"Semplici considerazioni" di due cittadini sulla città
Domenica 28 Ottobre 2012 alle 17:56 | 0 commenti
Riceviamo da Irene Rui e Guido Zentile. E pubblichiamo
Leggendo le cronache politiche di questi giorni, noi soggetti di Sinistra ed appartenenti al Presidio Permanente NO Dal Molin, vogliamo rivendicare una dipendenza critica dal giudizio che la cosiddetta sinistra diffusa di SEL "Disegniamo Vicenza" dà all'operato dell'Amministrazione Variati di questi, quasi, cinque anni. Ci lascia alquanto perplessi che chi per questi anni ha criticato Variati, non solo sul piano urbanistico, sociale, e pacifista, ora è disponibile.
Non solo ad un giudizio quasi positivo sul suo operato, ma anche a far parte di una lista che lo sosterebbe, visto che le primarie, di cui si parla tanto, nascondono una farsa, richiamate le dichiarazioni dello stesso Variati su probabili liste partecipanti alle stesse, e visto che la stessa Stefania Cerasoli, ha più volte in pubblico, dichiarato di sostenere Variati.
Riconosciamo che Variati in questi anni ha amministrato, e avuto per alcuni versi, un atteggiamento, diverso da Hüllweck, a volte più duro e a volte più tenero, a seconda del soggetto a cui si rivolgeva. Ma lamentiamo, primo che non ha voluto attuare una vera partecipazione non solo dei cittadini, ma anche dei consiglieri, nell'attività dell'amministrazione e nelle decisioni relative al futuro di Vicenza; secondo, che anche in campo sociale si è pensato non tanto ad attuare misure di sostegno ai cittadini meno abbienti, ma di delegare il tutto alla Caritas, con cui l'amministrazione ha preso accordi. Neppure la gestione AIM, pur lasciandosi alle spalle quella brutta precedente, non è servita a rispondere alle esigenze della cittadinanza, anzi spesso ha messo in crisi famiglie ed anziani che non erano in grado di far fronte alle bollette, poiché non è il fattore umano che importa, ma incassare. E poi le residenze di edilizia popolare previste e di nuova edificazione sono solo 200 nel P.I., a fronte delle 1000 dichiarate e di una forte cementificazione del territorio. Perchè non restaurare quelle vecchie e fatiscenti, ed evitarne la vendita nel mercato, altra questione che pone in crisi i residenti che non possono acquistarle e che sono costretti a lasciare la loro casa? Perchè non cercare accordi con i privati che hanno le case chiuse e sfitte e che le lasciano deperire solo perché sono un capitale per ottenere dei finanziamenti? Si è preferito spendere cifre molto consistenti per rotatorie e nuova viabilità a scapito del verde pubblico, per telecamere spia ecc, ma non si è investito per una città a misura di persona, dove il cittadino comune si senta a casa sua, e i bambini possano giocare nelle piazze, socializzare con i vicini, percorrere le vie del centro senza andar a sbattere contro sedie e tavolini, qualche auto in sosta, o inciampare sui marciapiedi, dove il cittadino sa che può contare sui servizi sociali, sa che può vivere i luoghi della città senza sentirsi un pesce fuori d'acqua, poiché i luoghi che frequentava sono diventati elitari e il suo centro è un grande centro commerciale, che durante l'inverno alle 20,00 di sera chiude e Vicenza diventa una città fantasma.
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