Riorganizzazione scuole, Schneck non ci sta e sbotta contro gli esponenti Pd
Martedi 19 Novembre 2013 alle 17:49 | 0 commenti
 
				
		Provincia di Vicenza - “Ma di che scuole parlano?!†E’ sorpreso e amareggiato il Commissario Straordinario della Provincia di Vicenza Attilio Schneck di fronte alle affermazioni di Daniela Sbrollini, Federico Ginato e Stefano Fracasso in merito al piano di dimensionamento scolastico e alle scuole superiori vicentine.
“Dicono che in dieci       anni la Provincia non ha riservato investimenti all’edilizia       scolastica e che le scuole versano in situazione di criticità. Le       cose sono due: o parlano di istituti superiori di un’altra       provincia o non conoscono a sufficienza i nostri istituti. In       dieci       anni abbiamo investito nell’edilizia scolastica oltre 100 milioni       di euro. Abbiamo realizzato cittadelle degli studi, ampliamenti       degli       edifici esistenti e ristrutturazioni di quelli più datati. Ma       dov’erano negli ultimi anni questi tre politici per non sapere       che,       grazie a continui interventi, le nostre scuole sono a norma. E       dov’erano per non ricordare, solo per fare qualche esempio, la       nuova sede del liceo Quadri, del Pertile ad Asiago e del Brocchi       al       Sacro Cuore, la cittadella di Lonigo, l’ampliamento del Lampertico       a Vicenza, del Corradini a Thiene, del Garbin a Schio, del Ceccato       a       Montecchio, del Da Ponte e del Remondini a Bassano, dell’Artusi a       Recoaro, del Masotto a Noventa, la ristrutturazione del Pigafetta,       la       nuova palestra del Montagna e quella del Parolini a Pove. Certo       avremmo potuto fare di più, ma abbiamo avuto sempre meno fondi a       disposizione e più tagli ai trasferimenti. Nonostante questo, i       nostri istituti superiori rappresentano l’eccellenza d’Italia, di       certo non grazie a chi da Roma non ha fatto nulla per noi.â€
       Quanto poi al piano di       dimensionamento, Schneck si chiede come è possibile che tre       politici       con un presente e un passato di militanza nelle Istituzioni non       conoscano l’iter di un procedimento che almeno due di essi hanno       vissuto in prima persona, la Sbrollini in qualità di ex       consigliere       provinciale e Fracasso di consigliere regionale. 
       Il piano di       dimensionamento non è “della Provinciaâ€, ma della Commissione       d’ambito che lo ha elaborato e licenziato. Ed è soprattutto della       Regione, chiamata a dargli definitiva approvazione. 
       La Commissione       d’ambito è composta da Provincia, Ufficio Scolastico Territoriale       e Sindaci dell’area, in questo caso 25. 
“In Commissione il voto       della Provincia conta uno –spiega Schneck- quindi si può certo       affermare che il piano sia stato licenziato grazie al parere       favorevole dei 15 Sindaci presenti, democraticamente eletti e       appartenenti a vari schieramenti politici, Pd compreso. Un voto       pienamente legittimo, quindi, tanto quanto quello della Provincia       che       è guidata da un commissario che, come ben dovrebbero sapere i tre       politici, racchiude i poteri di Presidente, Giunta e Consiglio.â€
       Sbrollini, Ginato e       Fracasso fanno appello ad una riorganizzazione partecipata e       condivisa “forse perché non sanno –chiarisce Schneck- che per       più di un anno la Provincia e l’Ust, su mandato della Commissione       d’Ambito, hanno lavorato con i dirigenti scolastici e hanno       valutato anche le proposte che sono pervenute da insegnanti e       consigli di istituto. Agli stessi Presidi è stato chiesto di fare       una proposta, che non è mai arrivata nonostante i numerosi       incontri.â€
       Quanto alle critiche       relative alla tempistica, poi, Schneck le rimanda al mittente, in       particolare al consigliere Fracasso visto che a dettare i tempi       non è       la Provincia ma la Regione.
       “Su una cosa sono       d’accordo con i tre –conclude Schneck- in Italia c’è troppa       frammentazione di competenze, a causa della quale ogni decisione       diventa più lenta e complessa e le riforme diventano impossibili.       Ma       mi chiedo anche come possiamo affidare la nostra capacità di fare       riforme a parlamentari che di fronte ad un serio tentativo di       razionalizzazione, quale è il piano di dimensionamento delle       scuole,       invece di comprendere e sostenere preferiscono cavalcare la       polemica       contribuendo a creare confusione nelle informazioni.†
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