Opinioni | Quotidiano | Categorie: Politica

Sessant'anni dalla morte di De Gasperi e il diritto all'autonomia

Di Citizen Writers Martedi 19 Agosto 2014 alle 10:57 | 0 commenti

ArticleImage

di Roberto Ciambetti*

Sono trascorsi 60 anni dalla morte di Alcide De Gasperi, il 19 agosto del 1954 e l’anniversario impone una riflessione. Come buona parte dei trentini, allo scoppio della Grande Guerra non era un irredentista, preferiva Vienna a Roma ma chiedeva per il suo Trentino quell’autonomia che sola avrebbe potuto valorizzarne l’identità e potenzialità.

Vienna non solo non concesse l’autonomia ma instaurò a Trento un regime repressivo che in breve riuscì ad alienare le simpatie austrungariche, pur radicate, della popolazione.
Al termine della Grande Guerra da cattolico De Gasperi si ritrovò a rappresentare l’istanza autonomistica nel parlamento sabaudo a Roma ma, come già a Vienna, le sue ragioni cozzarono contro muro nazionalista eretto da Mussolini.
Dopo un’altra sanguinosa guerra, con l’avvento della Repubblica,  De Gasperi si trovò a guidare il Paese traghettandolo dalla sconfitta militare e morale nella difficilissima ricostruzione. Fu tra i protagonisti della nascita dell’Unione Europea e forse non avrebbe di certo apprezzato l’attuale eccessivo dirigismo e incapacità di guardare ai bisogni del popolo da parte delle élite di Bruxelles.  
Riuscì a coronare il suo sogno di un Trentino autonomo inserito nella Costituzione italiana. C’è chi vide e vede in quell’autonomia un privilegio indebito, avulso dalla garanzia originariamente tesa a tutelare l’etnia sudtirolese. Ma, come spiegò, Karl Gruber che di quella svolta fu protagonista austriaco: "De Gasperi ne era convinto:  se l'autonomia si realizza per i trentini, diventa un fatto irreversibile. Se si realizza per i trentini, si realizza anche per i sudtirolesi; ogni pericolo di vanificarla verrà respinto anche dai trentini".
Monsignor Igino Rogger storico della Chiesa trentina, spiegò che lo statista di Pieve Tesino, aveva sviluppato, sin dai suoi anni di studente universitario a Vienna,  l’idea di una “coscienza nazionale positiva, ovvero la possibilità di distinguere tra appartenenza nazionale e appartenenza statuale”. Il diritto all’autonomia trentina nasce da questa idea. Certo, l’affermazione del diritto di autonomia non deve trasformarsi in alterigia e altezzosità che facilmente rischiano di tramutare quel diritto in privilegio. Per primo De Gasperi avrebbe censurato duramente questa impostazione e invitato ad abbandonare egoismi che ancor oggi sembrano alimentare non poche tensioni con il Veneto, dal prolungamento della Valdastico alla gestione dei Fondi di Confine per citar due casi d’attualità.
Ma ancor più di ogni altra riflessione, di questi tempi, quando assistiamo a un anacronistico neocentralismo burocratico statale, nel pensiero di De Gasperini vi è un monito. Nella seduta del 29 gennaio 1948 nell’Assemblea Costituente, De Gasperi disse: "Io che sono pure autonomista convinto e che ho patrocinato la tendenza autonomista, permettete che vi dica che le autonomie si salveranno, matureranno, resisteranno, solo a una condizione:  che dimostrino di essere migliori della burocrazia statale, migliori del sistema accentrato statale, migliori soprattutto per quanto riguarda le spese. Non facciano la concorrenza allo Stato per non spendere molto, ma facciano in modo di creare una amministrazione più forte e che costi meno. Solo così le autonomie si salveranno ovunque, perché se un'autonomia dovesse sussistere a spese dello Stato, questa autonomia sarà apparente per qualche tempo e non durerà per un lungo periodo". Purtroppo, il decentramento virtuoso, Regioni e Comuni con i conti a posto,  in Italia sono penalizzati dallo Stato,  perché migliori del sistema accentrato e perché dimostrano, come pensava De Gasperi, che l’autonomia virtuosa è la strada del buon governo. Proprio  quello che manca a questa nazione.

*Assessore Regione Veneto

Leggi tutti gli articoli su: Roberto Ciambetti, Autonomia, Trentino, Alcide De Gasperi

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network