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Salvagnin arriva alla fine del mondo

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 17 Febbraio 2012 alle 21:26 | non commentabile

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Simone Salvagnin - Giunge a conclusione la Ojos del Salado - Patagonia Expedition 2012, la spedizione tra Cile e Argentina che ha visto protagonista Simone Salvagnin, ventisettenne non vedente di Schio, portavoce ufficiale della Carta ONU dei Diritti dei Disabili. Simone e compagni hanno coronato con   successo il viaggio in tandem attraverso la Patagonia, raggiungendo tra numerose difficoltà e avventure la città più a sud del mondo, Ushuaia, nella mitica Terra del Fuoco.

«La mia meta è il viaggio». Queste le parole di Simone Salvagnin di fronte allo splendido scenario della baia di Ushuaia. Uno scenario che lui, ventisettenne non vedente di Schio, non può vedere, ma che per lui ha un significato speciale, ovvero la conclusione della Ojos del Salado - Patagonia Expedition 2012: la spedizione, partita lo scorso 12 gennaio dalle gelide pendici del cileno Ojos del Salado, il vulcano più alto del mondo, si è conclusa infatti martedì 14 febbraio con l'arrivo ad Ushuaia, la città più a sud del mondo situata nella provincia argentina della Terra del Fuoco, dopo circa quattromila chilometri attraverso la Patagonia, più di mille dei quali Simone e la guida Enrico Rizzolo hanno percorso in sella ad un tandem.
La spedizione di Simone Salvagnin e compagni si è conclusa dunque con un successo, pur tra  le innumerevoli difficoltà che ne hanno segnato il cammino. Un cammino attraverso alcuni dei luoghi più selvaggi e inospitali del pianeta, come l'Ojos del Salado, la cui vetta inerpicata a 6891m di altitudine si è rivelata inaccessibile a causa delle durissime condizioni climatiche che hanno costretto Simone a fermare il tentativo di scalata a quota seimila metri.
Sfiorato il primo obiettivo, i nostri non si sono persi d'animo e il 2 febbraio all'altezza di Santiago del Cile hanno imboccato la leggendaria Caretera Austral, l'autopista in terra battuta che attraversa la Patagonia cilena per tutta la sua lunghezza: Simone ed Enrico hanno dato così avvio ad un'entusiasmante corsa a colpi di pedale su una strada che si snoda tra ghiacciai luccicanti (come il Perito Moreno, il terzo più grande al mondo dopo i poli), imponenti cascate e gelidi torrenti, sconfinate foreste di pino australe e felci giganti che ricoprono le immense vallate intervallate da sperduti villaggi.
Anche in questa seconda parte del viaggio la natura ha rischiato di avere la meglio: in corrispondenza del parco nazionale delle torri del Paine, infatti, la coppia di ciclisti ha dovuto fare i conti con il temibile vento patagonico, turbini di sabbia e sassolini capaci di raffiche oltre i cento chilometri orari, che in più di un'occasione hanno messo a dura prova la tenuta di Simone ed Enrico.
Ushuaia, ultimo lembo di terra abitata dell'emisfero australe, rappresenta il termine ideale di un viaggio tra gli uomini. E il viaggio di Simone è stato anche un viaggio tra la gente, presso la quale ha diffuso il messaggio della Carta ONU dei Diritti dei Disabili, documento di cui è portavoce ufficiale. Oltre ad aver incontrato un rappresentante dei minatori cileni di Copiapò, rimasti intrappolati per settanta giorni in una miniera nell'estate del 2010, Simone ha avuto l'opportunità di conoscere Juana Paillallef, donna guerrigliera appartenente alla tribù dei Mapuche (indigeni dell'Auracania, regione centro-meridionale del Cile), incarcerata per quattro anni per aver preteso la restituzione delle terre ai propri avi e che tuttora conduce la lotta contro le violenze e i soprusi perpetrati dalle forze dell'ordine cilene. All'incontro ha fatto seguito un trasferimento in una piccola isola a largo della costa del Pacifico, in cui vive una comunità mapuche di dodicimila persone.
Dal vulcano più alto alla città più a sud del mondo. Un viaggio straordinario, attraverso scenari naturali sublimi, raccontati mediante l'impresa di chi, paradossalmente, non può vederli.
«La mia meta è il viaggio», afferma Simone Salvagnin. E non c'è nulla di più vero per chi non si pone limiti: siano i limiti del mondo, che al di sotto di Ushuaia (latitudine 54°) è abitato solo da mare, rocce e ghiacci, o i limiti imposti dalla disabilità. L'avventura di Simone non si ferma qui...






Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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