Sfrattato suicida, Sunia: ci vuole legge per riconoscere le morosità incolpevoli
Giovedi 16 Maggio 2013 alle 18:37 | 1 commenti
Sunia Vicenza - Di fronte al gesto del conduttore di Almisano (Lonigo) che si gettò dall'appartamento gestito dal Comune di Lonigo e dal quale stava per essere sloggiato per morosità , il Sunia esprime la propria solidarietà alla famiglia. Questo atto non è il primo: a Vicenza sette giorni fa una conduttrice minacciò di darsi fuoco piuttosto di subire lo sloggio forzato.
Non sono atti estremi ed isolati ma l'espressione di malessere e protesta, purtroppo solo individuali, contro una situazione che vede i povere e gli impoveriti soccombere ancora una volta. Essi sono vittime della perdita generalizzata di lavoro e di reddito e dell'impoverimento diffuso nella società , anche a Vicenza e provincia. Questo impoverimento ha dei responsabili complessivi : le finanziarie e le banche, nei cui confronto nessun Governo né autorità europea ha preso dei provvedimenti almeno riequilibrativi.
Le leggi vigenti in materia di sfratti, in buona parte datate 1942, sono finalizzate alla sola tutela della proprietà privata e non lasciano spazio di umanità  alle persone del Tribunale, che -comprendendo i drammi degli sfrattati- peraltro cercano di forzare fino al limite la scarsa elasticità delle norme.
Ma ci sono anche responsabili locali: i privati e gli enti pubblici non considerano che la morosità è incolpevole perché la sue cause non risiedono nelle famiglie insolventi ma altrove, nella recessione, nella chiusura delle aziende, nella casa integrazione e nella disoccupazione. Ognuno ha le sue scuse per trascurare il povero e l'impoverito (probabilmente non va nemmeno a votare....). I privati ritengono sia loro compito guadagnare dalla loro proprietà , talvolta costata sacrifici, l'Ater e le Aim hanno le compatibilità di bilancio da rispettare, i comuni hanno mi vincoli alla spesa. E così questa logica liberista imperante fa da tritacarne per i poveri, i deboli, gli impoveriti. Fra bilanci e vincoli di compatibilità non c'è posto per loro. Sono dei “vuoti a perdereâ€, come è stato scritto.
Ma non è così! Il problema sono le scelte che comuni ed enti pubblici fanno. I loro bilanci vanno rivisti in ragione delle necessità degli sfrattati che, come noto, non necessitano di un contributo passeggero ma di una casa. E' necessario cambiare mentalità e scelte: nei bilanci comunali: meno spese per sport, tempo libero, spettacoli, scuole private ed impiego dei fondi così ricavati nell'affitto di case per sfrattati. C'è chi lo fa. La Regione riveda anch'essa i suoi conti. In questa situazione la rappresentanza presso la CEE può sembrare eccessiva e forse uno spreco. Tagli altre poste di bilancio per destinarne le risorse alla costruzione di alloggi di edilizia pubblica.
E poi c'è la ipocrisia di certi politici.
Il sindaco di Lonigo cerca scuse vuote trasferendo la sua responsabilità sulla vittima: gli è stato offerto di lavorare ma non è accettato (lavori a scarsa resa e durata). Però non ha fatto la cosa più semplice e facile: non sfrattare.
I rappresentanti del PDL in consiglio regionale Dario Bond e Piergiorgio Cortelarzzo (Giornale di Vicenza 16/IV) affermane che ci vuole un piano regionale ma la Regione non dà un euro per l'edilizia pubblica e sostiene un piano per vendere più della metà degli alloggi pubblici, un progetto per un aumento significativo e generalizzato dei canoni dell'edilizia pubblica, per tagliere la durata dei contratti e cacciare gli inquilini da queste case ed latri simili macelli. Essi osano presentare questo sfracella a danno dei poveri come una buona soluzione. Il piano case di PDL e Lega a é finanziato in larga prevalenza con le vendite di alloggi popolari e l'aumento dei canoni di edilizia pubblica. Se non son queste ipocrisia e travisamenti dei fatti!
Chiamare “crisi†l'attuale fase è un errore scientifico, prima che sintomo di miopia sociale. Bisogna prendere i soldi dove ci sono (finanziarie, banche, ricchi) e cambiare teste e mentalità , bisogna indirizzare la spesa pubblica verso le vittime del mercato selvaggio e senza regole.
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Mi chiedo quando faranno una legge e/o un decreto che possa intervenire in queste situazioni critiche e prevenire almeno i casi più drastici. Io proporrei innanzitutto di ridurre sia questi stipendi che le pensioni anche se già maturate in quanto sono a delle cifre vergognose e le si devolvessero ad un fondo di solidarietà per un pronto intervento di casi e/o situazioni come queste e in particolare a chi risultasse veramente in difficoltà.
Mi propongo a tutti coloro che la pensano come me, per una raccolta di firme, in modo tale di portare questa proposta agli occhi degli organi competenti e far loro capire come la pensa chi da a loro anche uno stipendio!
A chi volesse aderire lo potrà fare aggiungendosi a questo commento oppure lascio anche la mia mail: [email protected] , che se raggiungeremo un numero consistente di aderenti, potremmo avere la forza di dirlo a coloro che poi ne eseguiranno il nostro mandato.