Rui e Zentile, VicenzaPiù n. 205 : su intervista Bruzzo sbaglia su Presidio No Dal Molin
Sabato 15 Gennaio 2011 alle 18:48 | 0 commenti
Riceviamo da Irene Rui e Guido Zentile e pubblichiamo.
Nell'intervista a Cosimo Bruzzo, di A. Mannino su VicenzaPIU n. 205, nell'ambito della mobilitazione degli studenti, Bruzzo fa un passaggio infelice, nel senso che nell'esprimere una propria opinione afferma delle inesattezze. Egli asserisce che il Presidio No Dal Molin ha fatto fallire la lotta contro la nuova base USA, perché non ha portato avanti la battaglia a livello nazionale, accontentandosi del parco. Quale parco?
La questione della base è ribaltata alle cronache ed è conosciuta, non solo in seno nazionale, ma anche internazionale, grazie al Presidio Permanente; il quale ha innescato una "catena di S.Antonio" di solidarietà con gli altri conflitti nazionali e internazionali: dal No Tav, al No Ponte (sullo stretto di Messina), passando per piazza Alimonda, per le "reti invisibili", per il 3.32 di L'Aquila, alle madri di Chiaiano, al movimento del popolo sudafricano contro i mondiali, al controvertice di Cancun, per non parlare nel movimento "acqua bene comune". Dove è stata espressamente richiesta la presenza del Presidio, quale portatore del dissenso contro la costruzione della base USA più grande d'Europa: la difesa di un bene comune ed il diritto di un popolo di decidere sull'uso del suo territorio. Questo forse non è portare avanti la battaglia a livello nazionale? E ancora chi è che chiede in continuazione a Costa di venire a parlare davanti ai vicentini? Chi è che sta portando avanti la battaglia sulle conseguenze della base? Chi continua a denunciare le conseguenze della militarizzazione del territorio e dell'arrivo di circa
15 mila militari compresi i civili? Chi sta denunciando e rompendo le scatole all'Amministrazione Comunale sul fatto che quella base è una concausa dell'alluvione, e sui danni che il cantiere ha provocato alla falda? Chi si è opposto e si oppone, in Consiglio Comunale, alla nuova bretella di collegamento fra le basi?
Il movimento degli studenti, il tuo Circolo, caro Cosimo?
Il Presidio non ha mai accettato, né compromessi, né compensazioni, quanto meno la promessa del parco come contropartita.
Un conto è dire, come sempre affermato, che il ventilato parco è una battaglia vinta poiché la zona ad est non sarà più militarizzata, come lo volevano fare gli statunitensi nel progetto iniziale, un conto dire che è una piccola vittoria; restano infatti altre battaglie da portare avanti e questo il Presidio non l'ha mai negato. Innanzitutto dalla promessa bisogna passare ai fatti: la sdemanializzazione dell'area e la firma del Governo per il passaggio al Comune di Vicenza, poi i cittadini si dovranno conquistare il parco. Ci sono poi le battaglie future contro i danni ambientali e sociali che questa base comporta e anche di questi il Presidio ne è cosciente. Caro Cosimo, vedi, non è il Presidio che ha fatto morire il movimento, ma sono i dissapori, lo sfiduciamento per il crescere della base che ha portato ad una stasi del movimento. D'altronde nella precedente legislatura Rifondazione non ha dato una mano incisiva: mentre i trasmigrati nella SeL, a Vicenza promettevano facendosi belli davanti al movimento, a Roma non muovevano un dito per cercare di sostenere la causa; non l'hanno fatto per non disturbare il Governo? Vedi Cosimo se all'epoca Rifondazione a livello nazionale si faceva sentire almeno un pochino, e quella locale si fosse fatta propulsore per l'unità del movimento invece di dividere, forse la base sarebbe cresciuta più lentamente, forse ci sarebbe stata la VIA, forse sarebbero usciti gli illeciti negli appalti a danno dei lavoratori. Purtroppo Rifondazione si è mossa solo in Europa, dove però non ha potuto continuare il lavoro avviato.
E' ora di smetterla di tirare sassi sul movimento che ha fatto "smuovere"
Vicenza, ma di unire le forze almeno per denunciare e continuare la lotta sui danni che la base creerà , e le opere di ausilio alle basi, sia ambientali, sia sociali; e perché veramente il lato est passi alla cittadinanza.
Questo non è localismo, è affermare che il territorio è un bene comune.
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