Tutela lago di Fimon, Ciambetti: patrimonio ambientale e risorsa per territorio vicentino
Lunedi 6 Maggio 2013 alle 16:06 | 0 commenti
Regione Veneto - Quello di Fimon è un piccolo lago di circa 70 ettari che riveste però una notevole importanza non solo ambientale e paesaggistica, ma anche economica e culturale per l'area dei Colli Berici. Questo bacino lacustre, l'unico nella provincia di Vicenza, da alcuni decenni è soggetto a un fenomeno naturale che sta provocando il suo graduale interramento, tanto che la profondità dell'acqua - oggi è di 1,67 metri la media e di 3 metri la massima - risulta essere inferiore di un metro rispetto a quella di un secolo fa.
La Giunta veneta, a seguito di una informativa presentata e discussa nella seduta odierna, ha deciso di coinvolgere i vari settori amministrativi regionali per promuovere, in collaborazione con gli Enti locali e le varie componenti interessate, un intervento di recupero e tutela del lago.
"Abbiamo assunto questa determinazione - spiega l'assessore al bilancio e agli Enti Locali, Roberto Ciambetti - nella consapevolezza che la scomparsa di questo habitat acquatico rappresenterebbe una notevole perdita per tutto il territorio vicentino, per la sua valenza naturalistica, ambientale, paesaggistica e archeologica. Ma il Lago di Fimon è anche un punto di riferimento per il comparto turistico dei Colli Berici, in quanto ospita diverse attività sportive e ricreative, tra cui la pesca ricreativa, la vela e il canottaggio".
A peggiorare la situazione negli ultimi anni è stata l'abnorme crescita di due specie di piante - il Myriophyllum spicatum e il Nuphar lutea - che hanno accelerato il processo di interramento con progressiva compromissione dell'ecosistema acquatico. Si rende necessario, quindi, indicare idonei metodi di gestione della vegetazione acquatica che ne limitino l'eccessivo sviluppo, compatibilmente con la conservazione degli habitat di interesse e col mantenimento di una buona qualità dell' acqua.
"Sino ad ora sono stati effettuati interventi transitori - conclude Ciambetti - per fronteggiare il degrado: si tratta ora di individuare le cause primarie dello stato trofico e della tendenza degenerativa in corso nel lago ed è quindi fondamentale realizzare uno studio ampio e integrato al fine di completare il quadro di conoscenze che potrà permettere l'elaborazione di un piano ambientale che identifichi gli interventi prioritari e le strategie future di conservazione, visti i molteplici interessi di natura ittico-ambientale, ludico-sportiva e turistico-ricettiva che gravitano sul bacino del Fimon".
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