Riforma del lavoro: "Licenziamenti economici infondati: c'è reintegro"
Mercoledi 4 Aprile 2012 alle 23:28 | 0 commenti
Di Rassegna.it
Fornero: "Il giudice potrà reintegrare il lavoratore, ma solo in caso di manifesta insussistenza". Ddl a Napolitano, poi in Parlamento. "Rischio proteste, non soffiare sul fuoco". Indennizzo scende a 12-24 mensilità . Per nuovi ammortizzatori 1,8 mld
Il reintegro torna per i licenziamenti economici, ma solo "in caso di manifesta insussistenza". Lo afferma il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, oggi (4 aprile) in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Il nostro disegno di legge prevede che, in caso di manifesta insussistenza del motivo economico, il giudice potrà ordinare il reintegro del lavoratore.
Negli altri casi il giudice indennizza". Monti e Fornero presentano il disegno di legge sulla riforma del lavoro, che è già stato inviato a Napolitano e poi andrà in Parlamento. L'indennizzo scende da un minimo di 12 a un massimo di 24 mensilità . Per i nuovi ammortizzatori saranno stanziati 1,8 miliardi. Il governo non consegna ancora il testo della riforma, prima aspetta la firma del Colle.
Il punto centrale è l'articolo 18. "E' stato una grande conquista - sostiene Fornero -, ma adesso il mondo è cambiato e dobbiamo adeguarci. Dobbiamo prendere vantaggi e svantaggi dei mutamenti ma non chiuderci, questo non dà risposte". L'esecutivo ha quindi scelto lo "spacchettamento" dell'articolo 18: "Resta per i licenziamenti discriminatori, come dispone l'articolo 3 della Costituzione. Per i licenziamenti disciplinari, se sono infondati il giudice decide il reintegro. Se non sono infondati, il giudice potrà disporre reintegro o indennizzo tra 12 e 24 mensilità ".
La modifica dell'articolo 18 "è equilibrata", ripete la titolare del Welfare. "Non blindiamo più il lavoratore ad un particolare posto di lavoro. Una volta che l'ha conquistato non è suo per sempre. Ci possono essere circostanze in cui c'è distacco tra lavoratore e datore di lavoro: per questo si modifica l'articolo 18". Timore di tensioni sociali? "So che rischiamo delle proteste. Mi auguro che non si soffi sul fuoco, chi lo fa si prende grandi responsabilità ".
Fornero si sofferma sugli altri punti della riforma. "E' un testo lungo e complesso, si tratta di un disegno di legge". Un punto che vuole citare è sull'occupazione femminile, ovvero "il contrasto alla barbara pratica delle dimissioni in bianco". L'Aspi (Assicurazione sociale per l'impiegno, ndr) "non è ridotta rispetto all'attuale indennità di disoccupazione, è ridotta come durata temporale". Specifica che "la riforma non è scritta per il 2013 o 2014, ma per gli anni futuri". E ancora: "Mi è arrivato un invito della Fiom, credo che lo accetterò. Andrò a spiegare questa riforma anche all'interno delle università ".
Un commento va alle critiche dei sindacati. "Non ho avuto sufficiente persuasione per ottenere l'accordo di tutte le parti sociali. Mi rammarico. Anche da parte di quelli che non hanno accettato - però - ci sono parti del ddl che sono considerate molto buone". Inoltre, aggiunge, "alcune parti sociali hanno cambiato idea rispetto all'accordo. Spero però che avranno la forza di spiegare ai lavoratori la riforma, che è la cosa più importante. Saranno poi gli italiani a giudicare se questo ministro merita il licenziamento per giusta causa, come è stato auspicato". Fornero si riferisce alla battuta del leader della Uil Angeletti.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, la definisce "una riforma storica che ridurrà la disoccupazione". Queste le sue parole: "Avremo un mercato del lavoro inclusivo e dinamico in grado di contribuire alla creazione di occupazione". Il provvedimento "intende contribuire alla crescita sociale ed economica e alla riduzione della disoccupazione". Dice il premier: "Permette di contrastare il dualismo del mercato del lavoro italiano, favorendo l'instaurazione di rapporti più stabili e limitando la precarizzazione. Abbiamo ascoltato tutte le parti sociali, poi è compito nostro fare una sintesi".
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