Sciopero generale, sei lavoratori su dieci con la Cgil.
Martedi 6 Settembre 2011 alle 21:17 | 0 commenti
Rassegna.it - L'adesione allo stop è stata del 60%. Nelle fabbriche ancora più alta. A Mirafiori 80%. Migliaia di persone in piazza in tutta Italia. Preoccupazione e rabbia per una manovra giudicata "iniqua". "Non ci rassegniamo, continueremo a batterci"
Alla fine della giornata saranno più di un milione. In piazza con la Cgil ne sono scesi in tanti, il 6 settembre, per lo sciopero generale indetto dal sindacato contro la manovra in corso di approvazione al Senato. Sei lavoratori su dieci hanno detto no alla manovra, mentre nelle stesse ore il governo si apprestava a chiedere l'ennesima fiducia, blindando un testo che non convince nessuno.
Sessantamila a Milano. Cinquantamila a Venezia. Ventimila a Palermo, diecimila a Catania. Centoventimila nelle 11 manifestazioni dell'Emilia Romagna. A Roma almeno centomila, a giudicare dall'ampiezza del corteo (ma sulla capitale il sindacato non ha fornito cifre ufficiali). A Torino la manifestazione è stata "imponente", fa notare la Cgil: "La più grande degli ultimi 15 anni". Decine di migliaia nelle dieci manifestazioni toscane. Moltissimi a Genova, nei due cortei che hanno attraversato la città .
L'adesione dei lavoratori allo stop di otto ore è stata del 60%, annuncia ancora la confederazione
completando la rilevazione sul campione statistico, con gli ultimi dati giunti dalla Lombardia e dall'Emilia Romagna. La raccolta dei dati è avvenuta su un "panel fatto di 900 unità tra aziende, reti, uffici, servizi pubblici e commerciali altamente rappresentative del mondo del lavoro", spiegano a corso Italia.
Poi naturalmente ci sono le punte più alte. Circa l'80% a Mirafiori, lo stesso alla ThyssenKrupp di Terni e alla Fincantieri di Monfalcone e di Palermo, mentre allo stabilimento della Marcegaglia di Mantova il 70%. Nei dati giunti al dipartimento di organizzazione della CGIL si rileva come, ad esempio, alla Michelin di Cuneo abbiano incrociato le braccia il 75% dei lavoratori mentre alla Indesit di Fabriano il 65%. In Emilia Romagna e, nello specifico a Parma, alla Nestlè e alla Barilla Pedrignano la partecipazione dei lavoratori allo sciopero è del 100% mentre alla Parmalat del 97%. Per quanto riguarda Bologna, invece, alla Gd l'80%, alla Lamborghini Auto il 78% e allo stabilimento La Perla l'85%.
In Brianza si sono astenuti dal lavorare l'80% dei lavoratori della Arcelor Mital, il 100% di quelli della Eon e l'80% della Peg Perego. A Milano, inoltre, hanno aderito l'80% dei lavoratori della Rinascente Duomo, la stessa percentuale per lo stabilimento Alstom e il 70% di quelli della Pirelli Tyree. In Toscana spicca il dato del Nuovo Pignone di Firenze con l'80% mentre alla Lucchini di Piombino l'85%. Inoltre sempre a Monfalcone all'Ansaldo l'adesione è del 65%. A Latina nel Lazio, infine, alla Kraft ha scioperato l'80% dei lavoratori mentre alla Findus il 75%.
Allo stabilimento Fincantieri di Palermo hanno scioperato 430 lavoratori sul totale di 525, pari all'82%. Alla Stmdi Catania le adesioni sono state pari all'80% con 3.200 dipendenti che hanno incrociato le braccia. L'adesione media nelle fabbriche milanesi è stata del 70%. Afferma in una nota la Fiom del capoluogo lombardo: "Le lavoratrici e lavoratori - in grande maggioranza già penalizzati da lunghi periodi di cassa integrazione e da pesanti processi di ristrutturazione - non solo hanno incrociato per 8 ore le braccia ma hanno manifestato, con la consapevolezza e la passione che li caratterizza, il proprio no a una manovra che cancella i diritti di tanti per mantenere i privilegi di pochi". Hanno scioperato e manifestato perché, come scandisce Teresa (38 anni da metalmeccanica) dal palco in Piazza Duomo: "il maledetto articolo 8 non deve passare, i padroni non possono avere il diritto di licenziare per legge! Questa manovra di classe non deve passare, perché cancella i diritti di chi lavora, di chi ha lavorato e nega il futuro ai giovani".
"Se il Parlamento approverà la manovra così come è, il governo e la maggioranza sappiano che non ci rassegneremo e continueremo a batterci per cambiarla. Lotteremo insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani, ai lavoratori pubblici, agli enti locali, alle regioni. Ogni giorno avrà la sua iniziativa". E' un messaggio chiaro quello che Susanna Camusso e tutti i dirigenti della confederazione hanno lanciato al paese dai palchi delle Cento Piazze d'Italia. La Cgil non ha paura del futuro, guarda in avanti, è disposta a confrontarsi con tutti sulla strada del risanamento e del contrasto alla crisi. E ha l'appoggio della maggioranza dei lavoratori.
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