Scandian su manovra bis: "Che facciamo, teniamo chiuso finchè non si decidono?"
Mercoledi 31 Agosto 2011 alle 21:01 | 0 commenti
 
				
		Silvano Scandian, Cna Vicenza - "Questa incertezza disorienta gli artigiani e le piccole imprese"
Il Presidente di CNA Vicenza: "Bisogna mettere fine a questi rimpalli, se c'è da stringere la cinghia siamo disponibili, ma non accettiamo le isole franche e i privilegi intoccabili. E vero che una manovra di sole tasse è come equivale ad disastro collettivo, ma è anche vero che quando si ristruttura la finanza di un Paese non si può badare al consenso elettorale."
"Se non si trattasse del futuro del nostro Paese, direi che stiamo solo  assistendo ad un film surreale, e invece purtroppo questo balletto di  ipotesi sulla Manovra Finanziaria bis sta dimostrando che siamo  governati da una classe politica di dilettanti che ogni giorno tolgono e  infilano nuove proposte senza sapere dove dirigere l'Italia". Silvano  Scandian presidente di CNA Vicenza interviene con durezza sui  dietrofront quotidiani della Manovra Finanziaria Bis. "Il pareggio del  bilancio sarebbe stata un'ottima occasione per imprimere  un'accelerazione alle riforme strutturali di cui ha urgenza il Paese, le  uniche che possano consentire un taglio duraturo della spesa e una  spinta alla crescita, e invece assistiamo quotidianamente alla  rettifiche di decisioni definite il giorno prima, per assecondare volta  per volta i diversi questuanti che chiedono di togliere questa o  quell'altra misura. Solo le riforme strutturali hanno un senso, sono  quelle che servono ad un'area produttiva del paese come è Vicenza e il  Veneto. Non è che possiamo stare con le saracinesche abbassate finché  non ci sarà un punto fermo. Come si fa a lavorare con questa incertezza?   Senza poter tacere che le nostre imprese sono in balia di una  congiuntura internazionale che ci dimostra quanto poco appariamo  credibili". 
"Il pareggio di bilancio - attacca Scandian - non si può  realizzare accontentando tutti. Questo è un segnale di debolezza e  incertezza che rischiamo di pagare salato di fronte all'Europa ed al  Mondo: artigiani, imprese e lavoratori non hanno bisogno di queste  farse. Servono misure serie, reali e decisive. Non i rattoppamenti e  l'apertura alle istanze di tutti. Dobbiamo contenere la spesa e ridurre  il deficit subito! Che il Governo tiri fuori un programma definitivo e  attendibile, basta con il gioco delle tre carte, come si fa a lavorare  in questo regime di incertezza? Senza dimenticare che la maggioranza  delle ipotesi finora proposte hanno una consistenza evanescente, si dice  tutto e il contrario di tutto, si preannunciano riforme costituzionali  senza nessuna base giuridica, che riconsegnano nuovamente il nostro  Paese nell'indeterminatezza. Si rimanda sine die e si gioca con il  fuoco. Bisogna mettere fine a questi rimpalli, se c'è da stringere la  cinghia siamo disponibili, ma non accettiamo le isole franche e i  privilegi intoccabili. E' incontestabile che una manovra di sole tasse  equivale ad un disastro collettivo, ma è anche vero che quando si  ristruttura la finanza di un Paese come il nostro, non si può badare  solo al consenso elettorale".
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