Sogno di fine inverno
Domenica 22 Aprile 2012 alle 10:29 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 232
Nella contea di Kent dove sono cresciuto, a sudest di Londra, c'è la bella cittadina di Rochester, che sta godendo il suo momento di notorietà per via del bicentenario di Charles Dickens, che vi trascorse molti anni della sua vita e vi ambientò molte delle sue opere. E' una città su un fiume e con un hinterland industriale che, fino a pochi anni fa, estendeva i suoi tentacoli fino in centro, soffocando il castello normanno, la cattedrale gotica e le strade medioevali intorno.
«Brutta città - tuonava mio zio che viveva lì vicino -. Traffico, sporco, anonima appendice di Londra». E così era. Adesso il traffico non entra più, si è fatto un parco intorno al castello, e i vecchi pub del centro sono pieni di visitatori che si fermano sulla strada di Dover verso Londra, anziché i camionisti di una volta.
Sebbene io visiti Padova di rado, mi sembra di capire che abbia fatto una scelta simile. Certo è che poco prima di Natale ho camminato dalla stazione fino a Piazza delle Erbe, poi verso Prato Della Valle, e sono rimasto impressionato dalla mancanza di automobili. Un'altra volta dovevo andare in un luogo a sei o sette chilometri dal centro, di domenica, e potei prendere un autobus.
Quando arrivai a Vicenza trent'anni or sono, incontrai per caso uno scozzese in un'osteria.
«Vicenza ha tutti gli svantaggi di una città senza nessuno dei suoi vantaggi - mi disse. Traffico, inquinamento, ma senza una vita culturale degna di questo nome».
Era ubriaco, esagerò, però è un po' così. Stiamo soffrendo ogni giorno di inquinamento, che pure dovrebb'essere minore di quello di città più grandi come Padova e Verona. Soltanto piccole zone del centro storico sono veramente pedonali, e le piste ciclabili sono episodiche e non connesse fra di loro. Negli anni sessanta l'Italia era povera, la produzione doveva crescere ad ogni costo e così via, però ora siamo arrivati al periodo post-industriale. Vicenza, come ho già scritto, è un bellissimo involucro per una città essenzialmente campagnola. Mi verrebbe di pensare che quest'involucro non viene valorizzato nonostante le spese notevoli del comune per guide piuttosto specializzate per i 500 anni del Palladio. Anno in cui i visitatori delusi trovavano oscurata dall'impalcatura la Basilica.
Or, si è sentito parlare di piani audaci per pedonalizzare il centro, ma pochi sono i fatti. Vicenza può diventare una magnifica città museo, una piccola Venezia terrestre. Pensate a una zona vasta, dal Viale del Verme a Ponte Alto e fino a Porta Monti, e così via, come zona pedonale, o almeno ZTL. Pensate di poter camminare lungo tutto Corso Fogazzaro fino Santa Croce, per tutta la zona tra Piazza Erbe e Porton del Luzzo, e poi anche lungo il sottovalutato ‘Borgo Veneziano' intorno alla Caserma della Guardia di Finanza. Che vaste zone espositive da visitare, con la risistemazione, tanto per dire dell'ex carcere, dell'ex-monastero di San Biagio. Un centro città vibrante, dinamico, una vera vetrina per la creatività artigianale delle zone intorno. Vicenza non attirerà mai molti turisti che dormiranno qui - Venezia e Verona sono troppi vicine -, ma diventerebbe una tappa d'obbligo per tutti quei turisti di passaggio, che potrebbero trascorrere qui almeno tre o quattro ore e spendere i loro 40 o 50 euro. L'aria sarebbe anche molto migliore col numero di macchine ridotto, con autobus elettrici che fanno la spola tra i mega-parcheggi ed il centro. Le città come Rochester nel Kent posizionano il servizio Parcobus all'uscita dell'autostrada, quindi si potrebbe pensare ad aree di parcheggio a Vicenza Est e Vicenza Ovest. E poi ci vorrebbe un servizio di autobus o tram - cosa che Variati ci aveva se non promesso, comunque proposto durante la sua campagna elettorale - che sia una vero alternativo alla macchina. Chi porta la macchina a Venezia? Tutti andiamo in treno. Possibile che chi parte da Bolzano Vicentino, Sossano, Valdagno non possa venire a visitare il museo del centro storico con un mezzo frequente e non troppo costoso? Piste ciclabili collegate, pagate forse dallo stesso tipo di tassa che esiste a Londra per quelli che vogliono a tutti i costi portare la propria macchina verso il centro. Ma, insomma, dopo la fine di un inverno lungo e freddo, un po' di sogni ci saranno permessi? In fondo arriva la primavera.
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