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Se lo Stato entra nelle ex Popolari: come cambiano le regole

Di Rassegna Stampa Mercoledi 15 Febbraio 2017 alle 08:54 | 0 commenti

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Lo Stato rispolvera il vecchio adagio sull’articolo quinto: chi ha i denari (o chi è costretto a metterceli) ha vinto. Con una norma inserita infatti nel decreto banche, approvato in via definitiva al Senato e in votazione in aula alla Camera (con la richiesta di fiducia) tra stasera e domani mattina, il governo ha parzialmente riscritto le regole sulle banche popolari. In particolare ha previsto che nel caso in cui il Mef diventi azionista di una popolare (se insomma sia costretto a partecipare alla ricapitalizzazione, come avverrà per il Montepaschi) si muoverà con tutti i diritti dell’azionista di una società per azioni: viene sospeso temporaneamente il principio del voto capitario — una testa un voto — e i pacchetti di azioni valgono per i soldi che ognuno ci ha messo.

La sospensione delle regole delle popolari (compresi i vincoli alla raccolta deleghe e i quorum per le assemblee straordinarie) resta in vigore fino a quando il Mef resta nel capitale della banca (l’intervento nella ricapitalizzazione è sempre previsto temporaneo e a tendere lo Stato deve uscire dal capitale delle banche). La ragione, dal punto di vista del Mef, è semplice: se venisse conservato il voto capitario, gli interessi della parte pubblica non sarebbero sufficientemente rappresentati — e difesi — nella vita societaria. La regola per le banche popolari non dovrebbe scattare per le Bcc — per quanto sempre di credito cooperativo si tratti — perché in questo caso entro un anno o poco più verranno costituite le capogruppo operative (in forma di spa) e nel frattempo in caso di dissesto grave interverrà il Fondo temporaneo di categoria. Le nuove disposizioni non scattano nemmeno per il prossimo, atteso, intervento del Mef nelle due banche venete: ad onta del nome, infatti, si sono entrambe da tempo trasformate in società per azioni.
Di Vittoria Puledda, da La Repubblica

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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