - riassume Casali - devono andare a persone perbene. Il nostro progetto di legge regionale, primo in Italia nel suo genere, mira a far sì che, ai condannati per reati particolarmente gravi - ma neanche troppo perché comunque dobbiamo tutelare appunto le persone perbene - non possono essere erogati fondi pubblici, ossia fondi dei cittadini veneti. Ovviamente, se poi il soggetto sarà riabilitato, potrà ripartecipare all'erogazione. Con questa proposta puntiamo quindi a predisporre una sorta di ‘patentino di legalità ' per poter accedere ai soldi dei veneti messi a bando."
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