Sergio Berlato: sanzioni più severe per chi disturba cacciatori e pescatori
Martedi 4 Ottobre 2016 alle 17:03 | 0 commenti
Di seguito la nota di Sergio Berlato, Presidente della terza Commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto e Coordinatore per il Veneto di FdI-AN-MCR
In attesa che il Parlamento introduca il reato di disturbo all’attività venatoria e piscatoria, come previsto anche in altri paese europei, argomento oggetto di un apposito progetto di legge depositato in Consiglio regionale il 15 marzo 2016, il Consigliere regionale di FdI- AN – MCR Sergio Berlato ha presentato in data odierna un progetto di legge che prevede l'istituzione di specifiche sanzioni amministrative da euro 600 ad euro 3.600, di competenza regionale, per chi intenzionalmente intenda arrecare disturbo o turbamento a chi esercita legittimamente l'attività di caccia o di pesca, attività per esercitare le quali è obbligatorio pagare ingenti tasse di concessione governativa e regionale.
Le tensioni e i problemi che affliggono l’esercizio venatorio e piscatorio nel nostro Paese sono un’anomalia prevalentemente italiana - ha commentato il Presidente Sergio Berlato- spesso alimentata ad arte da mere strumentalizzazioni di natura politica o dall’estremismo animal-ambientalista-. A causa del continuo ripetersi di episodi di disturbo intenzionale o impedimento volontario di queste attività -continua il Presidente della terza Commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto - si ritiene necessario porre un freno ad iniziative che si collocano molto al di fuori di una legittima espressione di dissenso nei confronti di attività che da qualcuno non sembrano essere condivise.
Chi esercita un'attività consentita dalle Direttive comunitarie e normata da rigorose leggi statali e regionali, dopo aver pagato una corposa tassa di concessione governativa (euro 173,16) alla quale si aggiunge un'altrettanto corposa tassa di concessione regionale (euro 84), ha il sacrosanto diritto di chiedere alle istituzioni di essere tutelato dall'aggressione di qualche esagitato che, per un malinteso senso di democrazia, tenta in tutti i modi di impedire l'esercizio di attività legittime quali la caccia e la pesca.
Negli ultimi anni nel nostro Paese abbiamo assistito ad intemperanze di ogni genere motivate da contrarietà ideologiche che non giustificano in nessun modo l'utilizzo di metodi di protesta illegali.
Con l'approvazione di questa legge, chi dissente dall'attività di caccia o di pesca dovrà manifestare la propria contrarietà in modo civile e legittimo, pena la condanna al pagamento di adeguate sanzioni amministrative a livello regionale e, se verrà approvata la legge statale, di pesanti sanzioni penali.
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