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Sostegno psicologico e sostegno ai genitori: Caritas Vicentina cerca nuovi volontari

Di Emma Reda Mercoledi 29 Ottobre 2014 alle 23:04 | 0 commenti

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La Caritas Vicentina cerca laureati in psicologia, iscritti all'Ordine degli Psicologi, già psicoterapeuti o specializzandi, così come pedagogisti clinici, insegnanti, mediatori familiari ed educatori disposti a mettere a disposizione un po' del loro tempo per aiutare persone e famiglie in difficoltà: il corso inizia il 6 novembre. I dati di accesso ai due servizi sono il segno di un disagio e di solitudini crescenti, che le difficoltà economiche di tante famiglie aggravano ulteriormente. Di seguito la nota dell'organizzazione, qui la testimonianza di Luisa e qui quella di due genitori.

Caritas cerca volontari specializzati per i suoi servizi di sostegno psicologico e di sostegno educativo. Prende il via per questo il 6 novembre un corso – articolato in  cinque incontri e in alcuni laboratori specifici – destinato a formare al servizio Caritas quei professionisti che intendono condividere nel dono un po’ di tempo e le loro competenze come volontari in questi due spazi di aiuto alle persone in difficoltà. 

L’appello è rivolto a persone laureate in psicologia, iscritte all’Ordine degli Psicologi, già psicoterapeute o specializzande, così come a pedagogisti clinici, insegnanti, mediatori familiari ed educatori.  Gli incontri si terranno in orario serale presso la sede Caritas in contrà Torretti 38 a Vicenza e si suddivideranno in due fasi: la prima – composta da quattro incontri con cadenza settimanale - comune per gli aspiranti volontari di entrambi i servizi e la seconda – nella forma di laboratori - specifica per ciascun servizio.

Relatori della parte comune saranno il sindaco di Santorso Franco Balzi, il coordinatore della Commissione Caritas Migranti Alberto Bordignon, gli psicologi psicoterapeuti Mauro Burlina e Emilia Laugelli, il docente di Filosofia presso la Facoltà Teologica del Triveneto Leopoldo Sandonà, il direttore della Caritas Diocesana don Giovanni Sandonà, mentre i laboratori specifici saranno affidati rispettivamente alla coordinatrice dello sportello di sostegno psicologico Caritas, Serena Bimbati e a Mauro Burlina, e alle coordinatrici dello spazio di sostegno educativo, Francesca Montemezzo e Anna Verde.

I temi che verranno trattati durante il corso spaziano dalle prospettive antropologiche agli esempi locali di iniziative centrate sull’attenzione alla persona e alla cura delle relazioni, dalle diversità culturali al volontariato Caritas, fino all’esperienza dei servizi Caritas a cui i partecipanti sarà alla fine chiesto di partecipare come volontari.

Per informazioni sul corso ci si può rivolgere, per lo spazio di sostegno psicologico all’indirizzo mail [email protected] e al telefono 345-3685234345-3685234  (dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 20.00); per lo spazio di sostegno educativo, invece, si può scrivere a [email protected] o telefonare al numero di telefono 345-5626820345-5626820.345-3685234345-5626820

 

Lo spazio di sostegno psicologico

Il servizio Caritas di sostegno psicologico nasce nel 2008  con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi – Consiglio regionale del Veneto. E’ un servizio a disposizione delle famiglie, coppie e persone in situazioni di disagio e sofferenza, che escludono il ricorso al sostegno psicologico a causa delle ristrettezze economiche in cui versano o sono bisognosi di un aiuto immediato ma in difficoltà di fronte alle liste di attesa dei servizi pubblici. Il servizio viene svolto da 26 psicoterapeuti o specializzandi volontari, già iscritti all’Ordine degli Psicologi. Alle persone è offerto un percorso di sostegno psicologico di massimo 5 incontri, per ognuno dei quali è richiesto un piccolo contributo (non superiore ai 10 euro), che affluisce in un fondo cassa a parziale copertura dei costi dell’iniziativa (come corsi di formazione e supervisioni). Lo sportello si trova in Contrà Torretti 38 a Vicenza ed è aperto tutti i mercoledì dalle ore 18.00 alle ore 21.00, previo appuntamento (tel. 345-3685234345-3685234 dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 20.00). Per informazioni è possibile anche scrivere all’e-mail [email protected].345-3685234

In sei anni e mezzo di apertura (maggio 2008 - settembre 2014) il servizio ha incontrato circa 500 persone per un totale di 343 situazioni di difficoltà (a volte gli incontri infatti riguardavano una coppia o una famiglia). A chiedere aiuto la maggior parte delle volte (63%) sono state donne e ben 276 situazioni hanno riguardato persone o famiglie italiane.

Il maggior picco di accessi fra gli italiani riguarda la fascia di età 51-60 anni. Fra i migranti, invece, la richiesta di aiuto si concentra maggiormente (36%) nella fascia di età 31-40 anni.

