Maltempo, Equizi accusa Variati e i suoi predecessori: politicanti scarica colpe
Venerdi 17 Maggio 2013 alle 17:30 | 1 commenti
Franca Equizi candidato sindaco SOS Vicenza Giustizia e Legalità - Proviamo ribrezzo nel vedere il sindaco Variati, tutto tronfio in giacca elettorale della Protezione Civile, accusare, di fatto, i poveri contadini di Caldogno per le continue emergenze alluvione. Di chi è la colpa, secondo il nostro stipendiato, se in mezza giornata di pioggia i corsi d’acqua si gonfiano da paura, ma solo dei contadini che ritardano il bacino di laminazione!
Lui e i suoi amici politicanti, secondo noi, pensano: “Come si permettono questi
spudorati a non voler cedere a prezzo stracciato le loro terre e le case, dove
in molti casi le loro famiglie risiedono da varie generazioni, per costruire il
bacino di laminazione? Â Dobbiamo svergognare questi marrani che si oppongono al
nostro potere politico. Istighiamo la gente, arrabbiata per i danni, contro di
loro. Diciamo, con l’aiuto della stampa soprattutto quella amica, che vogliono
fare la cresta sulle disgrazie. Nessuno andrà a controllare la vera ragione
della scelta di quell’area e cioè l’enorme quantità di ghiaia presente da
donare ai cavatori. Non importa se, come piove, l’area del bacino si riempie
all’inverosimile già adesso â€. Â
Variati e i suoi predecessori sono, secondo noi, i veri colpevoli della
situazione venutasi a creare adesso. Dovrebbe fare un esame di coscienza e chiedere
scusa. Questi signori hanno permesso e continuano a permettere il sacco del
territorio infischiandosene delle conseguenze. Hanno autorizzato i costruttori ad
edificare anche sugli argini in barba, anzi come dicono loro in deroga perché
più chic, alle normative sulle distanze dai corsi d’acqua. Le sponde di fiumi,
rogge, canali sono soffocate dal cemento. Molti corsi d’acqua, come per esempio
la Seriola o la Dioma a Ponte Alto, sono stati tombinati. Pur di soddisfare gli
appetiti famelici dei palazzinari e non far perdere loro neppure un centimetro
di costruibile, sordi agli insegnamenti della natura, hanno autorizzato
interrati a ridosso dei corsi d’acqua. Fiumi e torrenti, da secoli, hanno
sempre avuto i loro naturali bacini di espansione ora cementificati. Alcuni
esempi: in Lobia dove rogge e Bacchiglione  esondano spesso, la zona di via
Aeroporti a Rettorgole, la zona di Viale Diaz, il Dal Molin, via Allegri, l’
area di via Fratelli Bandiera, Borgo Berga,  l’area della zona industriale di
Motta di Costabissara per il torrente Orolo, solo per citare alcuni esempi.
Che dire poi del comportamento pilatesco di chi dovrebbe, secondo noi in
qualità di organi preposti, impedire tutto questo e cioè i consorzi di
bonifica, il Genio Civile e il Magistrato alle acque? Â Un esempio per tutti.
Dei costruttori, una decina di anni fa, chiesero di poter costruire in via
Allegri a Vicenza. Il Magistrato alle acque, nel rilasciare il nulla-osta per
costruire i locali interrati a ml. 7 dal ciglio della sponda del Bacchiglione,
specificò che: “La ditta richiedente, firmando l’accettazione del nullaosta, si
impegna a non avanzare alcuna pretesa di indennizzo per eventuali danni
derivanti dall’andamento idrometrico del corso d’acqua ed inoltre l’
amministrazione dei Lavori Pubblici è sollevata in ordine di eventi dannosi che
dovessero verificarsi a persone, animali e coseâ€.  Questi locali, a quanto
risulta, vengono continuamente allagati e, secondo il Magistrato alle acque, i
proprietari non avrebbero diritto a risarcimenti, ma sono stati informati di
questo? E il Comune perché ha rilasciato la concessione? Ricordiamo che i
sindaci di Vicenza e Caldogno hanno recentemente autorizzato con Pat e piani
degli interventi ulteriori massicce colate di cemento. Li sfidiamo, se
effettivamente hanno a cuore i loro concittadini e il loro territorio, a
dimostrare coerenza annullando immediatamente queste delibere. Non illudiamoci
non faranno nulla, secondo noi, hanno troppa paura di mettersi contro i poteri
forti. Perché Variati non chiede e autorizza la costruzione di un bacino di
espansione lungo l’Astichello o a Ponte Alto o a Vicenza Est? E’ assurdo, a
nostro parere, che Vicenza, per non danneggiare i poveri costruttori, pretenda
di fare il bacino di laminazione in casa d’altri? Ci chiediamo poi perché tutti
i costi delle opere del bacino, cosi come i risarcimenti dei danni alluvionali,
sono a carico dei contribuenti. Perché non sono a carico di chi ha costruito in
deroga alle normative, dei politici loro complici e di tutti coloro che
inspiegabilmente non hanno sorvegliato e perseguito tutto questo scempio
ambientale. E’ ora di finirla che a pagare siano sempre e solo i contribuenti.
Speriamo che, come promesso tempo fa, il nuovo procuratore capo indaghi a fondo
(siamo a disposizione per riconsegnare esposti e materiale presentati in
procura a suo tempo).
Come mai poi invece di fare l’invaso non si puliscono i corsi d’acqua, come
avviene per i canali di Venezia, asportando il materiale accumulatosi sul fondo
nei decenni? Il costo dei lavori potrebbe essere recuperato vendendo sabbia e
ghiaia o forse i letti dei nostri corsi d’acqua sono tanto inquinati che il
materiale dovrebbe essere conferito in discarica? E’ perché non utilizzare come
bacini le cave già presenti più a nord? Forse perché là nessuno guadagna con
ghiaia e quant’altro da asportare? Perché non sono stati utilizzati i fondi
derivanti dalla vendita delle quote dell’autostrada per mettere in sicurezza la
città ? Come sono stati spesi quei 35 milioni di euro? Perché AIM non ha
sistemato le fognature della città , per esempio in Contrà Chioare o in Via
Ponte del Bo (filmato allegato), invece di sperperare in sponsorizzazioni e
pubblicità inutili? Perché far comunque la tappa delle Mille Miglia e la
relativa sontuosa cena in Basilica mentre molti cittadini erano in ansia o alle
prese con il fango? Vorremo infine sapere se vi siano stati, come si vocifera,
interventi sulle chiuse per rallentare la portata d’acqua del Retrone nel
Bacchiglione  facilitando, in tal modo, il deflusso del Bacchiglione stesso e
salvare la città dall’alluvione, ma causando l’allagamento di Sant’Agostino,
della zona industriale e di Creazzo.
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