Rinnovare le PA: servizi on-line accessibili, arma contro lo spreco nell'indagine Cuoa
Mercoledi 30 Marzo 2011 alle 11:58 | 0 commenti
Fondazione Cuoa -  Le indicazione in una survey realizzata dall'Area PA della Fondazione CUOA. Una marcia in più nell'organizzazione pubblica, nuove strategie di sviluppo dei processi e una precisa integrazione tra PA locale e centrale. Nel corso della terza edizione del Master in Gestione Integrata nelle Pubbliche Amministrazioni, che la Fondazione CUOA organizza per contribuire ad accrescere le competenze di management dei dirigenti attuali e futuri della Pubblica Amministrazione, è stata effettuata un'indagine, su un campione di 160 partecipanti, per capire quali dovranno essere le prossime mosse dell'organizzazione pubblica per mantenersi innovativa.
I servizi on-line accessibili via web: arma contro lo spreco . Tali servizi presenterebbero per il 95% un risparmio sui costi degli sportelli, del personale e dei procedimenti, consentendo di offrire un servizio migliore. Solo l'1,9% li reputa un ostacolo che costa agli enti pubblici, perché moltiplicherebbe le spese senza generare un particolare valore per gli utenti. Dal punto di vista dei cittadini per l'85% faranno risparmiare tempo e denaro, ma per l'11,9% probabilmente saranno usati da pochi perché i servizi on-line della PA sono complicati da usare e non danno garanzia a chi li usa. Per spingere i cittadini e le imprese ad utilizzare i servizi on-line secondo il 66,9% degli intervistati servono servizi utili e facili da utilizzare, per il 21,2% azioni efficaci di comunicazione e promozione, per l'11,3% costi inferiori dei servizi on-line rispetto a quelli erogati allo sportello (es. meno bolli e spese di segreteria).
Collaborazione tra enti per stare al passo con la riforma. I dati relativi agli ambiti in cui sarebbe prioritario intervenire per introdurre innovazione negli enti locali rivelano l'esigenza da parte del 48,8% degli intervistati di creare "reti" e collaborazioni tra enti pubblici per la gestione condivisa dei servizi on-line e dell'innovazione (48,8%). A seguire, sono molto sentite anche le necessità di digitalizzare i processi e le procedure interne degli enti (29,4%), e di introdurre nuovi canali (servizi via web, via cellulare, ecc.) per l'erogazione dei servizi agli utenti (20%). Solo l'1,9% ricorrerebbe a intermediari sul territorio per gestire esternamente una parte della gestione dei servizi (banche, tabaccai, poste, ecc.).
La posta elettronica certificata rappresenta una reale comodità . Dal punto di vista delle PA, la netta maggioranza (77,5%) la reputa un'opportunità che consentirà di realizzare tutto il ciclo dei procedimenti in forma digitale. Il 10,6% degli intervistati, al contrario, pensa sia un'inutile complicazione e che difficilmente sarà usata da tutti e quindi continueranno a convivere sia i procedimenti digitali, sia quelli tradizionali cartacei. Dal punto di vista dei cittadini, invece, per il 73,1% permetterà di risparmiare tempo e denaro, per l'11,3% sarà usata da pochi perché costosa, complessa e macchinosa e senza particolari vantaggi per chi la usa.
L'albo pretorio virtuale una soluzione immediata e dal costo contenuto. A livello di PA consentirebbe di gestire in modo digitale tutto il procedimento di creazione e pubblicazione degli atti, aumentando la trasparenza dell'ente (85,6%), ma rischierebbe di generare un costo e inutili complicazioni ai procedimenti senza fornire particolari benefici, introducendo nuove problematiche legate alla tutela della privacy e al diritto all'oblio (lo dice il 9,4%). A livello dei cittadini farebbe risparmiare tempo e denaro e renderebbe più facile conoscere le azioni delle amministrazioni pubbliche (83,7%), ma sarebbe una complicazione poiché i cittadini e le imprese non sono interessati a ciò che si pubblica sull'albo pretorio (5,9%).
Formazione degli operatori e finanziamenti per convincere gli enti a rinnovarsi. I risultati dimostrano che per spingere le amministrazioni locali a innovare i servizi occorrono percorsi formativi adeguati per gli operatori della PA (37,3%), finanziamenti statali/regionali di supporto all'innovazione (23,5%), tecnologie più semplici sia per la PA che per il cittadino (25,5%) e l'appoggio di amministratori e politici (13,7%). Per quanto riguarda le motivazioni che hanno spinto il proprio ente a introdurre le più recenti innovazioni nel modo di gestire i servizi on-line il 44,4% ha risposto obblighi formativi, il 24,5% la necessità di risparmiare, il 21,1% lo stimolo degli amministratori e il 5,4% la disponibilità di un finanziamento specifico dall'esterno.
Innovarsi è un investimento. Analizzando le voci di costo più onerose quando si introducono innovazioni nel modo di erogare i servizi basati su nuove tecnologie il 31,1% indica la necessità di formazione del personale, il 22,1% le tecnologie hardware, il 20,7% la necessità di consulenti informatici, il 20,7% le licenze e i canoni di utilizzo del software e il 5,5% i costi di promozione e comunicazione.
Ma è soprattutto vantaggioso. Esaminando gli ambiti in cui è possibile ottenere risparmi e vantaggi quando si introducono innovazioni nel modo di erogare i servizi on-line, il 65,6% risponde in una migliore qualità del servizio erogato (es. risparmio di tempo per il cittadino che usufruisce dei servizi), il 26,5% nella possibilità di dedicare operatori ed attività alternative allo sportello, il 7,9% nei costi materiali (es. carta).
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