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Sbalchiero premia i "maestri", sottolinea vitalità artigianato vicentino e stimola politica

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 20 Marzo 2011 alle 12:13 | 0 commenti

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Giuseppe Sbalchiero, Confartigianato Vicenza - Alla premiazione dei "maestri" Sbalchiero sottolinea la vitalità dell'artigianato vicentino e chiede alla politica un salto di qualità

Due immagini, egualmente drammatiche pur nella loro diversa portata, hanno aperto la relazione del presidente della Confartigianato vicentina e veneta, Giuseppe Sbalchiero, alla 49° cerimonia di premiazione dei Maestri Artigiani Benemeriti svoltasi oggi (domenica 20) alla Fiera di Vicenza.

Da un lato, quelle dell'alluvione dello scorso novembre "che ha generato, assieme a tanta sofferenza, anche una memorabile prova di serietà e compostezza, quando una intera comunità ha saputo tirarsi su le maniche per rimuovere i segni del disastro e rimettere in sesto case, strade, laboratori, riportando in poco tempo le aziende in condizioni di quasi normalità. Quanta solidarietà abbiamo riscontrato - ha detto Sbalchiero - verso chi ha subìto quell'evento, tanto che ci sentiamo ancora di ringraziare tutte le nostre imprese coinvolte per la forza d'animo dimostrata, e tutti coloro che si sono prestati per favorirne il ritorno alle attività. E ringraziamo, assieme ai volontari e alle unità dei soccorritori, anche le varie amministrazioni pubbliche per la celerità dagli interventi verso i cittadini e le imprese, per aver preferito accantonare sterili polemiche e fatto invece fronte comune per attivare gli interventi di emergenza e sollecitare quelli del dopo-emergenza. Un comportamento che ora va proseguito abbattendo gli ostacoli burocratici per realizzare le urgenti opere necessarie a scongiurare nuovi rischi".
«Eppure - ha aggiunto il presidente - quel che ci è accaduto è stato nulla rispetto a quanto abbiamo appena visto succedere in Giappone. Dove, accanto alle impressionanti e sconvolgenti sequenze televisive del disastro, si è manifestato l'atteggiamento commovente di quel popolo, ferito ma dignitoso come il nostro. Questo ci dimostra quanto fragile sia il confine fra quella che consideriamo come la normalità delle cronache e la drammaticità di una tragedia che in poche ore ha sconvolto il mondo e lo sta ancora tenendo con il fiato sospeso».
A giudizio di Sbalchiero «questo ci ricorda, anche, quanto sia assurdo l'atteggiamento di una certa politica nazionale di bassissimo profilo, che vive di beghe e tende a strumentalizzare gli eventi per interesse di bottega, con una meschinità che va a danno della vera Politica, quella chiamata a guardare al bene comune, quella che ha - o dovrebbe avere - il dovere morale, l'obbligo istituzionale di guidare il futuro delle nostre imprese, delle nostre famiglie, della nostra società».
«È ridicolo - secondo Sbalchiero - pensare a quante energie siano state sprecate negli ultimi tempi per parlare e sparlare solo di gossip pruriginoso, di personaggi quanto meno moralmente discutibili, mescolando quei racconti a dibattiti imposti da ben altre urgenze, come quello attuale sul nucleare.
In questo calderone mediatico, chi ha potuto accorgersi, intanto, di un insensato provvedimento preso dal governo e in grado di mettere a rischio l'intero settore delle energie rinnovabili? Un provvedimento capace di bloccare gli incentivi e quindi di minare lo sviluppo delle fonti energetiche alternative, sostenuto da chi e a favore di cosa, non si sa: magari di qualche altro sperpero di denaro pubblico. Ma diretto a danno, questo è sicuro, di un settore tecnologico che ha dimostrato di generare - e poter ancora generare - capacità produttiva, posti di lavoro, sviluppo economico, riduzione degli sprechi. Adesso, dopo l'ondata di critiche sollevate da tutti i settori produttivi, pare che assisteremo all'ennesimo dietro-front, ma non è questo il punto. Il punto riguarda la volontà o meno da parte della politica, anche di quella che si dice vicina a noi e al territorio, di affrontare un cambiamento culturale di grandissimo impatto, di favorire una cultura sociale legata alla qualità della vita, al corretto rapporto con l'ambiente, al debito che abbiamo verso le generazioni del domani».

