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Retrocomputing ed informatica alternativa, un piccolo mondo antico...

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 21 Maggio 2012 alle 00:32 | 0 commenti

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Di Alessandro Sartori, da VicenzaPiù n. 234

WiFi, Twitter, Facebook, social network, Apple, iPhone, smartphone, BlackBerry, touchscreen, mobile... Sono queste le parole d'ordine delle attuali generazioni digitali, sempre ed ovunque interconnesse attraverso i dispositivi multifunzione della moderna tecnologia.

Costoro sono spesso i figli, o anche nipoti, di coloro che, negli anni '70, '80 fino ai primi anni ‘90 hanno vissuto nell' era "mitologica" dell'informatica di consumo fatta di macchine ingobranti, dotate di grafica, suoni e dalle possibilità operative semplici - "primitive" secondo i moderni standard - spesso in lotta, con la compagnia di un mangiacassette, per l'utilizzo del televisore di casa come schermo.
Erano le generazioni che andavano a consumare la paghetta nelle sale giochi, o attendevano anche decine di minuti il caricamento di un programma nel chiuso della loro camera, da soli o in compagnia di qualche amico, che spesso li veniva a trovare solo per ammirare ed usare tali meraviglie della tecnologia.
Era un'informatica semplice nelle sue possibilità ma che faceva emozionare ed appassionare chi ne faceva uso, anche se quest'ultimo doveva spesso usare la propria immaginazione per arricchire e completare quelle esperienze grafiche, sonore e d'utilizzo che questa poteva fornire.
Le parole d'ordine di quella generazione erano Pong, flipper, Atari, Zzap!, Commodore, Sega, Spectrum, Amiga. Non esisteva internet, ma alcuni (rarissimi) privilegiati avevano il modem e pagavano bollette salate per collegarsi alle bbs.
Alcuni degli appartenenti a questa generazione, oltre ai ricordi di quegli anni della loro infanzia o prima adolescenza, dedicano oggi tempo e passione a ricercare, recuperare, riparare, preservare, collezionare e - in appuntamenti per appassionati o sulla rete - mettere in mostra macchine, giochi, programmi magari allora solo visti attraverso le vetrine di un negozio e conosciuti sulle pagine di di una rivista. Questo è il retrocomputing e questi sono i retrocomputeristi.
Cos'è il retrocomputing? Ogni appassionato dà una propria definizione e probabilmente avrà il suo modo di intendere questo suo passatempo: c'è chi si limita a far girare sistemi operativi, programmi o giochi di quel lontano passato su piattaforme recenti attraverso programmi di raccordo chiamati "emulatori", chi raccoglie e colleziona fisicamente macchine di quel periodo, specializzandosi ad esempio su una singola linea di prodotti (Apple, Commodore, Acorn, Amiga) e degli accessori che "espandevano" le capacità di quei sistemi; altri sono alla ricerca di "rarità" di quel periodo informatico, come prototipi, macchine realizzate ma poi non uscite sul mercato o il cui scarso successo nell'utilizzo e nelle vendite ne decretò il prematuro ritiro; altri ancora si sono appassionati agli ingombranti elaboratori utilizzati a livello industriale o alle prime macchine "portatili" delle dimensioni spesso maggiori di una valigia.
Queste macchine ed i programmi che su di esse "giravano" erano al tempo frutto di ingegneri, programmatori o semplici appassionati che, nell'ambito di aziende che si muovevano nel mondo in fermento dell'elettronica di massa oppure lavorando nel tempo libero nel privato della propria abitazione, investivano tempo e risorse per dar forma alle proprie idee e - attraverso una serie innumerevole di successi ed errori - alla visione di quale strada avrebbe dovuto seguire la tecnologia nel futuro.
La realtà del retrocomputing e dell'informatica alternativa di oggi è fatta di gruppi di appassionati ed anche di piccoli imprenditori con diffusione anche nel vicentino. La patria di Federico Faggin, inventore del microprocessore, ospita aziende come la ACube, ha prodotto nel recente passato una rivista di nome Bitplane ed una manifestazione denominata Vicenza Retrocomputing proseguita per ben nove edizioni dal 1998 al 2008. Con un po' di pazienza nelle prossime settimane incominceremo un viaggio - in cui metterò molto della mia personale esperienza - all'interno di questo piccolo mondo, un po' impolverato ma ricco in esperienze, ricordi, storie e curiosità.

 

Il Dott. Alessandro Sartori, classe 1974 svolge attualmente l'attività di Medico Chirurgo nell'area di Vicenza. Nel tempo libero coltiva la passione per il retrocomputing, è stato cofondatore e realizzatore di contenuti nell'ambito del sito web Amigaplatform; ha scritto per la rivista informatica Bitplane.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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