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Rettori e assessori su Federalismo universitario

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 1 Ottobre 2010 alle 23:29 | 0 commenti

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Nordesteuropa.it -  Federalismo universitario: primo step la scala regionale. Il dibattito tra i rettori e gli assessori all'istruzione del Nordest

È stritolata dai tagli ministeriali ma con uno scatto di reni si sta rialzando. Puntando sulla qualità. È l'università nordestina che si appresta a cambiare pelle e si interroga sulla possibilità di arrivare a un sistema universitario integrato fra le tre regioni, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

Il primo passo, per ora, è un'integrazione su scala regionale che, ormai, è già realtà ad esempio per Friuli Venezia Giulia e Veneto. Certo, c'è il problema pratico, concretissimo e molto poco accademico di un 10% di tagli ai finanziamenti statali nel 2010 e altrettanti nel 2011 ma l'occasione è giusta pure per ammettere che, sì, troppi "doppioni" sono germogliati negli ultimi decenni in nome di quell'"università sotto casa" che pare, ormai, aver segnato definitivamente il passo. Un mutamento di rotta appare inevitabile e la strada è senza'altro la messa in comune delle proprie competenze per arrivare a distillare eccellenze per competere, in Europa, non un ateneo contro l'altro. Sono tutti d'accordo i 4 rettori delle università di Padova, Ca' Foscari a Venezia, Verona e Trieste. Forse l'idea di un sistema universitario che raggruppi tre regioni appare ancora un orizzonte lontano ma il primo passo, le federazioni regionali (nei contenuti, con corsi interateneo in comune, ad esempio) sono ormai fatti. «Premetto che l'espressione ambigua di ‘federalismo universitario' - spiega il rettore di Padova Giuseppe Zaccaria - non significa regionalizzare l'università, le nostre fortunatamente sono internazionali. Di mettere insieme le università del Veneto si parla da anni. È un progetto che ha avuto una lunga incubazione, resta la difficoltà di passare dalle parole ai fatti. Quello della Fondazione Univeneto prende le mosse dal carattere omogeneo dell'ambito territoriale. Penso ad un processo graduale che parta dal basso, senza forzature ma che avrà ricadute molto positive sul territorio». Una federazione il cui statuto è già stato approvato dai senati accademici dei 4 atenei veneti, Padova, Verona, Ca' Foscari e Università Iuav di Venezia. «Fin da subito abbiamo accolto favorevolmente l'idea. - commenta l'assessore regionale del Veneto all'Istruzione Elena Donazzan - Questa proposta è stata fatta appena un po' prima dell'inizio della crisi, la nuova situazione ci impone innanzitutto un cambiamento culturale a cui far seguire una doverosa e necessaria scelta strategica». Se l'assessore Donazzan specifica come si debba concretizzare il progetto per evitare di parlarsi addosso, il rettore di Ca' Foscari, Carlo Carraro fa presente che la Fondazione Univeneto, ormai ai nastri di partenza - si parla del prossimo anno - potrebbe dar vita, ad esempio a una scuola dottorale unica per accorpare le eccellenze. E aggiunge: «Vedo una duplice emergenza: la sfida mondiale dei mercati internazionali e i tagli in bilancio pesanti cui vogliamo rispondere non con lamentele ma in modo positivo. Ecco, la Fondazione Univeneto è una possibile risposta». Per il rettore di Verona, Alessandro Mazzucco, «Dobbiamo uscire dalla logica del campanilismo. Se c'è un problema di proliferazione delle sedi vanno chiuse quelle in eccesso. È però pur vero che il sistema universitario del nord est è in fase embrionale perché non è detto che il corpo accademico delle università sia sensibile quanto i rettori a questo tema". Conferma le difficoltà di traduzione pratica di una federazione fra atenei anche il rettore di Trieste, Francesco Peroni: «Anche solo per attivare alcuni corsi in comune fra Trieste ed Udine ci siamo scontrati con un atavico senso di competizione fra Friuli e Venezia Giulia che rende assurdamente difficile portare avanti i progetti, un problema che si può risolvere soltanto con una penetrazione culturale diffusa e graduale». Lotte all'ombra dei rispettivi campanili che appaiono tanto più incongrue a fronte delle vicine università slovene, una su tutte Lubiana, come rileva l'assessore regionale all'Istruzione del Friuli Venezia Giulia Roberto Molinaro: «La sfida è internazionale, guardiamo all'esterno per rafforzarci e competere su scala più ampia».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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