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Ripresa lontana, parola di banche Usa

Di Giancarlo Marcotti Domenica 8 Agosto 2010 alle 10:38 | 0 commenti

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Le trimestrali dei principali istituti di credito statunitensi sono un buon indicatore dello stato di salute dell'economia. Gli utili sono in crescita, ma il calo generalizato dei fatturati fa capire che per una vera ripresa c'è ancora da attendere (da VicenzaPiù n. 196 del 24 luglio, n.d.r.).

Le società quotate in Borsa hanno l'obbligo di comunicare ogni novanta giorni un rendiconto economico/patrimoniale che assume il nome di "trimestrale", in pratica un bilancio a tutti gli effetti, che, per gli operatori finanziari, assume una notevole importanza per "tastare il polso" all'economia nel suo complesso.

E' noto a tutti che l'attuale crisi economica altro non è che una conseguenza del terremoto che ha sconvolto l'intero sistema finanziario mondiale, e, se si parla di finanza, lo sguardo va rivolto essenzialmente Oltre Oceano.
Per questo motivo tra il fiume di trimestrali statunitensi che in questi giorni invade il mercato, una attenzione particolare viene riservata a quelle che riguardano le Banche Usa.
I risultati provenienti da questo settore potrebbero infatti dare indicazioni sullo stato di salute dell'economia nel suo complesso e quindi essere presi come base per fare previsioni attendibili sulla durata di questa gravissima crisi.
Premesso che al momento in cui scriviamo (VicenzaPiù n. 196 del 24 luglio, n.d.r.)non sono ancora stati resi noti i dati di Morgan Stanley, andiamo ad analizzare i risultati degli altri colossi americani.
Come da tradizione, tra le Banche, la prima a pubblicare la propria trimestrale è stata JP Morgan che, ricordiamo, incorpora Chase Manhattan Bank.
I risultati sono stati eccellenti, nel secondo trimestre di quest'anno, infatti, l'Istituto ha riportato utili netti pari a 4,8 miliardi di dollari (1,09 dollari per azione) un incremento del 77% rispetto ai 2,7 miliardi (28 centesimi per azione) riscontrati un anno fa. Il dato reddituale ha superato largamente anche le previsioni degli analisti (74 cent per azione).
Tutto bene quindi?
Verrebbe da rispondere sì, se si esclude che il giro d'affari è stato, seppur di poco (25,1 rispetto a 25,62 miliardi di dollari) inferiore a quello dello scorso anno.
Vedremo subito che questo sarà il leit-motiv che caratterizza le trimestrali bancarie fin qui note.
Un po' meno bene è andata al maggior Istituto di credito Usa per asset, stiamo parlando di Bank of America, i cui utili si sono attestati a 3,1 miliardi di dollari (27 cent per azione) in leggero calo rispetto a 3,2 miliardi fatti registrare lo scorso anno. L'utile è stato comunque superiore al consenso del mercato (22 cent per azione). Un risultato ottenuto soprattutto grazie al cosiddetto calo dei "costi di crediti inevasi" scesi di 1,7 miliardi rispetto al precedente trimestre e di 5,3 miliardi rispetto all'analogo periodo del 2009.
In questo caso la riduzione del fatturato è stata più evidente (-11%), i ricavi si sono infatti fermati a quota 29,15 miliardi di dollari.
Passiamo a Citigroup, i cali cominciano a farsi più sensibili. L'Istituto guidato dal banchiere di origine indiana Vikram Pandit ha infatti comunicato un utile pari a 2,7 miliardi di dollari, diminuito del 37% rispetto allo scorso anno, ma risultato comunque superiore alle stime degli analisti (9 cent per azione anziché i 5 cent previsti). Il titolo, però, nel giorno dell'annuncio ha perso il 4% in Borsa soprattutto per la riduzione del 22% fatta registrare dal fatturato.
Ed arriviamo alla "mitica" Goldman Sachs, per molti la società al mondo a detenere il maggior potere, sono infatti innumerevoli le personalità, in ogni angolo del pianeta, che attualmente ricoprono incarichi di primissimo piano, provenienti dalla dirigenza di Goldman.
Ebbene, il dato, d'acchito, può essere definito "pesante", i profitti sono infatti calati dell'82%. L'utile trimestrale si è attestato a 613 milioni di dollari (78 cent per azione) rispetto ai 2,7 miliardi dell'analogo periodo del 2009 (4,93 dollari per azione). Il risultato è stato anche di gran lunga inferiore alle previsioni degli analisti (1,99 dollari per azione), occorre però far rilevare due poste straordinarie che hanno inciso notevolmente: i 600 milioni di dollari relativi alla nuova tassa introdotta nel Regno Unito ed i 550 milioni di dollari per la multa che recentemente la società ha dovuto pagare alla Sec, l'Organo di vigilanza statunitense, equivalente della nostra Consob.
Se infatti togliessimo queste due poste "straordinarie" arriveremmo a conclusioni opposte, gli utili si attesterebbero a 2,75 dollari per azione.
L'attenzione degli analisti era anche focalizzata verso i ricavi che sono rimasti poco sotto il consenso del mercato (8,84 rispetto a 8,98 miliardi), ma molto inferiori ad un anno or sono (-36%). A stupire ancora una volta è il Tier 1 (il principale indice di patrimonializzazione) che denota, una volta di più, la solidità di questa Istituzione davvero unica, facendo segnare al 30 giugno uno stratosferico 15,2%.
Quali considerazioni trarre dunque da queste trimestrali?
Telegraficamente due: prima della crisi l'operatività degli Istituti statunitensi, soprattutto nella divisione Investment banking, superava qualsiasi livello di guardia; ma soprattutto la riduzione del fatturato, riscontrata da tutte le Banche, ci induce a ritenere che il momento della "vera ripresa economica" debba ancora una volta essere spostato più in là nel tempo.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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