Sale scommesse, illegittime le chiusure volute dal comune
Mercoledi 17 Aprile 2013 alle 15:48 | 0 commenti
Gli annullamenti dei permessi per le due sale scommesse della zona di San Lazzaro decisi dall'amministrazione del capoluogo berico sono illegittimi. Perché la norma locale che ne disciplina i contorni sia sul piano annonario sia sul piano urbanistico non può mai interferire con la norma nazionale, gerarchicamente sovraordinata. È questo quanto stabilito da due sentenze gemelle del Tar Veneto che questa mattina sono finite sul tavolo del sindaco Achille Variati, il quale annuncia un ricorso. (a seguire nota ufficiale)
La vicenda è nota da tempo. L'amministrazione per cercare di porre un argine alla dipendenza da giochi e temendo per l'integrità dei soggetti più deboli aveva introdotto alcune regole annonarie e urbanistiche in forza delle quali, tra le le tante, si vietava l'apertura di sale scommesse nelle prossimità delle scuole. In ragione delle medesime norme l'amministrazione aveva fatto abbassare le saracinesche a due sale gioco in zona San Lazzaro. I gestori però avevano considerato illegittimi i provvedimenti perché travalicavano dalle potestà comunali. E il tribunale amministrativo del Veneto con due diverse sentenze ha dato loro ragione.
Il sindaco democratico Variati però non è d'accordo e in una con l'avvocatura municipale ha deciso sia proposto appello «perché è la Costituzione a porre in capo ai comuni la disciplina urbanistica». Il primo cittadino però si concentra principalmente sull'aspetto politico. «È indecente che questo governo abbia proposto una legge del genere e che il precedente parlamento l'abbia approvata. A questo punto tramite i nostri parlamentari di riferimento, a partire dalla nostra vicesindaco alessandra Moretti pensiamo di proporre una modifica alla legge». Nelle fila della maggioranza di centrosinistra che governa a palazzo Trissino si pensa ad una nuova legge ad hoc o ad un emendamento ad un'altra legge. Il primo cittadino comunque non è rassegnato: «I servizi sociali ci informano di intere famiglie distrutte dal gioco. Ma quando i poveri vanno in disgrazia non bussano certo alla porta del governo, ma a quella del comune».
Sale giochi: il Comune di Vicenza ricorrerà al Consiglio di Stato contro le sentenze con le quali ieri il Tar Veneto ha accolto i ricorsi delle ditte Adria Gaming e Romagna Giochi che gestiscono due attività in viale San Lazzaro.
L'amministrazione contesta l'accoglimento da parte del Tar della richiesta di annullamento del regolamento comunale per l'apertura di sale giochi approvato dal consiglio nel dicembre del 2011 e della norma urbanistica che prescrivono entrambe specifiche distanze delle sale giochi da luoghi sensibili, come scuole, centri giovanili, monumenti.
In sede cautelare lo stesso Tar aveva affermato il fondamento del potere regolamentare dell'ente locale, anche al di là delle materie contemplate espressamente dalla Costituzione e dalle norme generali.
Le due nuove sentenze, invece, affermano che la disciplina comunale si riferisce alla protezione della salute e dell'ordine pubblico e che su tali materie è intervenuta la legge dello Stato a stabilire i principi a tutela della ludopatia.
Poiché, però, in tale legge nulla è detto sul fronte della prevenzione, neppure sotto il profilo strettamente territoriale, l'amministrazione ha già annunciato che appellerà le sentenze e, contestualmente, attiverà ogni possibile iniziativa affinché Governo e Parlamento affrontino il problema anche sotto questo aspetto.
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