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Riforma Ordine dei Giornalisti, ecco le linee guida presentate al Dipartimento per l’Editoria

Di Note ufficiali Venerdi 19 Ottobre 2018 alle 14:42 | 0 commenti

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Nuove modalità di accesso alla professione giornalistica - è scritto in un comunicato diffuso dall'Ordine dei Giornalisti Veneto - che prevedano accanto alla laurea anche un corso universitario di un anno; più vigilanza per l’iscrizione all’elenco dei pubblicisti, con un percorso biennale maggiormente documentato per verificare che non ci siano abusi e che l’attività sia svolta correttamente; il superamento del carattere di esclusività professionale, purché non ci sia conflitto di interesse; la regolamentazione del settore degli uffici stampa con l’istituzione di un registro. 

E poi il cambio del nome in Ordine del Giornalismo, affinché sia chiara la funzione di un’istituzione deputata per legge a garantire il diritto dei cittadini a essere informati nel rispetto dell’Art.21 della Costituzione. Sono i nodi centrali espressi nelle Linee Guida per la Riforma dell’Ordine dei Giornalisti approvate a larga maggioranza la notte scorsa dal Consiglio Nazionale e presentate questa mattina a Roma.

Mentre nel governo si discute di abolizione dell’Ordine e di tagli di finanziamento all’editoria, e il dibattito pubblico si infiamma in tema di fake news e credibilità del giornalismo, l’istituzione presieduta da Carlo Verna, a 55 anni dalla sua fondazione (nel 1963, legge n.69), ha presentato al Dipartimento per l’Editoria una proposta condivisa di riforma, per affrontare le nuove sfide del giornalismo con strumenti più adeguati al contesto storico, politico e culturale.

In particolare, oltre all’attenzione alla deontologia professionale, il documento si concentra sull’accesso all’albo, sia per i professionisti che per i pubblicisti: per i primi, ferma restando la possibilità di frequentare comunque master e scuole di giornalismo, non ci sarà più il praticantato presso una testata, ma si prospetta l’iscrizione all’albo dopo aver conseguito una laurea (almeno triennale) e aver frequentato un corso annuale ‘di pratica’ da attuarsi d’intesa con l’Ordine; per i secondi invece il percorso biennale, che può avere inizio previa presentazione di una certificazione del direttore responsabile e l’iscrizione a un ente previdenziale, dovrà essere verificato ogni sei mesi, con la documentazione contabile dei pagamenti ricevuti e il riscontro dei corsi di formazione organizzati dall’Odg.

Impossibile a oggi stabilire però i tempi della riforma, che per essere applicata deve diventare legge e ha dunque bisogno del passaggio obbligato in Parlamento. Dopo l’eventuale approvazione, il Consiglio nazionale si riserva la possibilità di valutare gli effetti dei cambiamenti in due anni di regime transitorio. Nulla esclude comunque che si possa pensare in futuro all’istituzione di un albo unico, senza distinzioni.

“A un anno dall’insediamento abbiamo fatto la nostra parte mandando le linee guida per la riforma dell’Ordine al Dipartimento per l’editoria: ora dobbiamo aspettare la risposta di governo e parlamento – spiega Carlo Verna, presidente dell’Odg nazionale -, abbiamo cambiato il nome in Ordine del Giornalismo perché resta centrale il diritto a essere informati: noi siamo un presidio a garanzia del cittadino. Vanno riformati la funzione deontologica dell’Ordine e l’accesso alla professione, perché i luoghi di lavoro che un tempo erano navi scuola non ci sono più e noi vogliamo evitare ogni sfruttamento”. Il presidente sottolinea l’importanza che la categoria sia unita “in un momento drammatico per il settore, in cui si minaccia di togliere sostegno alla piccola editoria mettendo a rischio il pluralismo”.

Dello stesso avviso Beppe Giulietti, presidente di Fnsi: “Tra Fnsi e Ordine non c’è divisione. L’attacco all’Ordine spero che non si concretizzerà: noi abbiamo il dovere di dialogare con le forze di governo anche se è significativo che si parli di abolizione proprio ora che l’Ordine chiede nuovi strumenti di riforma e di esercitare maggiore controllo. Si sta tentando di aggredire la funzione di intermediazione del giornalista, per questo credo si debba chiedere un incontro al Presidente della Repubblica”. “Il fondo per l’editoria non c’è più da anni, e non ci sono grandi giornali finanziati con i soldi pubblici – conclude – con i tagli saranno colpiti cooperative, no profit e mondo diocesano”. (ANSA).

Il testo delle Linee Guida per la Riforma dell’Ordine dei Giornalisti


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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