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Sensazioni dopo la conferenza odierna alla Ederle: l'America cerca la propria Storia, ma non impara da quella che ha

Di Matteo Moschini Giovedi 17 Dicembre 2015 alle 18:25 | 0 commenti

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Esiste una certa retorica, in un certo qual modo antiamericana, che sostiene che l'America (e con America intendiamo in questo caso gli States) crei da sé i propri mostri. Ed esiste anche una seconda retorica (parallela talvolta, ma di fatto indipendente dalla prima) che dice della stessa America di essere una nazione giovane, dalla storia troppo breve per poter contare su persone dotate di coscienza storica. Questa seconda retorica ci racconta di un'America affascinata dall'Europa, e che in essa ricerca costantemente le proprie radici, al punto che ogni italo-americano della televisione contemporanea si autodichiara molto più italo che americano.

Alla prima retorica, invece, possiamo far risalire le dichiarazioni più disparate, da quella di chi ritiene che le Twin Towers siano "implose" per mano fratricida, a quella più "blanda" che si limitava a suggerire, per esempio, che Saddam Hussein era stato "eletto" da mano statunitense, la stessa che l'aveva poi destituito. A tal proposito fa riflettere l'emblematico finale dell'americanissimo Rambo 3 "dedicated to the brave Mujahideen fighters of Afghanistan", che celebrava l'antisovietismo esaltando quegli stessi "coraggiosi combattenti" che sarebbero diventati, qualche anno dopo, nientemeno che Al Qaeda.

Forse il paragone è un po' tirato, ma oggi alla conferenza alla caserma Ederle aleggiavano i fantasmi di queste due retoriche. Il colonnello Gregory Anderson ricercava le proprie origini sul Pasubio, celebrando quasi con commozione la sua presenza in Italia, il luogo antico dove il bisnonno combatteva la Grande Guerra. E al tempo stesso celebrava il "coraggioso popolo ucraino", che tanto strenuamente resiste, guardacaso, all'invasione Russa. Quello stesso popolo che il colonnello stesso sta addestrando alla guerra.
Insomma, le due retoriche ci raccontano di un'America che cerca disperatamente una propria Storia, ma che sembra non imparare nulla da quella breve che ha, e continua a ri-creare i mostri che ha combattuto in passato. Rimane da sperare che la retorica sia solo retorica, e che la nascita dei mostri post-americani sia solo una sconcertante fatalità.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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