Senza 600 miliardi di aiuti,flop per Europa e mondo
Lunedi 10 Maggio 2010 alle 02:23 | 0 commenti
L'ultima proposta fatta dalla presidenza spagnola di turno della Ue prevede che ammonti a 600 miliardi di euro il piano di aiuti per i paesi della zona dell'euro in difficoltà , diretta e per la mega speculazione messa in atto senza scrupoli, in parte direttamente e in parte indirettamente, anche da istituzioni finanziare salvate da poco grazie agli interventi statali da buchi e fallimenti. Esistono ancora difficoltà di approvazione, nette da parte dell'Inghilterra, più sfumate dai paesi faro della UE come Germania e Francia, ma anche il presidente Usa Barack Obama avrebbe ribadito la necessità di intraprendere urgentemente passi e azioni risolute per riportare fiducia nei suoi contatti telefonici col presidente francese Nicolas Sarkozy e con la cancelliera tedesca Angela Merkel.
La cancelliera, nel frattempo, secondo i primi exit poll, avrebbe perso la maggioranza nelle elezioni nel Land Nord Reno-Westfalia anche per l'opposizione dei cittadini tedeschi ai piani di salvataggio della Grecia.
Se accolto dagli Stati membri, il piano di aiuti finanziari non avrebbe precedenti nella storia dei salvataggi (come, peraltro, non ha precedentil la crisi attuale tutt'altro che 'sotto controllo') e i 600 miliardi sarebbero così composti: 60 miliardi di garanzie dalla Commissione Ue, 440 miliardi di garanzie dagli Stati membri e 100 miliardi di euro di linee di credito messe a disposizione - se necessario - dal Fondo monetario internazionale.
Stamattina le borse daranno i loro primi responsi per le soluzioni prospettate ma ancora non attuate. Da questa reazione si capirà se la crisi attuale di alcuni paesi dell'area dell'euro, scatenata anche dalla speculazione finanziaria, troverà un freno o se esploderà in tutta la sua potenza distruttiva con conseguenza a dir poco catastrofiche sull'economia europea e mondiale con inevitabili ricadute in tensioni sociali, per evitare le quali andrebbero attivate, invece, tutte le cooperazioni possibili, come ha esortato a fare anche oggi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
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