Scandalo Lava Jato: è veneto il giudice Sergio Moro che spinge per processare Lula da Silva
Venerdi 18 Marzo 2016 alle 09:25 | 0 commenti
L’interprete principale dell’inchiesta Lava Jato è il giudice Sergio Moro, ch ha emesso il mandato di deposizione coercitiva nei confronti di Inacio Lula da Silva, il quale è stato forzato a deporre alla polizia federale di São Paulo. Moro è d’origine veneta, ma è nato a Maringá, piccola città nello stato del Paraná, lo Stato dove Lula sarebbe deportato in caso di arresto. Curitiba, la capitale dello stato meridionale del Brasile, è il centro delle indagini dello scandalo Petrobras.
I magistrati curitibani, Cássio Conserino, José Carlos Blat e Fernando Henrique Araujo sono altri pezzi importanti dell’inchiesta che però non vede più nei documenti i nomi di imprese e manager stranieri che sono stati riferiti alla Cpi, l’inchiesta parlamentare che ha dato origine all’inchiesta poi dei magistrati. La magistratura di Curitiba, con il suo lavoro giudiziario, ha favorito fino ad ora i sostenitori dello impeachment. Lo staff del “Lava Jato ha metodi molto criticati negli stessi ambienti legali, soprattutto a Brasilia, dove si trova il Supremo Tribunale Federale che ha ritenuto illegale la procedura d’impeachment che comunque è stata avviata giovedì in Parlamento dal presidente della Camera Roberto Cunha, il quale, però, è stato riconosciuto colpevole di corruzione nell’ambito del Lava Jato. Cunha non si dimette per evitare la prigione grazie all’immunità parlamentare.
Eugenio Aragão, neo-ministro della Giustizia e in passato difensore degli indios, non sapeva nulla delle intercettazioni telefoniche realizzate per spiare la presidente e Lula. La Polizia Federale finora si è dimostrata molto libera di agire sotto il comando di Moro. Il Supremo Tribunale sarebbe incaricato di processare il ministro Lula; ma i magistrati del Lava Jato vogliono che il processo sia fatto a Curitiba o a São Paulo. Perciò il giudice Itagiba Catta Preta ha subito sospeso la nomina di Lula. È una corsa contro il tempo, poiché Moro vuole che l’ex presidente non riesca a ottenere l’immunità parlamentare e possa essere portato a Curitiba, soprattutto ora che le procedure d’impeachment sono state avviate in Parlamento, nonostante il veto del Tribunale Supremo. Le critiche fatte oggi dalla presidenza della Repubblica hanno fatto scattare la risposta del giudice: “Nemmeno il supremo governante della Repubblica gode di un assoluto privilegio sulle sue comunicazioni, tra l’altro raccolte appena casualmenteâ€.
Le indagini del Lava Jato ormai hanno assunto toni preoccupanti anche per l’opposizione, poiché nei verbali è apparso anche il nome dell’ex presidente Cardoso e Aecio Neves, il giovane pupillo del partito neo-liberale Psdb, accusato di corruzione dall’ex senatore del Pt, Delcidio Amaral, il “Profeta del caos†politico, come lui stesso si fa chiamare a causa della lunga lista di nomi di politici e manager che ha consegnato al giudice Moro.
A questo punto non è solo la presidente a chiedersi chi vi sia dietro l’accanita lotta contro la corruzione. È stata proprio la Rousseff a far dimettere molti ministri avuti in eredità dal precedente governo Lula, durante la famosa “faxinaâ€, la pulizia, come è stata chiamata la grande operazione anti-corruzione promossa nel suo primo mandato. Intanto Moro è divenuto un idolo trasversale, osannato sia dai ceti popolari che dalle classi agiate.
di Giuseppe Bizzarri, da Il Fatto Quotidiano
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