Sale scommesse, niente divieti vicino alle scuole
Martedi 11 Settembre 2012 alle 19:46 | 0 commenti
Alla fine le speranze, non tantissime peraltro, che la giunta aveva riposto nel governo sono definitivamente evaporate questo pomeriggio. Il governo toglierà dal decreto sulle sale scommesse il divieto di apertura a meno di 200 mentri dalle scuole. «Ha prevalso una logica esclusivamemte economica» spiega il consigliere Raffaele Colombara che da mesi sosteneva lo sforzo dell'esecutivo berico che ritiene dannosa l'apertura di betting-point a ridosso di scuole, ospedali e oratori.
Tra le testate nazionali che per prime oggi pomeriggio avevano rivelato le intenzioni dell'esecutivo tecnico guidato da Mario Monti c'è stata repubblica.it che già attorno alle 14,30 scriveva: «Cancellata dall'ultima versione del decreto Balduzzi di riordino della sanità la norma che fissava, per l'apertura di sale giochi e scommesse, distanze minime dai luoghi sensibili. Le disposizioni sulla pubblicità contenute nel decreto avranno efficacia dal primo gennaio 2013. La decisione conferma le anticipazioni dopo giorni di tensioni e polemiche su un decreto che sta avendo vita molto travgliata. Per quanto riguarda le distanze, i monopoli dovranno riesaminare progressivamente la posizione delle sale slot eccessivamente vicine a scuole, chiese e ospedali, sulla base delle indicazioni trasmesse dai comuni, ma in ogni caso tenendo in considerazione gli interessi del settore e il consolidamento del gettito».
Una doccia fredda per la giunta Variati che in materia ha un paio di contenziosi pendenti davanti al Tar. «Ad essere sinceri - spiega Colombara - una decisione del genere era nell'aria. Ciò non toglie però la bontà dell'operato dell'amministrazione di Vicenza nella sua opera di sensibilizzazione rispetto al problema che c'è e rimane». Lo stesso Colombara annuncia che a breve, come da programma, sarà organizzata una manifestazione con genitori e famiglie per sensibilizzare «l'opinione pubblica su un tema che può avere pesanti risvolti sociali per chi è affetto da comportamenti ludopatici». Il decreto per vero non è ancora stato convertito in legge. Lo stesso governo ha chiesto alle forze parlamentari che lo sorreggono di non stravolgerlo.
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