La quasi totalità delle richieste (75% fra gli italiani e 80% fra i migranti) vive nella provincia di Vicenza, mentre, per quel che riguarda lo situazione familiare, il 45% degli uomini che chiede aiuto è celibe e soffre spesso per temi legati alla solitudine affettiva, mentre al contrario ben un 39% delle donne che accedono al servizio risulta coniugato e vive maggiormente situazioni di conflittualità in famiglia.  Fra i migranti, la percentuale maggiore di richieste di aiuto arriva da coniugati (spesso donne), che soffrono per un partner assente e vivono in solitudine e senza sostegni il ruolo di genitori. Quanto al lavoro, il 63% degli uomini e il 54% delle donne possiede un lavoro, il più delle volte a tempo indeterminato. Infine il titolo di studio: la quota maggiore di uomini che si sono rivolti al servizio possiede la licenza di scuola media inferiore (38%), a differenza delle donne (31%) che detiene una licenza di scuola media superiore.

Le richieste di aiuto fra gli italiani riguardano, in ordine di importanza: le difficoltà familiari, quelle economiche, tematiche psico-sociali (che richiedono un lavoro di rete e un coordinamento con i Servizi del territorio), le problematiche lavorative. Un ordine leggermente diverso nel caso in cui a chiedere aiuto sia stata una persona migrante: prima vengono i problemi familiari, poi di reddito, infine di lavoro. Fra le donne migranti, si rileva invece un aumento delle difficoltà psicosociali legate al mantenimento dei figli o all’essere genitore unico.

“I dati – sottolinea Serena Bimbati – raccontano il collasso di alcuni servizi territoriali e la crisi di modalità obsolete di risposta alle richieste psicologiche delle persone. Il lento disgregarsi di alcune appartenenze, dal lavoro alla famiglia, produce, poi, un innalzamento della soglia di sofferenza, non più sostenuta da una rete di relazioni ed affetti. Ora l'individuo, rimasto solo nella società e disilluso, cerca modalità di autoguarigione, che talvolta risultano dannose. Richiedere, quindi, un sostegno psicologico può essere un primo passo per uscire da un isolamento, a tratti schiacciante. Rappresenta un'occasione per costruire nuovi legami di senso nella propria vita, attraverso l'esperienza di una prossimità e dentro ad una relazione d'aiuto. Ogni incontro, se genuino, cambia infatti l'essere umano”.

 

Lo spazio di sostegno educativo

Lo spazio di sostegno educativo è un servizio offerto ai genitori che, incontrando individualmente un professionista volontario, trovano la possibilità di confrontarsi sul ruolo educativo e, se lo vogliono, di intraprendere successivamente un cammino per creare un gruppo di auto mutuo aiuto su tematiche di loro interesse, potendo far emergere le proprie potenzialità, scoprire nuovi stili educativi e trovare sostegno al proprio ruolo genitoriale. Gli attuali 13 volontari ricevono solo su appuntamento (tel. 345-5626820 il martedì dalle ore 19.30 alle ore 21.30 e il venerdì dalle ore 15.00 alle ore 17.00); gli incontri avvengono in contrà Torretti 38 a Vicenza tutti i martedì dalle 19,30 alle 21,30. Per informazioni è possibile anche scrivere all’e-mail [email protected].345-5626820

Nel concreto, lo Spazio prevede tre incontri strutturati per dare rispettivamente un’occasione di ascolto, una di dialogo e una di risposta, calibrando in ogni caso il numero degli incontri sull’effettivo bisogno della persona o della coppia. Qualora si rendesse necessario un ulteriore di affiancamento, la famiglia può essere rinviata ai servizi territoriali od eventualmente a professionisti privati presenti in Diocesi, anche attraverso la consegna di un elenco di esperti non volontari nel servizio. L’obiettivo primario rimane in ogni caso l’avvio di un gruppo di auto-mutuo aiuto per genitori. Al genitore o alla coppia viene chiesto un contributo non superiore a 10 euro per i tre incontri, che vengono utilizzati per coprire le spese di segreteria, supervisione e formazione e gestione dello Spazio stesso. 

“Finora - spiegano le coordinatrici Francesca Montemezzo e Anna Verde - sono state 9 le richieste di sostegno educativo a cui abbiamo avuto modo di dare una risposta. Gli incontri hanno dato modo ai genitori di condividere e di chiarire il disagio vissuto tra le mura domestiche, per trasformare poi le criticità in potenzialità. Spesso si tratta di famiglie affaticate, magari da una separazione o da un lutto. Fra le problematiche intercettate, a cui lo sportello tenta di fornire una possibilità di affiancamento, situazioni di figli violenti verso i genitori, o di adolescenti che scappano di casa, così come l’uso di sostanze che creano dipendenza, la presenza di comportamenti e atteggiamenti non adeguati, o verbalmente aggressivi, difficoltà scolastiche e problemi di relazione con i figli. In alcuni casi particolari e complessi abbiamo accompagnato le famiglie in una prosecuzione del sostegno da parte del SerT o abbiamo messo in contatto le persone con l’assistente sociale”. Il lavoro dei volontari ha aiutato padri e madri a riconoscere il proprio ruolo di genitori, li ha aiutati a creare una coerenza in modo tale da creare nella coppia una buona alleanza educativa, o, ancora, ha aiutato i genitori a sperimentare un comportamento, una modalità d'azione nuova, e successivamente ha aiutato nella verifica della sua efficacia.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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