Rinnovabili, dal Pd veneto appello a Monti: serve un grande patto nazionale
Lunedi 28 Novembre 2011 alle 15:48 | 0 commenti
Partito Democratico Veneto - "Politiche per la crescita investano su comparto delle rinnovabili, serve un grande patto nazionale". Parte dal Partito Democratico del Veneto la proposta al governo Monti per la stipula di un grande patto nazionale sottoscritto da Governo, Banche, imprese e Regioni a favore delle energie rinnovabili e per il salvataggio di una punta di diamante del sistema produttivo italiano high-tech.
A lanciare l'idea, presentata oggi a Padova in una Conferenza Stampa, è stato Paolo Giacon, responsabile Università e Innovazione del Partito Democratico del Veneto. E il suo appello è stato raccolto dai parlamentari padovani, Giaretta, Naccarato e Miotto, che se ne faranno portatori in Parlamento.
"Tutto il Paese deve mobilitarsi per sostenere il meglio della sua industria innovativa - ha dichiarato oggi Giacon - e in particolare deve farlo il Veneto. Superato il progetto sul nucleare del Governo Berlusconi è ora di dedicarsi anima e corpo al sostegno della competitività dei distretti delle energie rinnovabili fotovoltaico presenti in Italia, tra i quali quello padovano, quello di Monza e Brianza e quello pugliese. Tutti devono fare la propria parte, a partire dal governo e dalle forze politiche".
La proposta del Pd del Veneto si articola in sei punti:
1) Le Regioni e le Province dovrebbero impegnarsi a riconoscere i distretti industriali e le reti di impresa che operano nel settore delle rinnovabili, realizzando il prima possibile piani energetici regionali e provinciali che abbiano come punto di forza la diffusione e l'utilizzo di energie da fonte rinnovabili. Il public procurement può essere ancora un volano di sviluppo. Le regioni potrebbero inoltre pensare a dei fondi di garanzia per l'accesso al credito delle aziende high-tech del fotovoltaico che operano nel nostro territorio.
2) Il Governo dovrebbe impegnarsi a garantire il buon funzionamento del GSE, ente nazionale che si occupa della burocrazia degli incentivi e dei permessi per gli allacciamenti: le aziende ed i privati hanno bisogno di tempi certi che fino ad oggi non sono garantiti. Gli imprenditori sono infuriati. Il Governo deve provvedere ad un immediato commissariamento dell'Ente, o comunque all'aumento dell'organico del GSE, affinché l'ente in grado di erogare servizi burocratici trasparenti ed efficaci.
3) Il Governo dovrebbe inoltre predisporre un piano speciale per la conquista dei mercati esteri da parte delle tecnologie fotovoltaiche made in Italy, che hanno tutti i numeri per fare concorrenza alle tecnologie cinesi e spostarsi verso mercati vergini e promettenti. Un impegno immediato quindi per l'accompagnamento dell'internazionalizzazione delle aziende, generando nuove opportunità di business e di affari, e mobilitando la rete consolare, delle ambasciate, delle camere di commercio all'estero.
4) Il sistema bancario dovrebbe impegnarsi a sostenere con particolari linee di credito l'eccellenza dell'alta tecnologia italiana. Uno sforzo certamente consistente ma necessario.
5) Anche le imprese devono fare la propria parte superando innanzitutto la disgregazione e la parcellizzazione nella rappresentanza di settore. Si pensi che vi sono 4 associazioni nazionali: GIFI/Anie, Aper, Assosolare, ANEV che devono fondersi e dare una voce unica ed autorevole al mondo produttivo legato alle rinnovabili. Anche l'utilizzo della nuova disciplina sulle reti di impresa deve essere adottato dalla filiera delle rinnovabili presente nel Veneto e nelle altre regioni d'Italia per inaugurare una situazione di cooperazione competitiva tra le imprese del medesimo settore.
6) Anche l'Autorità Antitrust dovrebbe infine vigilare affinché gli allacciamenti alla rete avvengano entro tempi ragionevoli ed in particolare presunte questioni di carattere tecnico non nascondano invece forme di concorrenza sleale da parte dei grandi player nazionali dell'energia.
"In particolare il Veneto - dichiara Giacon - ha sviluppato grazie ai generosi incentivi che hanno alimentato il mercato interno, ma anche alla crescente domanda estera, un settore innovativo e competitivo, quello legato alle rinnovabili e al fotovoltaico. A Padova è nato un vero e proprio distretto che ospita gran parte della filiera produttiva, ma che non è riconosciuto ancora dalla Regione. Un patrimonio ci conoscenza, brevetti, e capacità competitiva che dobbiamo tenerci stretto. Le aziende non chiedono aiuti di Stato o l'aumento degli incentivi pubblici, chiedono di essere messe in grado di giocare la propria partita nel mercato globale: con una comunità nazionale alle spalle che sostiene il fotovoltaico e ci crede, una burocrazia che non intralcia e distoglie le aziende dal proprio core business, ed un sistema bancario consapevole della mission di supporto a progetti aziendali tecnologici ed innovativi. Tre condizioni che fino ad oggi non si sono verificate".
"Dobbiamo rilanciare gli investimenti - nota il deputato del Pd Naccarato - anche per una ragione strategica: riconquistare la leadership nella parte iniziale del processo produttivo, se non vogliamo che le nostre aziende diventino utilizzatoci di una tecnologia pensata e prodotta all'estero, magari in Cina."
"Ci faremo ambasciatori di questo appello - hanno aggiunto Giaretta e Miotto - quando in Parlamento si discuteranno le misure per la crescita, che sono importanti per il futuro del paese quanto quelle sul rigore. Serve comunque un gioco di squadra ad ogni livello. Anche la Regione Veneto, in sede di redazione del suo Piano energetico può e deve fare la sua parte per dare impulso ad un settore strategico per il futuro della nostra economia".
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