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Scuola e università, un anno infinito

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 7 Ottobre 2011 alle 23:54 | 0 commenti

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Dalla prima manovra correttiva dello scorso agosto a quella "anticrisi" del 2011: dodici mesi di tagli che colpiscono i soliti noti. Un'ulteriore tappa di quel lungo calvario che va avanti da quando si è insediato il governo

Un ordine del giorno presentato dal Pd - e votato a maggioranza - impegna il governo a considerare la scuola pubblica come destinataria di una quota dell'8 per mille devoluto allo Stato. I soldi, in particolare, dovranno essere destinati all'edilizia scolastica, uno dei peggiori, tra i tanti, dei nodi dolenti del nostro sistema d'istruzione, sistema contro cui oggi hanno manifestato gli studenti in tutt'Italia (foto d'archivio).

Questa notizia, datata 29 settembre, è forse la prima novità positiva che arriva dal Parlamento da almeno un anno. Per il resto, gli ultimi mesi hanno rappresentato per la nostra scuola un'ulteriore tappa di quel lungo Calvario che va avanti da quando si è insediato questo governo, e segnatamente il duo Gelmini- Tremonti. Perché gli unici tunnel che il Miur scava nel nostro paese sono quelli che - a partire dal famigerato piano di tagli triennale apparecchiato grazie alla legge 133/08 - indeboliscono e minano alla base la solidità del nostro sistema dell'istruzione. Sul numero 33 di Rassegna Sindacale si può trovare, a firma di Gianna Fracassi, una descrizione molto puntuale delle ricadute dei tagli sul funzionamento delle scuole nei vari ordini e gradi. Di seguito, sempre utilizzando dati messi a disposizione dalla Flc, racconteremo invece, con occhio rivolto soprattutto in questo caso ai lavoratori, cosa è accaduto in questi ultimi dodici mesi di leggi pessime.

Agosto 2010. Manovra correttiva
Il 2 agosto entra in vigore la manovra finanziaria da 25 miliardi: quella che, ci dicono, dovrà risolvere la pesante crisi che si è abbattuta anche sul nostro paese. Naturalmente si vanno a colpire i soliti noti. Dunque: con un tratto di penna gli stipendi pubblici vengono bloccati fino al 2012. Niente contratto, niente aumenti, niente scatti di anzianità. Il blocco degli scatti ha ricadute pesantissime in un comparto in cui la retribuzione media dei lavoratori è di 29.000 euro all'anno. Qualche esempio: un collaboratore scolastico, stipendio lordo di 20.000 euro, con il taglio degli scatti perde in media 750 euro l'anno, mentre un dirigente dello stato, stipendio lordo di 92.000 euro, solo 100. La manovra, per chi non lo ricorda, riduce il 5 per cento dello stipendio a chi guadagna tra 90 e 150.000 euro all'anno e il 10 per cento se l'importo eccede i 150.000 euro.

Dicembre 2010. Legge di stabilità per 2011
Per il 2011 il provvedimento assegna ai comparti pubblici della conoscenza circa un miliardo di euro; quasi mezzo miliardo va al sistema privato. Delle risorse disponibili per la conoscenza, più di un terzo viene in questo modo utilizzato per finanziare l'offerta formativa privata. La legge di stabilità, poi, conferma i tagli lineari già programmati attraverso le diverse finanziarie. Uno su tutti: i finanziamenti della legge sull'autonomia scolastica (legge 440/97) passano dai 258 milioni di euro del 2001 a 88 milioni nel 2011. Togliere soldi all'autonomia significa privare le scuole della possibilità di innovare e pianificare offerte formative moderne e adeguate ai contesti in cui operano.

Luglio 2011. Decreto Sviluppo
L'unica novità positiva per la scuola è rappresentata dalle stabilizzazioni del personale a tempo determinato, ma numeri e modalità sono state pesantemente criticate dalla Flc perché fortemente penalizzanti per i precari. Per il resto viene negativamente modificato il decreto legislativo 368/2001: con questo cambiamento si impedisce al personale precario della scuola di ottenere la conversione del rapporto di lavoro dopo 36 mesi di servizio. Viene anche previsto l'aggiornamento triennale delle graduatorie ad esaurimento dei docenti e stabilito un blocco della mobilità territoriale per i nuovi immessi in ruolo, che non potranno chiedere di spostarsi di provincia per i prime cinque anni di lavoro.

