Quotidiano | Categorie: Immigrazione

Rimesse lavoratori stranieri: da Vicenza 77 mln all'anno in Bangladesh, Romania e India

Di Daniela Ceccon Martedi 28 Agosto 2012 alle 16:55 | 0 commenti

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Al contrario di quanto pubblicato ieri mattina a mezza pagina dal Giornale di Vicenza - che per una svista ha riportato i dati relativi al 2010 - il 2011 ha visto un aumento (e anche piuttosto sostanzioso) delle rimesse dei lavoratori stranieri in Italia: si parla di 7,4 miliardi di euro, il 12,5% in più rispetto all'anno precedente. Mediamente ciascun straniero invia all'estero poco più di 1600 euro all'anno, per una cifra totale che corrisponde quasi allo 0,5% del Pil.

Più di metà del denaro è diretto in Asia, il 25% circa rimane in Europa, il 12% va in America e l'11,5% in Africa. La Cina è il Paese che riceve più rimesse, con 2 miliardi e mezzo di euro ogni anno e un aumento enorme (quasi il 40% in più) rispetto al 2010. Seguono Romania e Filippine, queste ultime in notevole calo rispetto all'anno scorso (-20%). In pratica, lavorando in Italia e inviando i soldi in patria (circa 1000 euro al mese), una persona di origine cinese riesce a mantenere quattro connazionali, per un totale di 800mila persone che riescono a vivere in Cina con il danaro inviato in Italia dai lavoratori cinesi.

Le rimesse dagli stranieri rappresentano un cruciale fattore di garanzia e di crescita per le economie in via di sviluppo, affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa commentando i risultati del loro studio sui flussi monetari da parte degli stranieri che vivono in Italia verso altri Paesi, transitati per i canali di intermediazione regolari. Il riconoscimento nazionale e internazionale della rimessa come vettore di co-sviluppo ha contribuito nel tempo a ridurre il costo del servizio di money transfer, facendo diventare più trasparenti e competitive le attività dei molteplici operatori che operano in questo settore, si spiega all'interno dello studio.

Vicenza è la sedicesima provincia italiana per quantità di rimesse inviate all'estero, con quasi 77 milioni di euro all'anno. In Veneto è la quarta, dopo Padova, Venezia e Verona, mentre dominano la classifica a livello nazionale Roma, Milano e Napoli. Per quello che riguarda le destinazioni, Vicenza si differenzia rispetto alla media nazionale: al primo posto, con circa il 20% delle rimesse, c'è il Bangladesh, al secondo la Romania (12% circa), al terzo l'India, con l'8% circa.

Questi dati si riferiscono ai canali regolari di invio del denaro, ma sappiamo che esistono molte vie informali che vengono utilizzate da quanti desiderano portare soldi all'estero senza alcun controllo: auto o pullman diretti verso il Paese di destinazione, persone che lavorano come corrieri per via aerea, carte di credito prepagate inviate via posta, i "banchieri di strada", che raccolgono qui le somme e poi le fanno versare da un conto in patria alle famiglie del lavoratore.
"E' difficile pensare che non siano i cinesi la prima comunità ad inviare danaro all'estero da Vicenza", ha commentato Ousmane Condé, presidente dell'Unione immigrati di Vicenza. "Chiunque conosce un po' la città sa che sono dentro dappertutto, hanno affari ovunque. Gli stranieri che conosco io, invece, non hanno neanche i soldi per andare avanti, penso che al massimo riescano a inviare alla famiglia 50 euro al mese".
Condé fa anche notare che i dati si riferiscono al 2011: "Vedrete come saranno diversi quest'anno. Gli stranieri a Vicenza sono in una brutta situazione, continuo a ricevere telefonate di persone che mi chiedono aiuto per dar da mangiare ai propri figli, ma anch'io sono in difficoltà. E un lavoratore straniero con la famiglia in patria sta ancora peggio, perché sa che dal suo lavoro dipende la vita dei suoi parenti. In più, qui è solo, non ha l'aiuto dei familiari che spesso salva il lavoratore italiano in difficoltà".

C'è anche una considerazione da fare relativamente alle conseguenze per l'economia italiana: Guardando all'Italia, i 7,4 miliardi di euro mandati all'estero, prodotti nel territorio nazionale, non sono stati spesi o investiti in loco, fanno notare i ricercatori della Fondazione, che, a margine dei dati, indicano anche la soluzione al problema: Per poter contare su queste risorse per i consumi interni e per i processi di investimento, serve che gli immigrati siano nelle condizioni di costruire un progetto di vita nel nostro Paese, anche attraverso la realizzazione di un percorso complessivo di integrazione sociale, economica e lavorativa.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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