Scuole paritarie per infanzia, Zaia: ricorso su legittimità legge di stabilità
Venerdi 9 Dicembre 2011 alle 22:35 | 0 commenti
Luca Zaia, Regione Veneto - Il Veneto mette in mora lo Stato sulla questione delle scuole paritarie per l'infanzia, che costituiscono il 68 per cento del totale presente nel territorio regionale rispetto al 32 per cento di scuole pubbliche.
La Giunta regionale, su iniziativa dello stesso presidente Luca Zaia che l'aveva preannunciata all'incontro organizzato in novembre dalla Conferenza Episcopale del Triveneto, ha infatti dato incarico alle competenti strutture dell'analisi giuridica della normativa in materia, con lo scopo di individuare eventuali profili di illegittimità costituzionale poter ricorrere avanti la Corte Costituzionale nei confronti dello Stato contro la Legge di stabilità 2012.
L'eventuale ricorso alla Corte Costituzionale sarà patrocinato dal professor Mario Bertolissi dell'Università di Padova.
"La scuola dell'infanzia - ha sottolineato Zaia - costituisce una tappa fondamentale nel percorso formativo dei bambini e svolge un importante ruolo di supporto alle famiglie. In Veneto, a differenza di altre Regioni, questo ruolo essenziale è svolto da 1.183 scuole paritarie con ben 94.500 alunni, mentre gli istituti statali accolgono 45 mila frequentanti. La consistenza dei dati e il fatto che in molte zone della regione non c'è alternativa alla scuola paritaria, pone la questione del rispetto del principio di parità di trattamento delle famiglie venete in riferimento al principio sulla parità di accesso al diritto allo studio garantito dalla Costituzione".
"Le nostre scuole dell'infanzia paritarie, inoltre, hanno registrato negli ultimi anni un grave stato di sofferenza finanziaria - ha aggiunto Luca Zaia - e denunciano evidenti sperequazioni rispetto alle scuole dell'infanzia statali: a fronte di 3200 euro pro capite di media nazionale, il Veneto riceve solo 1900 euro, come se il servizio garantito dalla Regione Veneto fosse erogato con un costo pari a circa la metà di quello fornito dallo Stato. Per contro, il dato contabile della quota pro capite risulta nettamente antitetico rispetto alla qualità ed efficienza del servizio erogato ai piccoli, nonché all'efficienza del sistema veneto. A fronte di questa situazione, la Legge statale di stabilità autorizza "la spesa di 242 milioni di euro per l'anno 2012" ma, anzichè definire compiutamente le finalità dell'impegno finanziario, fa riferimento ad una norma dichiarata incostituzionale dalla Consulta nel 2006 - ha concluso il presidente del Veneto - ponendo una concreta ipoteca sull'effettiva attuabilità della disposizione di cui si tratta".
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