Riforma del lavoro, Donazzan: al Veneto servono strumenti flessibili
Giovedi 20 Settembre 2012 alle 17:53 | 0 commenti
Regione Veneto - "Sul piano dell'occupazione l'esperienza veneta ha mostrato che occorre la massima flessibilità mentale e degli strumenti disponibili per affrontare la crisi e rendere il più breve possibile il tempo che i lavoratori restano fuori dal mercato del lavoro. Ma credo che questa riforma del lavoro non vada nella direzione che serve al Veneto".
Lo ha detto l'assessore regionale alla formazione e al lavoro Elena Donazzan intervenendo oggi a Marghera al seminario di approfondimento sulla riforma del mercato del lavoro, promosso dalla Cisl del Veneto. In particolare, l'assessore ha partecipato ad una tavolo rotonda, coordinata dal responsabile regionale Mercato del Lavoro della Cisl Giulio Fortuni, incentrata sulle ricadute operative della riforma in Veneto, con Paolo Emilio Reboani di Italia Lavoro e Donato Pedron vicepresidente di Confartigianato Veneto e presidente dell'Ente Bilaterale Artigianato Veneto.
Parlando degli ammortizzatori sociali, l'assessore Donazzan ha detto che nel Veneto ha prevalso il senso di responsabilità delle parti. "A fronte di un tessuto produttivo molto differenziato - ha fatto presente - c'è stata la capacità di mettersi insieme, anticipando anche scelte poi adottate a livello nazionale come per la cassa integrazione in deroga con l'utilizzo di risorse dello Stato, del territorio e della bilateralità . Il principio a cui guardare, prendendosi anche qualche responsabilità in più, è che la risorsa umana è strategica".
"Questo modello di responsabilità sociale - si è chiesta l'assessore - si può esportare? Secondo noi, sì. Ma non è solo questione di leggi. Ci si deve credere. Uno strumento troppo rigido fa fatica ad adattarsi al Veneto. Servono invece strumenti flessibili che si calino sul territorio. E' un fatto culturale se da noi ci sono così tanti contratti di solidarietà : ciò significa che in Veneto c'è questa sensibilità ". "Oggi la preoccupazione - ha concluso l'assessore Donazzan - è che il mercato del lavoro si fermi. Per animarlo ci vuole la sensibilità delle parti, la partecipazione. Le imposizioni non hanno mai portato a reali dinamiche di occupazione".
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