Luglio 2011. Legge Finanziaria
Evidentemente ancora non bastava: si continuano, infatti, a colpire le retribuzioni dei dipendenti pubblici. Il blocco degli stipendi viene esteso al 2014. Fermi anche i fondi destinati alla contrattazione, ma nonostante questo si stabilisce che il 50 per cento di eventuali risparmi delle amministrazioni, invece di andare a rimpinguare lo scarso stipendio del personale, dovrà essere utilizzato per applicare il dlgs 150/2009 che contiene le contestatissime norme di Brunetta sui premi al "merito". Gli organici della scuola vengono bloccati nonostante l'aumento degli alunni. I docenti non idonei all'insegnamento per motivi di salute costretti a coprire posti Ata già occupati dai precari che così verranno licenziati: i sindacati calcolano che almeno 3.600 lavoratori rimarranno senza lavoro. Durissime anche le norme che colpiscono la scuola primaria e la secondaria di primo grado che vengono aggregate tutte in istituti comprensivi, mantenendo l'autonomia solo se hanno almeno 1.000 alunni (500 nelle zone più disagiate). La legittimità dell'operazione è fortemente dubbia, visto che il dimensionamento della rete scolastica è di competenza delle Regioni e prevede un articolato percorso insieme con i Comuni. Se questa norma verrà applicata il numero delle scuole autonome si ridurrà di 1.130 unità con la conseguente perdita di altrettanti posti di dirigente, mentre verrebbero tagliati altri 1.760 collaboratori scolastici per effetto della diversa distribuzione degli organici in base alle dimensioni delle scuole. Se poi una scuola ha un numero di alunni inferiore a 500 sarà affidata a un reggente: evidenti le pesanti ricadute sul piano organizzativo, occupazionale e finanziario. Una norma pericolosa è contenuta nell'articolo 29 che liberalizza le norme sul collocamento. Le istituzioni scolastiche di secondo grado e le università, pubbliche e private, potranno svolgere attività di intermediazione al lavoro, attraverso la pubblicazione on line dei curricoli dei propri studenti. Duri anche gli interventi sulle pensioni, a dispetto di tutte le dichiarazioni secondo le quali esse non sarebbero state toccate dall'esecutivo in carica. La manovra, infatti, anticipa dal 2015 al 2013 l'aggancio delle pensioni di anzianità all'aspettativa di vita. Questo significa che dal 2013 si avrà un incremento di circa 3 mesi del momento di pensionamento. Non solo: rispetto alla manovra dello scorso anno c'è l'ulteriore differimento del pagamento delle pensioni di anzianità. Un mese in più per il 2012, due mesi in più per il 2013 e tre mesi per il 2014, anche per chi ha già maturato 40 anni di contributi. Naturalmente, senza che questo comporti alcun beneficio sull'assegno pensionistico che i lavoratori percepiranno.

Agosto 2011. Manovra "anticrisi"
E arriva, come l'Europa ci chiede, anche la manovra d'agosto: con questa fanno 125,5 miliardi di euro di interventi complessivi approvati dal governo in meno di un mese. Un pacchetto che pare fatto su misura per il ceto medio e i dipendenti pubblici, mentre lascia praticamente intatti i grandi patrimoni e il sommerso. Anche i lavoratori della scuola vengono colpiti, a partire ancora una volta dalle pensioni. Chi non matura i requisiti per l'anzianità entro il 31 dicembre del 2011 dovrà ritardare di un anno il proprio collocamento a riposo. Verrà ritardato invece di 24 mesi il pagamento il Tfr sulle pensioni di anzianità, mentre per il collocamento a riposo d'ufficio (compimento 65 anni o raggiungimento dei 40 anni di servizio) il ritardo è di 6 mesi. Attualmente l'attesa era di solo tre mesi, il "tempo tecnico" per il pagamento. In una prima versione della norma, come si ricorderà, era previsto anche il pagamento in ritardo e in tre tranche della tredicesima mensilità per tutti i dipendenti la cui amministrazione non riesce a raggiungere gli obiettivi di riduzione della spesa previsti dalle diverse finanziarie. Fortunatamente, grazie alla durissime proteste di lavoratori e sindacati, questa norma davvero ingiusta è stata cancellata.

Università
La cura da cavallo di questi ultimi mesi si è abbattuta anche su ricerca e università. Per la ricerca l'ultima "botta" è arrivata dal decreto di riordino dell'Istituto superiore di sanità, che cela in realtà i soliti tagli. L'ultimo colpo contro gli Atenei è arrivato invece con la bozza di decreto sul Fondo di finanziamento ordinario per il 2011, quello che sostanzialmente dà da vivere alle nostre università. Ebbene, la forbice è arrivata anche qui: il Fondo verrà tagliato del 3,3 per cento rispetto al 2010, ma se si considera il 2009 si arriva a - 7,4 per cento. A ciò va sommato il taglio di un ulteriore 5,5 per cento già prospettato per il 2012. "Il ministro - si legge in una nota della Flc - certifica di fatto la fine del sistema di istruzione universitario così come l'abbiamo conosciuto sino ad oggi, ipotecando con cecità e furore ideologico il futuro stesso del paese. Privi di un vero e competitivo sistema nazionale di istruzione universitaria siamo destinati al declino ineluttabile ed ad una devastante prospettiva di impoverimento culturale scientifico ed economico".

E poi c'è il paradosso tutto ideologico del merito, per il quale le risorse crescono di oltre 100 milioni rispetto al 2010. "Tutto ciò è inaccettabile - dicono ancora alla Flc - perché avviene mentre le risorse non bastano neppure per pagare il riscaldamento, aprire le aule, pagare gli stessi stipendi. Il merito si può incentivare ma solo se ci sono risorse adeguate, non quando tutti sono ormai alla canna del gas". Proclami meritocratici a parte sono i numeri a parlare: il personale degli Atenei è ai livelli degli anni 90 mentre gli studenti sono raddoppiati; nessuna prospettiva di reclutamento a breve termine, con il sacrificio di un'intera generazione di studiosi e l'aumento del precariato; il numero dei corsi si è dimezzato negli anni rispetto a quelli previsti prima dell'entrata in vigore del 3+2 e il personale tecnico-amministrativo è costretto a sopperire con sempre maggiori carichi di lavoro ai tagli di organico. Al minimo storico anche il finanziamento della ricerca e gli stipendi di tutto il personale continuano a subire una forte perdita del potere d'acquisto.

Di Stefano Iucci, Rasssegna.it

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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