Regioni, Roberto Ciambetti ad assemblea a Roma: "in Italia cultura regionalista e delle autonomie radicata"
Lunedi 12 Dicembre 2016 alle 17:20 | 0 commenti
L'intervento del Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, per la conferenza plenaria delle Assemblee legislative regionali riunita a Roma
Il risultato referendario, assieme, non dimentichiamolo, al pronunciamento della Consulta sulla Riforma Madia, rilancia il regionalismo nella sua essenza migliore: esiste una cultura regionalista, esiste una cultura dell’autonomia radicata e cresciuta negli anni non solo nelle Istituzioni ma anche nella cittadinanza che ha avuto modo di apprezzare il valore Regione. Per anni, le Regioni sono state indicate quali causa del dissesto del patrimonio, sperpero di risorse e matrici dei disservizi ma alla prova dei fatti i cittadini hanno smentito queste letture alquanto parziali.
Ed esclusivamente funzionali ad accentrare nello stato competenze e risorse, anche per materie in cui i fatti dimostrano che la gestione regionale è chiaramente virtuosa. Lo si è capito bene in questi ultimi quattro anni, segnati da progressivi tagli nei trasferimenti con la progressiva diminuzione di servizi concreti resi ai cittadini. Nella cittadinanza è emerso con sempre più forza il sospetto che la strategia disinformativa che indicava nelle Regioni la causa principale, se non unica, dei mali italiani, avesse un duplice scopo: da una parte lo svuotamento delle Regioni e la loro riduzione a ente intermedio sempre meno influente, dall’altra sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle autentiche cause dei problemi irrisolti della nostra nazione. I cittadini con il loro voto hanno detto che la modernizzazione e la soluzione dei mali della nostra realtà passa attraverso le Regioni che sono il vero motore dell’innovazione e le autentiche protagoniste del domani. Non possiamo dimenticare che nel mondo della globalizzazione la concorrenza tra diverse realtà non avviene tra stati bensì tra regioni o realtà metropolitane di area vasta se non metropoli regionali: sono queste le dimensioni protagoniste dello sviluppo che stanno affrontando in maniera dinamica non solo le problematiche economiche, ma anche i temi ambientali, la tutela della salute, l’istruzione, le dinamiche demografiche, lasciando ad autorità sovranazionali, come nel caso europeo l’unione Europea o la Nato, le politiche monetarie e la difesa. Le Regioni non hanno perso il senso del loro ruolo e grazie ai contatti costanti e quotidiani con gli attori sociali e con i cittadini sono in grado di affrontare le priorità necessarie che caratterizzano nel decentramento ciascun tessuto socio-economico. Forse sono altri che devono ridefinire la loro funzione proiettandosi nei tempi nuovi: pensare globalmente e agire localmente non è uno slogan efficace ma la forza di fondo che oggi si incardina nelle Regioni come negli enti locali dando così sostanza anche al principi di sussidiarietà che è pilastro della stessa Unione Europea.
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