Rete degli Studenti Medi Vicenza: anche oggi contro l'apatia per fare la differenza
Venerdi 12 Ottobre 2012 alle 22:55 | 0 commenti
Giulia Arnaldi, Rete degli Studenti Medi Vicenza - Oggi, 12 ottobre 2012, nella data di mobilitazione nazionale della Rete degli Studenti Medi, anche a Vicenza i giovani sono scesi in piazza numerosi, per ricordare che non siamo spettatori impotenti dei tagli che l'istruzione pubblica sta subendo. È stata una manifestazione pacifica, senza scontri o violenze, come dovrebbero essere tutte le manifestazioni in cui gli studenti non si limitano a protestare ma propongono, apportano contenuti, perché in quanto protagonisti della nostra scuola il cambiamento ed il miglioramento devono necessariamente partire da noi.
Le nostro proposte sono una didattica alternativa, dei sevizi efficienti, un ridimensionamento della pesa per i libri di testo (che sta causando sempre più casi di abbandono scolastico, poiché le famiglie non sono più in grado di sostenerla), un trasporto pubblico adeguato, un'edilizia scolastica di qualità , biennio unitario, in modo che i giovani non siano più costretti a decidere del loro futuro a 14 anni, e soprattutto un programma di studi al passo con i tempi: la scuola non può essere semplice nozionismo, deve prepararci ad essere cittadini attivi del nostro Paese e soprattutto dell'Europa, una realtà che ci sta chiedendo molto ma che conosciamo troppo poco: dobbiamo renderci conto che essere cittadini attivi europei significa fare la differenza, poter prendere parte attiva nelle decisioni che riguardano tutti noi e poter cambiare ciò in cui non siamo d'accordo e per poter sfruttare al meglio questo nostro grandissimo potere dobbiamo essere prima di tutto informati.
Per quest'autunno la Rete degli Studenti Medi di Vicenza prospetta una serie di iniziative interne alle scuole, che coinvolgano il maggior numero di studenti possibile e che siano ricche di contenuti: dobbiamo combattere il disinteresse e l'apatia che in questo difficile momento storico sta dilagando tra gli studenti, dobbiamo renderci conto che siamo noi a fare la differenza.
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