Sindacati pensionati presentano dati su situazione IPAB e su riforma regionale
Mercoledi 28 Ottobre 2015 alle 12:18 | 0 commenti
CGIL VicenzaÂ
Nei giorni scorsi si sono tenuti i Direttivi unitari Spi, Fnp, Uilp di Vicenza. I Direttivi sono stati l’occasione per presentare i dati emersi dalla Ricerca fatta tra maggio e giugno 2015 sulle Case di Riposo dell’Ulss n°6. La Ricerca, curata dal dottor Emilio Tanzi (Ricercatore che da più di quindici anni lavora sui temi della non autosufficienza), si basa sui dati emersi attraverso una “Scheda di rilevazione†(hanno collaborato 19 Strutture su 21. Teniamo conto che nel territorio dell’Ulss n°6 è presente più del 30% delle Case di Risposo della Provincia di Vicenza, la percentuale è ancora più alta se si considerano i posti letto complessivi presenti nella Provincia di Vicenza).
I Segretari Generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Igino Canale, Vittorino Deganello e Roberto Merlo hanno motivato la scelta della Ricerca affermando che le Case di Riposo (Centri Servizi per Anziani) e, in generale, i servizi per anziani sono in continua evoluzione, la stessa domanda di servizi da parte dei cittadini anziani e delle loro famiglie è cambiata negli ultimi anni. Considerando le dinamiche che stanno caratterizzando il sistema di Welfare della nostra Regione e le difficoltà che, ogni giorno di più, anche le famiglie vicentine e le Case di Riposo stanno incontrando nel trovare/dare risposte adeguate ai bisogni della popolazione, come Organizzazioni Sindacali dei Pensionati di Vicenza si è sentita l’esigenza di farci un’idea più chiara sullo “stato di salute†dei Centri Servizi per Anziani della nostra Provincia. I dati della Ricerca fanno emergere aspetti positivi e criticità dell’offerta di servizi dei Centri Servizi per anziani dell’Ulss n°6, criticità che, secondo il Ricercatore, possono essere piste su cui poter lavorare. Tra queste Canale, Deganello e Merlo sottolineano
La limitata apertura delle strutture al territorio e la loro tendenza a focalizzarsi sulla sola offerta residenziale
Le Rette molto diversificate sia in quantità (per esempio un posto letto per non auto sufficiente va dai 37,5 euro ai 61,6 euro al giorno) che in qualità di servizi dentro e servizi fuori dalla retta e quindi soggetti ad ulteriore pagamento
La debole partecipazione dei Centri Servizi per Anziani ai processi decisionali sulla definizione delle politiche di welfare locale, nonostante il ruolo fondamentale che esse svolgono, non solo verso gli anziani non autosufficienti.
La necessità di aumentare e potenziare le forme di collaborazione con gli attori del territorio, in particolar modo con quelli sanitari (Medici di base, Ospedali, Distretto)
Tali riflessioni, per Spi, Fnp e Uilp di Vicenza, possono valere anche per gli altri territori della nostra provincia; fanno emerge, soprattutto, problematiche che il sistema dei Centri Servizi deve affrontare, per poter svolgere la propria funzione e reggere i cambiamenti sociali in atto (invecchiamento della popolazione, contesti familiari sempre più deboli) e cioè:
la necessità che i Centri Servizi per anziani abbiano la gestione complessiva di tutta la filiera dei servizi agli anziani (assistenza domiciliare, centri diurni, pasti a domicilio ecc.); la necessità per i Centri Servizi per anziani di unirsi e di fare sistema e nel caso delle Case di Riposo più piccole di fondersi (alcune Ricerche evidenziano in 120 posti letto una soglia adeguata per gestire il servizio in modo efficace ed efficiente, coniugando qualità ed economicità ).
Questi dati hanno portato i Direttivi ad affrontare il secondo punto all’Ordine del giorno e cioè il Progetto di Legge Zaia sulla trasformazione delle IPAB in Veneto. Dopo la presentazione della proposta di Legge Zaia, fatta, a nome di Cgil, Cisl, Uil di Vicenza, da Gino Ferraresso del Dipartimento Stato Sociale della Cgil di Vicenza, che ha evidenziato luci e ombre del Progetto di Legge, hanno portato il loro contributo anche rappresentanti delle Centri Servizi per Anziani (il Dottor Lucio Turra – Presidente dell’Ipab di Vicenza, il dottor Michele Pasqualetto Direttore dell’Ipab “La Casa†di Schio, la Dottoressa Maddalena Dalla Pozza direttrice della Casa di Riposo “Serse Panizzoni†di Camisano Vicentino, il Dottor Franco Zaccaria Direttore della Casa di Risposo “Cà Arnaldi†di Noventa Vicentina) e il Dottor Robertino Cappozzo, Sindaco di Lugo Vicentino e Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss n°4 Alto Vicentino. Ai lavori sono intervenuti anche i Segretari Generali della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl, Uil di Vicenza e i Segretari Generali Regionali di Spi, Fnp, Uilp. Le conclusioni dei Direttivi Unitari sono state fatte da Renato Riva della Segreteria Confederale della Cisl di Vicenza.
Spi, Fnp, Uilp di Vicenza ritengono sia necessario accompagnare la discussione su questo progetto di Legge con riflessioni ed iniziative che aiutino la cittadinanza a capire la portata della discussione; pensano che si debba mantenere un governo pubblico delle Ipab; che si debbano sostenere le strutture che vadano oltre la residenzialità ed integrino la loro attività con quella erogata da altre istituzioni (Comuni e Ulss); si debba incentivare la fusione obbligatoria per le Ipab di piccole dimensioni; mettere le Ipab attuali nella reale possibilità di scegliere tra mantenersi pubbliche o privatizzarsi, trasformandosi in Fondazione (attualmente il privato rispetto al pubblico ha non solo un costo del lavoro più basso, ma anche una tassazione di vantaggio - vedi Irap agevolata).
Inoltre, secondo i Segretari Generali di Spi, Fnp, e Uilp di Vicenza, nella proposta di legge mancano alcuni elementi che sono fondamentali per affrontare i cronici problemi di accesso alle strutture e di carenza di personale socio assistenziale che le caratterizzano, e cioè:
a) da un lato il tema delle rette: la parte sanitaria della retta pagata dalla regione copre ormai solo il 40% della retta e non il 50% come dovrebbe (questo significa che una parte dei costi sanitari ricade sulla parte alberghiera della retta che è sostenuta dai pazienti); inoltre il numero delle impegnative di residenzialità (parte sanitaria delle rette) è insufficiente rispetto ai bisogni, per cui ci sono persone che per entrare in Casa di Riposo si devono pagare sia la quota alberghiera che quella sanitaria (questo porta il costo per le famiglie a livelli insostenibili e questo spiega i posti liberi nelle Case di Risposo);
b) dall’altra parte è necessario ridefinire gli standard di personale, fermi agli anni Ottanta e quindi assolutamente insufficienti rispetto ad una realtà dei servizi alla non auto sufficienza che, a fronte della eliminazione degli Ospedali geriatrici e della diminuzione dei posti letto di lungodegenza negli Ospedali, ha visto aumentare in maniera significativa i bisogni sanitari degli ospiti dei Centri Servizi Per Anziani.
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