Al momento di assumere la carica di presidente della Confartigianato Veneto, Sbalchiero ha voluto ripercorrere i suoi dieci anni alla guida dell'Associazione vicentina. "Un decennio - ha osservato - nel quale è cambiato il mondo. Basti ricordare quali riflessi epocali, quali e quante difficoltà globali hanno provocato due momenti di acutissimo impatto come l'attentato alle Torri Gemelle del 2001 e la crisi finanziaria abbattutasi sull'economia alla fine dello scorso decennio. E anche per le nostre imprese è letteralmente cambiata la vita, sono mutati tutti i parametri di riferimento, il mercato, i processi produttivi. Ebbene, considerati a posteriori, questi fenomeni di enorme portata non hanno intaccato, anzi, il tessuto dell'artigianato vicentino: è sbalorditivo osservare che se al 31 dicembre 2000 il totale delle imprese era di 25.238 unità, al 31 dicembre 2010 quel numero era addirittura cresciuto, attestandosi a quota 26.703 aziende".
«Quello che però i numeri non possono raccontare - ha aggiunto Sbalchiero - è il valore aggiunto che la nostra Associazione ha voluto e saputo conferire alla sua azione di sostegno, tutela, sviluppo e rappresentanza delle sue imprese. Due sono stati i cardini della nostra azione: da un lato favorire l'innovazione, dall'altro guardare al ruolo anche sociale dell'azienda. Nel campo dell'innovazione, abbiamo accompagnato i nostri artigiani alla scoperta e alla conquista delle nuove tecnologie, fornito loro dei servizi sempre più "in tempo reale", abbiamo accentuato la nostra azione non limitandoci a sollevare le aziende dai pesanti carichi burocratici, ma puntando a offrire consulenze specializzate dal credito al fisco, dalla previdenza alla sicurezza o all'ambiente, senza dimenticare l'essenziale spinta alla formazione professionale. Nel campo sociale, in questo arco di tempo abbiamo dato vita, all'interno della compagine associativa, ai Gruppi delle Donne, dei Giovani, dei Pensionati, cioè a realtà trasversali alle Categorie di mestiere e ai Mandamenti territoriali, perché legate da problematiche che meritavano di essere affrontate con strumenti specifici».
«Sul versante del rapporto tra impresa e famiglia, tema sul quale si fonda tutto il nostro futuro, abbiamo creato quella Scuola per Genitori che, grazie al successo e all'interesse ottenuti, è stata replicata in una trentina di città di tutta Italia - ha ricordato il presidente. E un'altra Scuola, quella di Politica ed Economia, è oggi il laboratorio in cui i nostri imprenditori, specie giovani, si preparano al ruolo di dirigenti e di attori nel consesso civile, frequentando classi triennali di alto livello scientifico. E poi tante altre esperienze, come la Scuola Internazionale di Restauro di Thiene, la certificazione della qualità, i consorzi di filiera tra aziende, le strategie per la promozione dei prodotti e l'internazionalizzazione, la stipula di contratti di lavoro con una forte accentuazione territoriale (o "federalista", se vogliamo usare un termine alla moda), le iniziative di solidarietà o in campo culturale come l'apertura di ViArt, il Centro Espositivo dell'Artigianato Artistico Vicentino, o ancora il costante rapporto col mondo scolastico. Tutto testimonia di una organizzazione viva, propositiva, concreta, che abita il proprio tempo senza scordare le sue antiche radici ma guardando costantemente al domani. Prova ne sia il recente aggiornamento dello Statuto varato dall'Assemblea dei Soci per avere una "carta costituzionale" aggiornata, snella, funzionale alle esigenze della rappresentanza e del servizio alle aziende. Lungo quella rotta si muoveranno le azioni della dirigenza, si imposterà nuovo lavoro, capace di raggiungere ulteriori obbiettivi a beneficio del nostro artigianato. Questo è il compito affidatoci nel 1945 dai nostri "padri fondatori", questo è il testimone che passerà alle prossime generazioni».

Nel corso della successiva cerimonia di premiazione, sono stati proclamati Maestri Artigiani Benemeriti: Vittorio Adinolfi (argenteria, Torri di Quartesolo), Giuseppe Campagnolo (autoriparazione, Bassano del Grappa), Giancarlo Filippi (autoriparazione, Grumolo delle Abradesse), Giancarlo Fornasa (acconciatura, Valdagno), Giuseppe Gasparotto (installazioni elettriche, Marostica), Lino Mosè Loss (costruzione forni industriali, Pozzoleone), Luigi Murello (edilizia, Vicenza), Aldo Plazzer (stampi per fonderie, Malo), Mariano Pozza (termoidraulica, Barbarano Vicentino), Antonio Rossi (decorazioni edili, Asiago). Sono stati invece insigniti del titolo di Dirigente Artigiano Benemerito: Plinio Gianesini (meccanica, Chiampo) e Mauro Zattara (impianti termici ed elettrici, Schio), mentre a Giuseppe Visentin (mobili, Rosà) e Franco Zerbato (meccanica, Malo) è andato il titolo di Pensionato Artigiano Benemerito. Quanto al Premio Fedeltà per i lavoratori dipendenti, è stato consegnato a: Maurizio Bassani (operaio meccanico alla "Vigolo Luigino", Cornedo Vicentino), Clavio Ladano (tipografo alle "Grafiche Novesi", Nove), Rosella Vigo (impiegata di "Cicli Mondial", Rossano Veneto), Mirco Turco (tipografo alla "Dal Maso Lino", Marostica) e Giancarlo Cacciavillani (capo officina alla "Elettromeccanica Bari", Sarego).
Quest'anno è stato anche attribuito per la prima volta il premio Imprenditore d'Eccellenza, riconoscimento per chi alle capacità aziendali unisce l'attenzione al sociale: destinatario è stato Stefano Asola, marmista di Arzignano.
Altro momento particolare, il conferimento del titolo di Maestro Artigiano "ad honorem" a padre Bruno Ghiotto, missionario saveriano che opera in Burundi dal 1968. Il perché è presto detto: oltre a costruire acquedotti, ospedali, scuole e case, padre Bruno ha creato le Scuole dei Mestieri dove i ragazzi possono imparare un lavoro e affrancare così non solo loro stessi, ma anche le famiglie e le comunità cui appartengono, dalla povertà guardando al futuro con rinnovata speranza.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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