Rui risponde: anche sinti e rom disoccupati, ma non per questo vanno a rubare
Lunedi 4 Aprile 2011 alle 18:00 | 0 commenti
Riceviamo (scrivete a [email protected] ) da Irene Rui una replica a un'opinione sui rom e pubblichiamo.
Dall'articolo apparso sul vostro quotidiano web sulla questione dei "Nomadi" da parte di "amici della Legalità ", constato che l'ignoranza non ha confini. Vorrei far presente a lor signori che molti sinti e i rom, cittadini italiani o stranieri, sono oggi inoccupati (se sono liberi professionisti) o disoccupati, e molti non sanno, come gli altri cittadini, come mantenere la famiglia.
Non per questo vanno a rubare, chiederanno forse la carità , aiuto ai servizi sociali, diritto di tutti i cittadini. Non in tutti i campi ci sono auto di lusso (che poi bisogna vedere quanto vecchie ed acciaccate, al mercato sono vendute ad un costo inferiore delle utilitarie, poiché dopo tre anni deprezzate), in molti ci sono vecchie Uno, Punto Y10 e qualche furgone o camioncino per il lavoro.
Dove lor signori vedono le auto più o meno lussuose, sono quei campi dove ci sono chi esercita ancora la professione di giostraio, calciatori o altre professioni remunerative sportive o commerciali. Sarebbe ora di smetterla con lo stereotipo rom o sinto, uguale ladro.
Devo dire che lor signori hanno ragione sul regolamento dei capi nomadi comunali, anche se non condivisibile, poiché crea delle pregiudiziali tra chi vive in un campo e chi in una casa comunale. Forse dovrebbero perdersi su questo, poiché non è giusto che chi delinque e vive in un campo sia allontanato dalla sua famiglia e chi invece vive in una casa ci può rimanere ed una volta scontata la pena ritornarci. Non si possono avere due pesi e due misure.
Poi mi chiedo: è giustizia lasciare in mezzo a una strada vecchi, bambini e famiglie come succede in giro per l'Italia dopo lo sgombero di un campo, magari perché zona appetibile per gli immobiliaristi? E' giustizia negare l'acqua agli assetati e un tozzo di pane agli affamati? E' giustizia negare un posto dove sostare per ristorarsi e riposare? E' giustizia negare il diritto allo studio ai bambini rom e sinti? E' giustizia oltre che sicurezza, lasciare le persone con servizi igienici fatiscenti, con la fognatura che sgorga ad ogni pioggia e le case disposte a meno di 3 m di distanza l'una dall'altra? E giustizia schedare (come si faceva negli anni bui del fascismo e nazismo) le persone, compreso i bambini pur essendo questi ultimi tutelati dalle normative europee sull'infanzia?
Probabilmente si', poiché sono "nomadi", anche se molti sono stanziali.
La L.R. 54/89 si prefigge di tutelare le minoranze etniche rom e sinti, poiché si vuole evitare che queste minoranze siano costrette a rinunciare alla loro cultura e ai loro modi di vivere. Lo Stato italiano tramite l'articolo 3 della Costituzione riconosce che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali". Tutto questo per evitare forme xenofobe e razziste pari a quelle degli "Amici della Legalità ".
Irene Rui
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